RAGAZZI DI VITA

Scritto da Pierpaolo Pasolini, narra le vicende atroci e violente del sottoproletariato urbano nella Roma del secondo dopoguerra. Per Ragazzi di vita, la qualifica di romanzo, forse non è del tutto appropriata; gli otto capitoli di cui si compone il libro sono in realtà legati tra loro da atmosfere, luoghi e nomi che passano da un capitolo all’altro, più che da un vero e proprio svolgimento romanzesco.

Procedendo per frammenti narrativi, si ha in un primo momento, come principale attore dei drammi e delle diverse situazioni rappresentate, il Riccetto, insieme con i suoi compagni Marcello ed Agnolo. La vita, sempre trascorsa per strada, ha indurito il Riccetto, facendolo crescere prima del tempo nei modi e nei comportamenti e rendendolo furbo e deciso, come un uomo ormai vissuto, senza però fargli perdere caratteri della sua giovane età. Lo vediamo ad esempio, durante una gita in barca con amici più grandi di lui, tuffarsi nel Tevere per salvare una rondinella e rischiare la vita nell’impresa; lo vediamo anche orgoglioso e soddisfatto legarsi ad alcuni truffatori napoletani, per imbrogliare con uno strano gioco di carte gli sprovveduti passanti; od insieme a Rocco ed Alvaro, delinquenti ben più maturi ed incalliti di lui, recarsi ad Ostia in compagnia di una prostituta che, d’accordo con i due, nel corso del convegno amoroso che segue, lo rapina di tutti i soldi truffati con i napoletani.

Il romanzo segue poi il Riccetto per intere giornate, nei suoi vagabondaggi attraverso la squallida periferia romana fin quando, ritornando verso casa, viene a conoscenza del crollo delle scuole dove abitava e della conseguente morte della madre e dell’amico Marcello che lì lo cercavano. Ancor più abbandonato a se stesso, ma senza eccessivi traumi, il Riccetto continua la sua vita unendosi a loschi figuri ancor più scaltri e navigati come il Caciotta, o persino a disperati come Amerigo. Quest’ultimo, ragazzo ormai uomo, vizioso e prepotente, forzuto e deciso, obbligherà il pur sveglio Riccetto a prestargli tutti i soldi di cui è in possesso, che dalle tasche di Amerigo finiranno sui tavoli di una bisca scoperta dalla polizia, dalla quale il Riccetto farà appena in tempo a fuggire.

A lunghissimi passi continua la crescita del ragazzo che ad un certo punto si trova anche un lavoro regolare, perché fidanzato con una figlia del signor Antonio, incontrato una notte mentre per fame andava a rubare cavoli, proprio quando Riccetto e compagni stavano fuggendo con un bottino.

Il fidanzamento ed il lavoro durano comunque poco: i soldi guadagnati onestamente non bastano certo per vivere e così, insieme ai suoi compagni, tenta un colpo più grosso del solito, sperando poi di poter vivere tranquillamente per qualche mese.
I complici sono però catturati ed il Riccetto verrà preso poco dopo per ben altro reato: avrà tre anni per la sottrazione di un pezzo di formaggio al mercato. Chiuso quest’atto, la scena si riapre non più sul solo Riccetto, ma su tutta la gioventù delle povere borgate romane. Due sono le vicende principali: la prima è l’allucinante situazione familiare di Alduccio, già amico del Riccetto, che abbruttito dalla vita di stenti e di strada, esasperato un giorno dalla madre isterica, tenta per liberarsene definitivamente, di accoltellarla. La seconda, che chiude tragicamente il romanzo, racconta la morte del giovane Genesio che, scappato di casa con i due fratellini Mariuccio e Borgo Antico, muore silenziosamente e senza chiedere aiuto a nessuno, nel tentativo di attraversare l’Aniene a nuoto, sotto gli occhi dapprima felici e poi sgomenti dei fratellini e del Riccetto, che però fugge per evitare guai e noie conseguenti.

Pier Paolo Pasolini, subì dopo la pubblicazione di Ragazzi di vita, un processo per oscenità a causa della lingua usata e delle situazioni rappresentate. Nonostante l’accusa, ora evidentemente infondata, il romanzo rimane tra i più importanti per la letteratura italiana contemporanea.