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FRIEDRICH NIETZSCHE

Filosofo tedesco, nacque a Rooken nei pressi di Lipsia il 15 Ottobre 1844. Ricevette un’educazione musicale e frequentò lezioni di F.Ritschl, filosofo classico.

La sua passione per la musica sfociò nell’amicizia con R. Wagner e per quanto riguarda la filosofia si interessò da subito alla lettura di A. Schopenhauer. Morì a Weimar il 25 Agosto del 1900. In un momento di grande progresso per l’Europa e per la civiltà occidentale caratterizzato dall’ottimismo per le scoperte scientifiche, che sembravano produrre sicurezza, Nietzsche si chiese se questo stato di apparente benessere rappresentasse veramente il progresso, o solo lo stadio terminale della malattia storica. Durante gli studi di filologia classica, dimostrò grande ammirazione per la civiltà greca definendola regno della serenità e mettendo in luce aspetti inquietanti e dolorosi in coesistenza. Secondo il filosofo nei greci esistevano due impulsi vitali, l’apollineo e il dionisiaco; il primo legato alla figura del dio Apollo, rappresenta un mondo illusorio dominato dai sogni, nei quali la realtà è luminosa e chiara: è l’impulso di bellezza. Il secondo è invece caratterizzato dal dio Dionisio, e rappresenta l’impulso di ebbrezza, caratterizzato dalla musica.

Nel mondo greco l’impulso dionisiaco è caratterizzato dalla tragedia, e secondo Nietzsche, la sua scomparsa fu caratterizzata dall’introduzione della parte razionale, il dialogo. Inoltre contrappose all’uomo teoretico, individuato da Socrate, che ricerca la verità ed è ottimista, i presocratici, che invece davano un giudizio tragico della vita. In seguito mise in luce come Schopenhauer e Kant siano stati i primi filosofi a contrapporsi alla credenza di poter penetrare nell’essenza delle cose, riconoscendo loro il merito di aver smascherato i limiti umani.

Nietzsche combattè quella che lui chiamò la saturazione di storia, ma con ciò non negò la sua importanza. Egli combattè, infatti, l’idolatria del fatto e le illusioni storicistiche. Per il filosofo i fatti erano sempre stupidi, mentre le teorie erano intelligenti; poi chi avesse creduto nella potenza della storia, non avrebbe creduto in se stesso e sarebbe stato succube dell’esistente.

Di fronte alla storia Nietzsche distinse tre atteggiamenti: la storia monumentale, (riguardante coloro che cercano nel passato modelli e maestri in grado di soddisfare le loro aspirazioni); la storia antiquaria che cercava e conservava i valori costitutivi stabili su cui si radica la vita presente; la storia critica che era, per colui che guarda al passato, condanna tutti quegli elementi che sono di ostacolo per la realizzazione dei propri valori. Quest’ultimo è stato l’atteggiamento di Nietzsche di fronte alla storia.

Inizialmente le teorie di Nietzsche erano in accordo con quelle di Schopenhauer e Wagner, con il tempo però veniva maturando un distacco. Sono due, infatti, i tipi di pessimismo: il primo è quello romantico, (cioè il pessimismo dei rinunciatari), l’altro è quello di chi accetta la vita pur conoscendone la dolorosa tragicità. Nietzsche rifiutò il primo (quello di Schopenhauer) in quanto fuga dalla vita.

Per quanto riguarda il distacco da Wagner, Nietzsche riteneva la sua arte strumento di rigenerazione, ma poi ammise la sua illusione. L’allontanamento di Nietzsche dai suoi grandi maestri significò per lui un distacco critico dal romanticismo, dall’idealismo, dal positivismo e dall’evoluzionismo.

Il filosofo, da una parte annunciava la morte di Dio, dall’altra conduceva un attacco a fondo contro il Cristianesimo . La civiltà occidentale si era venuta man mano staccando da Dio, e così che lo aveva ucciso; ma uccidendo Dio si perdevano tutti quei valori che erano stati a fondamento della nostra vita e si perdeva perciò ogni punto di riferimento. Si era eliminato il mondo del Soprannaturale, e così si era infranta anche la tavola di quei valori ad esso legato. Così facendo era scomparso l’uomo vecchio, ma l’uomo nuovo non era ancora apparso. Zarathustra annunciava la morte di Dio e sulle sue ceneri avrebbe innalzato l’idea del Superuomo che fondava il suo credo sull’ideale dionisiaco e che ama la vita.

Secondo Nietzsche il cristianesimo aveva considerato peccato tutti quelli che sono i valori e i piaceri della terra. Nonostante tutto ciò, Nietzsche era catturato dalla figura del Cristo e distinse Gesù dal Cristianesimo. Cristo era morto per indicare il modo in cui si doveva vivere.

Oltre al cristianesimo, Nietzsche criticò la morale. Per lui, la morale era una macchina che serviva per dominare gli altri e bisognava subito distinguere tra la morale aristocratica e la morale degli schiavi; mentre ogni morale aristocratica cresceva da una trionfale affermazione di sé, la morale degli schiavi vietava ogni contaminazione con tutto ciò, che era differente da sé; la morale dei forti era la morale della fierezza, della generosità e dell’individualismo; la morale degli schiavi era invece la morale della democrazia e del socialismo.

Il nichilismo rappresentava la conseguenza necessaria al Cristianesimo, della morale e del concetto di verità della filosofia; quando le illusioni perdevano la maschera, allora ciò che restava era il nulla. Il nichilismo come stato psicologico subentrò in primo luogo quando si cercava di dare un senso a tutto l’accadere. Ma la delusione nel constatare che questo fine non c’era, era una causa del nichilismo. La condizione generale dell’uomo era il caos, nel senso di una mancanza di ordine o di struttura. Il mondo aveva solo una necessità: la necessità della volontà , di dominare se stesso e di ripetersi (dottrina cosmologica). A questa dottrina Nietzsche collegò l’altra sua dottrina, quella dell’Amor Fati: amare il necessario, accettare questo mondo e amarlo per come ci si presenta.

L’Amor Fati era eterno ritorno, accettazione della vita, ma non accettazione dell’uomo. Il messaggio fondamentale di Zarathustra stava, infatti, nell’insegnare il superuomo. Egli rappresentava l’uomo nuovo che doveva creare un senso nuovo della terra. L’uomo aveva il compito di crearsi superuomo i cui valori erano la salute, la volontà forte, l’amore, l’ebbrezza dionisiaca ed un nuovo orgoglio. Ai vecchi doveri il superuomo sostituiva la propria volontà.

Il superuomo avrebbe amato la vita, e avrebbe creato il senso della terra e a questo sarebbe stato fedele . In questo aspetto era evidente la sua volontà di potenza.