Presentazione

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  • 5.4- Novelle rusticane.

Le Novelle rusticane furono pubblicate nel 1883 e segnano un inasprimento del Verismo verghiano, che diventa più tagliente. Nella società che l’autore delinea ogni valore è tramontato, i sentimenti e gli affetti non hanno più spazio, tutto si riduce, nell’ambito della lotta per la sopravvivenza, a pura economicità. Da questa raccolta riporto la novella Libertà.

Libertà.
La novella rimanda a fatti realmente avvenuti. Nell’agosto del 1860, a Bronte, un paese alle falde dell’Etna, scoppiò una rivolta contadina, alimentata dall’arrivo di Garibaldi in Sicilia. Alle classi subalterne il generale apparve come un mitico giustiziere, alimentando speranze di mutamento sociale. Garibaldi emise infatti un decreto, nel giugno del 1860 che prevedeva la divisione dei beni comunali, ma il Risorgimento in Sicilia si concluse con l’alleanza tra i proprietari terrieri dell’isola e i borghesi del nord.

Ben presto la gente capì che la libertà da loro sperata era irraggiungibile a causa delle ingiustizie sociali e dalle ingiustizie penali. Fu tale malcontento che causò la ribellione contadina che fu repressa con inflessibile severità da Nino Bixio.

Fu istituito un tribunale di guerra che emanò una prima, durissima sentenza: cinque dei colpevoli furono fucilati tra i quali l’avvocato Lombardo (considerato il capo della rivolta). Il processo che durò tre anni emanò una seconda, altrettanto dura, sentenza: venticinque dei partecipanti alla rivolta furono condannati all’ergastolo, uno a vent’anni e due a dieci anni di lavori forzati.