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Sul concetto di MODERNITA':

Per i filosofi della modernità, la rivoluzione francese rappresenta sia una delle più importanti esppressioni della nuova consapevolezza sia uno dei principali strumenti. Essa annuncia lo scopo dell'epoca moderna: la realizzazione della libertà sotto la guida della ragione. Ma se la rivoluzione francese ha dato alla modernità la sua forma caratteristica e la sua consapevolezza - una rivoluzione basata sulla ragione -, la rivoluzione industriale le ha fornito la sostanza materiale. Di prodotti industriali è infatti composta, in buona misura, la nostra stessa immagine di modernità. E' difficile pensare al mondo moderno senza contemporaneamente pensare ad acciaio, energia e velocità: le grandi città della modernità, ( in particolare le grandi città americane come N.Y. e Chicago ) sono inconcepibili prive della tecnologia industriale. Grattacieli torreggianti, ponti interminabili, gallerie infinite, aerei supersonici: sono questi gli oggetti che compongono la nostra immagine di moderno, e sono tutti frutto dell'industrialismo.

PROBLEMA: come enunciare il concetto di Post-modernità senza intaccare l'essenza stessa del termine secondo il quale "definizione" implica razionalità e oggettività, entrambi contraddittori del Po.Mo.? E' dura mai ci si può provare...

Scrive C. Jenks:

"L'epoca post- moderna è un'epoca di scelta incessante. E' un'epoca in cui nessuna ortodossia può essere abbracciata senza imbarazzo e ironia. Che sia così è in parte conseguenza di quella che viene chiamata l'esplosione delle informazioni, l'avvento della conoscenza organizzata, della comunicazione globale e della cybernetica. Non sono solo i ricchi a diventare collezionisti, viaggiatori eclettici nel tempo di fronte ad una sovrabbondanza di scelte, ma praticamente ogni cittadino. il pluralismo, l' "-ISMO" della nostra epoca, è sia un grande problema che una grossa opportunità: dove Ognuno diventa un Cosmopolita e ognuna una Persona liberata, la confusione e l'ansietà diventano gli stati mentali dominanti e costituiscono il surrogato di una forma condivisa di cultura di massa..."

Se il Modernismo (specie nelle sue forme artistiche più forti come il dadaismo e il surrealismo) intendeva sovvertire i canoni principi razionali della modernità, C. Jenks, essendo storico di architettura, ci aiuta a comprendere nel modo più chiaro cosa si possa intendere x post-modernismo: e per fare questo si lascia andare ad una affermazione quantomai decisa e colorita:

" ...l'architettura moderna è morta a St. Louis, Missouri, il 15 Luglio 1972 alle 15.32 (o giù di lì) nel momento in cui l'obbrobbrioso complesso Pruitt-Igoe ha ricevuto l'ultimo coup de grace di dinamite.."

Pruiit-Igoe era un esempio tipico del genere di complessi a molti piani che, concepiti nello Stile Internazionale ( e qui ritorniamo a città come N.Y. o Chicago, ai concetti desunti dal lavoro di Loos, Le Corbusier, Gropius e Mies...) che aveva dominato appunto le città europee e nord-americane a partire dal 1945. La decisa sconfessione di tale stile inaugura l'era del Po.Mo. in architettura ed urbanistica. Ora l'atmosfera diviene teatrale e spettacolare, la città è considerata un palcoscenico, un luogo di divertimento e l'esercizio dell'immaginazione, oltre che un sistema funzionale di produzione e consumo. E' un luogo della fantasia; incarna non solo la FUNZIONE ma anche la FINZIONE.

Interessante è a questo punto notare come cambia la concezione della città:

"..Ciò che è stupefacente è (...) l'assenza dell'architettura nelle città, che non sono più che lunghe carrellate segnaletiche. Il solo tessuto urbano è quello delle Freeways, tessuto veicolare, o meglio intreccio transurbanistico incessante, spettacolo incredibile di quelle migliaia di macchine che procedono a uguale velocità, nei due sensi, con fari accesi in pieno sole (...). Non verticalità, nè underground, nè promiscuità nè collettività, non strade, non facciate, niente centro nè monumenti: uno spazio fantastico, una successione fantomatica e discontinua di tutte le funzioni sparse, di tutti i segni senza gerarchie...

(J. Baudrillard, "L'America")

 

"La bytizzazione dei sentimenti, la versione fax delle obsolete missive, la trasposizione in megabyte dell'antica memoria storica, costituiscono oggi la quotidianità, esprimono la necessaria adesione al proprio tempo, per cui essendo l'ambito urbano il diretto accoglitore di queste trasformazioni, la città quindi finisce con l'evolversi da modello di forma a modello dell'evoluzione; diventa cioè un sistema di circuiti, così come l'architettura diviene progetto-computer. Ciò che la moderna metropoli comunica è quindi la tecnicizzazione di se stessa e della mano dell'uomo che l'ha prodotta (...), un UPGRADE necessario"

(V. Russi, "Città e decostruzione: per una semantica dell'architettura e della metropoli contemporanea"

 

"Una specie di non città appare all'orizzonte. Al luogo, inteso come qualità centrale (morfologica e concettuale) della città consolidata, si oppone il non-luogo, nella nozione antropologica introdotta da M. Augè, della metropoli diffusa e della città immateriale delle reti. I non-luoghi rappresentano lo scenario essenziale della "sur-modernità"; il non luogo coincide con "l'heterotopie" (M. Foucault): esso è un prodotto paradossalmente deterritorializzato, legato al transito piuttosto che alla presenza. E' un luogo nomade, se l'espressione può avere senso. E' oggi crescente la presenza dei non-luoghi. Essi vivono non più come quelli della città consolidata, nella loro presenza fisica ed inconfondibile identità, ma nel tempo della percezione e dell'uso da parte del fruitore, un anonimo "homo metropolitanus". Sono luoghi non abituali, non permanenti ma, come qualsiasi oggetto di consumo, destinati a seguire il mutare periodico e l'esaurirsi delle tendenze collettive...

(L. Manzione, "A-topics, U-topics, EU-topics. La periferia e/è la città?")

 

Gran parte del materiale inserito è tratto dal testo di:

Krishan Kumar: le nuove teorie del mondo contemporaneo, Piccola biblioteca Einaudi,1995.

per Gli estratti di J. baudrillard, V. Russi, L. Manzione sono pubblicati presso consultare il link:

http://www.architettura.it/files

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