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From: Drag © <draghetto@wanadoo.fr> 07/13/00 19:11 Subject: [polverosi-ichnusa] CMRP Ichnusa 2000 - Introduzione e 1°giorno. To: polverosi-ichnusa@egroups.com "Cantami, o Diva, degli italici polverosi, che infiniti solchi incisero nella terra di Sardegna..." E come altro si potrebbe cominciare a raccontare un CMRP epico come l'Ichnusa 2000 se non con epiche parole? Un'avventura che, per me e Aurel, durerà solo 5 giorni, ma che resterà incisa profondamente in quella parte della mente predisposta ai ricordi e in quella parte dell'anima che accoglie le sensazioni. Senza parlare delle piaghe sulle natiche! Il viaggio di avvicinamento al CMRP per noi comincia una settimana prima. Percorreremo infatti circa 3150 km a passeggio per il massiccio centrale e per i passi alpini a cavallo tra il confine francese, quello svizzero e italiano. Una lunga, e faticosa, passeggiata tra foreste e montagne, sempre su asfalto, fino a domenica 2 dove siamo a Lyon in attesa di partire il giorno dopo per Marsiglia e quindi per la Sardegna. 1° Giorno - ARRIVO AL CMRP Il nostro CMRP Ichnusa 2000 comincia lunedì 3 a Marsiglia, da cui parte il nostro traghetto alla volta di Porto Torres. Arriviamo al molo alle 15.45, con un'ora e un quarto di anticipo sull'orario di partenza e dopo aver percorso i 260 km che dividono Lione, dove avevamo passato la notte, al porto di Marsiglia. L'attesa è resa piacevole dai commenti e dai sorrisini di tutta la gente che vedendo le nostre targhe italiane ripensava automaticamente alla finale degli europei di calcio della sera prima ed alla sonora bastonata che la Francia ha dato all'Italia. Alla fine della partita, Lione era un carosello di auto, suoni, colori e gente fuori di testa che ha festeggiato questa vittoria in maniera smodata fino alle 4 di mattina... Senza lasciar dormire noi poverini! Ci imbarchiamo e cominciamo il viaggio, che sarà molto piacevole. Il traghetto è molto piccolo, in effetti trasporta soprattutto containers, ma può ospitare un cinquantina di persone in maniera molto più confortevole di un traghetto normale. Mangiamo bene e chiacchieriamo, tra l'altro anche di calcio, con una coppia di parigini e un'altra di simpatici belgi, anche loro diretti in Sardegna su due ruote... ma a pedali! Onore al merito! Siamo un po' stanchi e dopo cena ci ritiriamo in cabina per dormire, ma il mare stimola certi appetiti in mia moglie (per questo l'ho sposata!) e quindi dormiremo poco... L'arrivo è previsto per le 11.00, ma arriviamo a mezzogiorno passato. Ci spiegano che il ritardo è dovuto ad un surriscaldamento dei motori intervenuto durante la notte, che ha obbligato il traghettino a ridurre la velocità. Il calore sarà infatti il motivo portante di questa prima giornata. Scendiamo a Pto Torres, la giornata è bellissima ed il sole incredibilmente caldo. Non ho portato il caricabatterie per il cellulare, così scrivo un SMS a Danix e a Pit&Pat per avvertirli dell'ora di arrivo al campeggio prevista. Sul GPS avevo già memorizzato le coordinate del campeggio indicato da Danix, in quel di Cagliari, e mi valuta ottimisticamente un viaggio della durata di circa 2 ore e mezza. Partiamo un po' bardati, pantaloni da cross, giubbottoni, foulards, guanti, scarponi, protezioni... Aurel mi chiede se per caso non avremo un po' caldo, io gli rispondo che in Sardegna c'è sempre un po' di vento a mitigare la temperatura e che comunque per ragioni di sicurezza conveniva coprirsi bene. Così partiamo, dopo Sassari il panorama che si snoda lungo la statale 131 è magnifico, sembra veramente di essere su un'altro pianeta per noi abituati alle nostre foreste ed alla nostra eterna pioggerellina. Ma ragazzi: che caldo!!! Ad un terzo della strada siamo bagnati di sudore, cerchiamo disperatamente un autogrill o qualcosa del genere dove fare benzina, pranzare e soprattutto bere. Acqua liscia per Aurel e CocaCola per me, ovviamente! Dopo una pausa di 20 minuti riprendiamo la strada. A 30 Km da Cagliari il calore si fa inverosimile, sono le 15 e il termomentro del computer di bordo segna 42.8°. Penso che sia sbagliato, eppure il calore che sale dall'asfalto e si infila sotto il casco è tale da farmi temere che qualcosa stia bruciando nel motore. Aurélie tiene duro, ma so che lei è ancora meno abituata di me al calore. Ovviamente dell'eterno vento gentile di cui tanto le avevo parlato non se ne vede neanche l'ombra. Sapremo più tardi che quello stesso giorno all'interno della Sardegna, in certi punti, la temperatura sarà salita fino ai 50°, un record! Fortunatamente arriviamo a Cagliari, il viaggio tutto sommato è passato rapidamente, grazie al GPS mi perdo solo una dozzina di volte ed alla fine trovo la strada costiera per il campeggio. Arriviamo alle 15.45, dopo 254 Km e siamo ricevuti da un apoteosi di saluti, finalmente conosco di persona Danix, polveroso che già stimavo molto prima di conoscerlo IRL e che ora ha raggiunto i più alti vertici nella mia classifica personale delle persone più gentili e disponibili che io abbia mai conosciuto. Qualcuno che è completamente in antitesi con il concetto di egoismo. E' un grande piacere riabbracciare Pit, Patrizia sembra molto in forma, conoscere Loriano, Toi e Simplo. Ed è un grande piacere per me presentare mia moglie, motociclista da 10 settimane e aspirante polverosa. L'atmosfera si fa subito familiare e ci sembra di conoscerli da sempre. Piantiamo immediatamente la tenda e ci facciamo la doccia, alla reception c'è un cerbero travestito da signorina che ci obbliga ad attaccae alle moto due adesivi orribili perchè: "Senza di questi non potete entrare. Visto che poi ci sono tutte queste moto..." Raggiungiamo gli altri al bar, che rimarrà per tutto il CMRP il nostro punto di ritrovo, e ci prepariamo ad aspettare Viktuar e Laura, attesi per il tardo pomeriggio. Molto bene, noi abbiamo già fame! Come molti sapranno, Viktuar è sinonimo di ritardo. Non lo fa apposta, solo che non conosce il significato dell'essere puntuali. Stare con Viktuar significa essere in ritardo, per definizione. Ma è un tipo così strano e simpatico che sa farsi perdonare questo piccolo difetto... In effetti di difetti ne scopriremo altri durante la nostra permanenza (russa, è logorroico fino alla morte...) (Ohè, Vik! Non ti arrabbiare, che scherziamo!!!) Così, Viktuar e zavorra arrivano alle nove e mezza circa, grande festa di benvenuto e subito a montare la tenda, la fame è tanta! Viktuar me lo ricordavo più basso, ma forse è il matrimonio che mi ha accorciato. In due minuti la tenda è montata grazie anche all'intervento di Pit e mio. Vorrei segnalare qui la strana mania di Pit per i picchetti! Ama i picchetti, e soprattutto ama piantarli (o farli piantare), adducendo come scusa il terribile Maestrale sardo, in grado di strappare qualsiasi cosa non sia ancorata a terra almeno con un metro cubo di picchetti. A Viktuar invece i picchetti gli stanno antipatici. Non li mette, o ne mette uno, due per fare pari. Credo che pressato da Pit arriverà a piantarne quasi quattro, se non erro! La zavorra di Viktuar si chiama Laura, ed è una ragazzina carina dagli occhi chiari e dal musino furbo con un simpaticissimo accento reggiano. Già canonizzata solo per il fatto di stare con lui, acquisterà moltissimi punti a suo vantaggio durante la settimana che passeremo insieme. Sarà la nostra più importante fonte di informazioni sulle strane abitudini del suo uomo. Finalmente alle 10 andiamo a mangiare! Una bella tavolata all'aperto in una pizzeria non lontana dal campeggio. E' tutto stupendo, le moto posteggiate vicine, l'aria dolce della notte, il vociare allegro dei nostri nuovi amici polverosi. Tornati in campeggio, ci addormenteremo immaginando gli sterrati, le spiagge, il mare e tutte le altre cose magnifiche che vedremo e faremo, da polverosi con i polverosi, l'indomani. Ovvero, avremmo voluto addormentarci, ma Pietro riesce a tenerci svegli producendosi in un russare talmente fragoroso e disumano che non esiterò, il giorno dopo, ad incolpare l'innocente Viktuar. Il sonno arriverà dopo un poco di attività fisica a due e con l'adozione dei mai tanto benedetti tappi per le orecchie!
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