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L'assessore al bilancio Cardillo risponde al senatore Ds Villone
Ecco perché il Comune aumenta le tariffe dei trasporti pubblici
ENRICO CARDILLO
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Oggi come si governa e si crea consenso nei governi locali quando lo Stato trasferisce meno risorse e più responsabilità? Interrogativo di grande attualità dopo la riforma federale costituzionale confermata dal referendum popolare. Il centrosinistra governando (a volte anche con Rifondazione comunista) ha debellato l'enorme debito pubblico che copriva la spesa e quell'enorme gabella per i salari rappresentata dagli alti tassi di inflazione.
Ora l'Italia è in Europa e le autonomie regionali e locali, a partire dal Mezzogiorno, hanno contribuito a rispettare il patto di stabilità interno. E sarebbe autolesionista se la sinistra e l'Ulivo non rivendicassero questo merito. Politiche di rigore hanno liberato risorse importanti per lo sviluppo, il lavoro, la riqualificazione urbana e ambientale del Mezzogiorno, l'inclusione sociale, la formazione, l'istruzione, la ricerca. Così anche a Napoli dal 1993 si è realizzata un'esperienza di governo che ha assunto l'Europa ed il federalismo come opportunità.
Anzi, dopo la dichiarazione di dissesto del 1993 si è governato per declinare il risanamento del bilancio con politiche capaci di valorizzare risorse strategiche di Napoli, rendere la città normale, competitiva, attrattiva e fortemente segnata da spinte per le inclusioni sociali. Si è rinnovata la raccolta rifiuti urbani con un costo annuo di circa 300 miliardi di lire per il Comune. Così come diffuse e innovative politiche sociali puntano ad esaltare l'inclusione delle fasce deboli impegnando 270 miliardi l'anno. Per i lavoratori socialmente utili vengono destinati 120 miliardi. Altrettante risorse, potremmo documentare, sono state impegnate per essenziali servizi pubblici. Uno sforzo enorme in una realtà dove spesso il Comune è tutto per i cittadini, i loro bisogni anche quando le responsabilità sono altrove.
Questo, il tratto distintivo dell'originale e straordinario patrimonio politico del governo di Napoli in questi anni. Chi può smentirlo? Ma una classe dirigente responsabile deve anche essere consapevole che la spesa pubblica non è una variabile indipendente. Nella stagione del federalismo (anche se equo e solidale) i bilanci dei Comuni devono preoccuparsi altrettanto delle entrate locali considerando che sempre più diminuiranno quelle statali. E, d'altra parte, sarebbe contraddittorio rivendicare autonomia impositiva, fiscale ed essere indifferenti alla capacità di entrate.
Allora è doveroso porre il problema che a Napoli non è più possibile tollerare l'incapacità di riscuotere le contravvenzioni al codice della strada, le aree di evasione ed elusione di Ici, Tarsu, Tosap. Ed è normale che nella gestione di parcheggi a raso le entrate per le casse comunali siano zero? Insomma, la giunta Iervolino sa che per realizzare il suo programma deve assicurarsi le entrate e governare la spesa nei limiti del patto di stabilità qualificandola.
E' questo lo snodo del bilancio 2002 che preventivamente rispetta il patto di stabilità nei limiti indicati dalla Finanziaria. Lo facciamo per evitare la penalizzazione di un ulteriore taglio dei trasferimenti statali al Comune di Napoli nel 2003 e 2004 che la stessa legge prevede. Noi pure pensiamo, come Massimo Villone domenica su Repubblica, che le bugie hanno le gambe corte ed egli ha ragione nel dire che si può chiedere il giusto ai cittadini se si tengono i conti a posto. E' in questo contesto che per Napoli abbiamo proposto una nuova offerta tariffaria capace di incentivare l'uso del trasporto pubblico. In un settore le cui tariffe erano ferme dal 1997 e che ha rappresentato una vera rivoluzione. Basti pensare al parco autobus, alla metropolitana, agli investimenti per le funicolari. Oggi il trasporto pubblico a Napoli è un'altra cosa rispetto al passato. E se prevediamo anche un giusto ritocco a tariffe che, comunque, se adeguate saranno le più basse d'Italia nel rapporto costominuto, perché non valutarne le ragioni? Oltretutto il Comune continuerà ad integrare con 15 miliardi di lire l'anno l'abbonamento per studenti, anziani ed invalidi, unico caso in Italia.
Infine, il necessario taglio alla spesa corrente del nostro bilancio è fatto senza mettere in discussione le priorità di questi anni a partire dalla spesa sociale. La sinistra e l'Ulivo hanno dimostrato che rigore, equità e sviluppo possono coesistere. Ma, nel frattempo, dobbiamo avere bilanci capaci di sostenere efficaci servizi comunali, e soprattutto, che tengano indissolubilmente insieme i numeri con il progetto con la P maiuscola per Napoli.
ENRICO CARDILLO, ASSESSORE AL BILANCIO E RISORSE STRATEGICHE DEL COMUNE DI NAPOLI |
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