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"Città bella e concreta, ora più lavoro ai giovani"
Ciampi alla festa del metrò elogia e striglia Napoli


OTTAVIO RAGONE

I giovani e l'occupazione nel Mezzogiorno, la ricchezza di intelligenze e di talenti sperperata da un mercato del lavoro ancora troppo angusto. Carlo Azeglio Ciampi si immedesima nei destini di Napoli, vive sulla sua pelle le contraddizioni della città che ama più di ogni altra. Ecco perché richiama ancora una volta l'attenzione sui temi del lavoro durante la sua breve visita, avvenuta ieri mattina per inaugurare la nuova metropolitana di piazza Dante e per visitare la sede del Mattino in via Chiatamone, in occasione dei 110 anni dalla fondazione del giornale. «Trovate occupazione ai vostri giovani, qui, in loco», esorta. Prima di congedarsi per rientrare a Roma batte sullo stesso tasto: «Credo che a Napoli ci sia l'impegno di tutti i responsabili per creare nuovi posti di lavoro. Rispondere alle esigenze dei giovani è un impegno di tutte le autorità e anche degli imprenditori napoletani».
Il messaggio del presidente della Repubblica, come spesso accade, non è univoco. Contiene molte, giustificate lodi nel giorno in cui il sindaco Rosa Russo Iervolino con la fascia tricolore e il presidente della Regione Antonio Bassolino, emozionati, consegnano ai cittadini una straordinaria opera pubblica, la strada di ferro dai quartieri collinari al centro antico destinata a rivoluzionare le abitudini e perfino la mentalità collettiva, nel segno delle grandi capitali europee. Ma il capo dello Stato incita anche a rimboccarsi di più le maniche: «Non stancatevi di affrontare nuove sfide. State facendo molto, ma tanto ancora resta da fare». Da un lato Ciampi riconosce la «grande passione civile della città, la concretezza, la capacità di realizzare i progetti», esorta i napoletani ad essere orgogliosi della duratura fase di Rinascimento civico. Dall'altro ricorda che Napoli «non utilizza ancora in pieno la sua straordinaria posizione nel Mediterraneo», quel ruolo di metropoli cerniera tra il nord e il sud dell'Europa. È uno stimolo, certo, ma cos'altro potrebbe fare il presidente della Repubblica? Non tocca a lui creare nuovi posti di lavoro. Può spingere, incitare. «Non vedo l'ora - dice, infatti - che finisca l'opera di risanamento dei suoli a Bagnoli, questa splendida plaga deve diventare centro di vita culturale, fonte di reddito e di ricchezza».
Ecco il senso della visita di Ciampi a Napoli, dopo l'appello al governo - lanciato l'altro giorno da Isernia - affinché rispetti l'opposizione. La forza del dialogo, l'unità dei partiti e dei sindacati nella lotta al terrorismo. Ciampi fa un riferimento alle tensioni politiche: «L'Italia va avanti, non drammatizziamo». Con il suo spregiudicato tempismo Bassolino afferra al volo il richiamo del capo dello Stato: a Napoli e in Campania, afferma, «la concertazione tra le istituzioni e le forze sociali rappresenta un modello concretamente attuato. Qui, signor presidente, i suoi messaggi trovano piena accoglienza. A parti invertite, con il centrosinistra al governo e la Casa delle Libertà all'opposizione». Collaborazione, rispetto reciproco, nell'interesse dei cittadini. Parole condivise dal sindaco e dal ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi. Bassolino, nel suo intervento, cita anche l'ex vicesindaco Riccardo Marone, principale artefice del nuovo metrò. Ieri era anche, forse soprattutto, il giorno di Marone, che però, schivo, si tiene in disparte, accanto agli operai. È folto, invece, il plotone delle autorità quando Ciampi, alle 10, giunge nella stazione di Salvator Rosa. Ci sono tra gli altri il presidente di Confindustria Antonio D'Amato, il cardinale Michele Giordano, deputati, senatori, assessori, consiglieri comunali, il presidente del Consiglio regionale Domenico Zinzi, il sottosegretario Antonio Martusciello. Il critico d'arte Achille Bonito Oliva fa da cicerone al presidente.
Il trenino giallo della metropolitana parte da Salvator Rosa e si ferma a piazza Dante, la stazione progettata da Gae Aulenti. Le opere di Kounellis, Alfano, Kosuth, il mosaico di De Maria, gli specchi di Pistoletto ripropongono il connubio tra arte e metrò già sperimentato a Napoli. Ciampi osserva e dispensa lodi: «È un inno alla vita», esclama, «questa combinazione tra passione civile e concretezza mi fa sperare che la città andrà avanti e tornerà ad essere quella che è stata nei secoli». Conclusa l'inaugurazione il presidente fa visita al Mattino. Pone l'accento sul valore del pluralismo nell'informazione. Insiste: «La rinascita di Napoli deve continuare, sarò qui tra voi ogni volta che la città farà un altro passo avanti importante». Ricorda il filosofo Gadamer, scomparso di recente. Amava Napoli, con la stessa viscerale intensità con cui la ama il cittadino onorario Carlo Azeglio Ciampi.
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