INDICE EDIZIONI | Venerdì 9 Agosto 2002 |
MARCO MARTONE
Un distributore automatico di biglietti,
all’apparenza ultramoderno e funzionale. I tasti digitali,
la schermata luminosa: basta inserire le monete, attendere
qualche secondo e il gioco è fatto, ecco il biglietto che
dà diritto alla corsa sui mezzi pubblici. Sembra tutto
molto facile e invece non è così, almeno per i passeggeri
di metropolitana e funicolari collinari, per i quali
l'acquisto del ticket diventa spesso una vera e propria
impresa. Numerose segnalazioni di protesta sono giunte
anche da parte dei lettori del nostro giornale, costretti
spesso a fare i portoghesi, nell’impossibilità di riuscire
a procurarsi un tagliando per il viaggio.
Il problema
lo ha creato, sia pure indirettamente, l'avvento dell'euro:
dal primo gennaio anche gli apparecchi che distribuiscono
tagliandi sono stati adeguati alla nuova moneta.
Particolare non trascurabile però è che le stesse
macchinette non sono abilitate a restituire il resto.
In pratica i distributori non riconoscono altro
importo se non quello esattamente corrispondente
all'acquisto del tagliando (vale a dire 0,77 centesimi). Un
solo centesimo in meno o in più manda in tilt il computer
interno. E come se non bastasse accade anche, in più di un
caso, che non venga erogato né il biglietto, né soldi. A
completare il quadro la scarsa presenza, soprattutto in
questo periodo estivo, di punti vendita in città. Per cui
se non funzionano i distributori e sono chiusi tabaccai o
edicolanti, diventa un’odissea poter salire a bordo di
metrò e funicolari con il biglietto
«Le lamentele sono
quotidiane - dice Ernesto Torre, responsabile della
funicolare centrale di piazza Fuga - abbiamo anche fatto
richiesta alla Napolipass che gestisce il servizio, di
dotare la zona di altri punti vendita, alternativi alle
macchine erogatrici, ma fino a ora non abbiamo avuto alcuna
risposta».
Anche in questi giorni le stazioni del
Vomero, così come quelle del centro, sono state teatro di
disagio e situazioni paradossali: pendolari costretti a
rovistare rovistare nelle proprie tasche e nelle borse alla
ricerca di quel centesimo in più per raggiungere la tanta
sospirata cifra di 0,77 centesimi. «Finalmente ci sono
riuscita - dice Silvana Picillo, mentre stringe tra le mani
il tagiando - ma è assurdo che non si provveda a risolvere
il problema». E non sono mancate nei giorni scorsi le
proteste dei turisti. «Così rischiamo solo di fare una
brutta figura nei confronti dei vacanziaeri - spiega
sconsolato il capo servizio della Funicolare, Vincenzo
Razzano- eppure già arrotondare la cifra a 80 centesimi
semplificherebbe enormemente le cose».