INDICE EDIZIONI Venerdì 29 Marzo 2002

La nuova piazza
divide la città
«Ridateci le palme»

CRISTIANO TARSIA
Duemilacinquecento firme per chiedere più verde. Il quartiere si era mobilitato già a inizio anno per riavere indietro le quattro palme che prima della costruzione del metrò campeggiavano a piazza Dante. Tanto è vero che al sindaco Iervolino sono state inviate due foto: una, come era la piazza vent’anni, assediata dalle auto, è vero, ma con un giardino in mezzo, con le quattro palme secolari che per tanti anni sono state il simbolo della piazza. Una di come sarà, una distesa di pietra, senza panchine, una place royal, alla francese, in pratica un vuoto, dove si incontrano i cittadini.
I consiglieri comunali dei Verdi, Stefano Buono e Giampaolo Verde, hanno presentato un’interrogazione al sindaco Iervolino in cui chiedono più verde e arredo urbano. La risposta lascia una porta aperta: la Aulenti «demanda a un successivo intervento di arredo urbano e alle attività di ristorazione e culturali l’animazione della piazza stessa». Le panchine, in parole povere, saranno sistemate in un secondo momento. Per quanto riguarda il verde, però, la progettista ha fatto sapere che rimarrà quello di ora.
«Dovevano essere previsti alberi e piante - sostiene Buono, capogruppo dei Verdi - la Aulenti dice che non ci sarà più verde? Mi sembra che lei sia la progettista, non rappresenti l’amministrazione...». Intanto, però, potrebbero essere aperti al pubblico i giardini del Convitto Nazionale. Una decisione allo studio di Comune e Soprintendenza che stanno curando un progetto per un’apertura del polmone verde dell’istituto, disponibile al pubblico quando la scuola è chiusa.
Gli abitanti, insomma, pensano a Piazza Dante come a un’occasione sprecata, affogata nel cemento e nella pietra. Anche se, a onor del vero, lo stesso mondo ambientalista si divide nel dare un giudizio sul progetto di Gae Aulenti.
Estremamente critici i Vas, Verdi Ambiente e Società. «È una piazza senza colore - dice Antonio D’Acunto - d’estate sarà quasi un paesaggio lunare. Diciamo che la Aulenti ha firmato un progetto senza conservare memoria di quella che era una piazza». Sulla stessa lunghezza d’onda il Wwf. «Bene il metrò - afferma Ornella Capezzuto - ma bisognava rispettare lo spirito della piazza».
Favorevole al nuovo stile Legambiente. «Non condividiamo l’attacco a Gae Aulenti - dicono Anna Savarese e Michele Buonomo, direttore e presidente regionale - è stata un’operazione culturale, il verde si può sistemare in altre piazze».
E sull’uso della pietra etnea scoppia la polemica del sindaco di Terzigno, Nino De Falco. «È stata una scelta infelice - spiega De Falco - non siamo certo soddisfatti per il materiale usato dall’Aulenti, come le piastrelle per la pavimentazione. A Terzigno vi sono tre cave per l'estrazione di pietre laviche che vengono lavorate ed esportate in tutto il mondo per la qualità che è di gran lunga diversa e non paragonabile a quella dell’Etna».
Ieri mattina è stato il primo giorno di esercizio del metrò. Preso letteralmente d’assalto dall’utenza. Metronapoli, la società che gestisce la linea, ha fatto sapere che «dai dati pervenuti fino alle ore 14, nonostante la chiusura scolastica, il numero di viaggiatori in ingresso nella stazione Dante ha raggiunto il numero di circa 3000 unità». «Inoltre - conclude il comunicato - si comunica che, a partire dalle ore 13 il servizio navetta nella tratta Vanvitelli-Dante è stato potenziato aumentando le vetture dei convogli da quattro a sei». E per potenziare ancora il servizio parte oggi, nelle stazioni Centrali delle ferrovie dello Stato delle città di Milano, Torino, Firenze e Roma, una campagna di informazione nazionale, con 150 poster affissi nei punti di maggior passaggio, per far conoscere l'esistenza a Napoli di una rete di trasporto su ferro «efficace ed in continua evoluzione».
Peccato che ieri i tornelli, le macchine obliteratrici, non funzionavano. I dipendenti di Metronapoli hanno dovuto vistare i biglietti a mano, con penna e timbro. Del resto era impossibile trovare i biglietti nella stazione. I due macchinari automatici, installati da Napolipass, erano spenti.