INDICE EDIZIONI | Lunedì 24 Giugno 2002 |
CRISTIANO TARSIA
«Il buco nell’Anm? Se c’è, non è colpa
del Comune». Enrico Cardillo, assessore al bilancio e alle
partecipate, dà la versione di Palazzo San Giacomo sul
bilancio in rosso dell’Azienda napoletana mobilità e bolla
le voci di un taglio di contributi da parte del Comune come
«una caricatura evidente quella che vorrebbe che il Comune,
unico proprietario, mettesse in ginocchio una sua azienda».
Di più, Cardillo parla di interessi oscuri. «È
incomprensibile. Non so chi ha interesse a montare una
tempesta in un bicchier d’acqua. Ho incontrato recentemente
il Cda dell’Anm e non c’è stata nessuna diversità di
opinione. Queste voci di buchi non so da dove
nascono».
Niente tagli di contributi dunque?
«Si,
uno c’è stato. Di cinque milioni di euro. Divisi però tra
Anm e Ctp. Non capisco come mai quest’ultima azienda non si
sia lamentata».
E il buco di 30 milioni di euro allora
come nasce?
«Innanzitutto dobbiamo vedere se si tratta
di quella cifra. Comunque ne discuteremo nel consiglio di
amministrazione previsto a inizio luglio. Nel quale,
ricordo, parleremo del bilancio consuntivo Anm del 2001,
anno durante il quale il Comune non ha effettuato tagli di
contributi, previsti invece nel preventivo nel 2002, i
cinque milioni di euro appunto».
Ma perchè questi 5
milioni in meno?
«Al Comune non c’è una situazione
economica florida, abbiamo chiesto di fare sacrifici ma
solo per quest’anno. Il prossimo torneremo alla
normalità»
Dunque all’Anm va tutto bene? La situazione
è florida, pensando anche al regime di libera concorrenza
nei trasporti, ormai incipiente?
«Magari tutte le
aziende fossero come l’Anm, dormiremmo sonni più
tranquilli. Un esempio di come si sta lavorando e di come
la situazione è sotto controllo? Proprio ultimamente, con
la mia mediazione, abbiamo messo le basi per il nuovo
contratto aziendale, un integrativo che prevede più soldi
per i dipendenti e maggiori costi per l’azienda. Così come
abbiamo firmato il nuovo contratto di servizi; in base al
quale il Comune pagherà le prestazioni aggiuntive, come ad
esempio gli ausiliari del traffico. Non è una situazione
compatibile con una crisi, nè mi sembra che
l’amministrazione voglia penalizzare l’Anm».
Nessun
allarme a via Marino?
«Sicuramente bisogna cambiare
modo di pensare. Prima le aziende pubbliche facevano i
bilanci con la sommatoria dei contributi della Regione e
del Comune. Siamo ormai alla conclusione di questa
mentalità. Anche l’Anm deve guardare a un futuro in cui ci
sarà la libera concorrenza e adeguarsi».
In che
modo?
«Dobbiamo avere una visione globale dei trasporti
pubblici. Anm, Ctp e Metronapoli devono far parte di uno
stesso sistema integrato. Solo così si può andare sul
mercato».
I livelli occupazionali sono al
sicuro?
«Non si toccano, mi sembra indubbio. Basti
pensare, a questo proposito, che solo un mese fa il Ctp ha
proceduto all’assunzione di cento nuovi autisti».
E il
costo dei biglietti è destinato a salire?
«È al varo
del consiglio comunale. Ma non lo tocchiamo da anni. È lo
stesso dal ’94, quando ad esempio non c’era la
metropolitana da Vanvitelli a Dante. La nostra intenzione è
di portarlo a un euro, cifra più bassa in Italia se
rapportata al chilometraggio offerto dal trasporto
pubblico».
Basterà l’aumento a rimpinguare le casse
dell’Anm?
«Basterà, per una ragione. I soldi
provenienti dal biglietto Unico vengono ripartiti tra Anm,
Metronapoli, Ctp, Sepsa e Cumana, in proporzione rispetto
ai passeggeri. L’Anm è quella con le maggiori quote ma
secondo me non è ancora abbastanza. Il mio progetto è di
rivedere le divisioni e cambiare i corrispettivi.
All’Azienda napoletana mobilità spettano sicuramente più
soldi».