INDICE EDIZIONI Mercoledì 27 Marzo 2002

Aulenti: brutta statua. Guglielmo: è banale il tuo progetto

«Spostare la statua di Dante? Mi sembra malcostume parlare dopo che le cose sono state fatte. Chi voleva intervenire poteva farlo prima, quando si è discusso del progetto». E ancora. «La Aulenti dice che la statua è brutta? Ha progettato una pavimentazione avulsa dalla piazza e due pensiline che sono pugni negli occhi». Il Soprintendente ai Beni Architettonici Enrico Guglielmo rispedisce le accuse ai mittenti.
L’architetto Gae Aulenti, la matita del progetto, aveva definito, in mattinana, senza mezzi termini, «un monumento molto brutto» l’opera di Tito Angelini. «Il soprintendente Zampino (il predecessore di Guglielmo n.d.r.) aveva approvato il mio progetto. E in mezzo alla piazza avevo previsto un vuoto. La statua di Dante era decentrata nei giardini». Critiche alla Aulenti erano state mosse soprattutto dai cittadini che chiedono più verde. «Ma questa è una piazza di pietra, alla francese. E poi il verde c’è. È nel giardino a lato della piazza». Sul monumento al sommo poeta alla fine l’ha avuta vinta il sovrintendente. «Guglielmo ha detto no, e aveva tutto il diritto di dire no».
Leggermente diversa la versione del Sovrintendente ai beni architettonici. «Innanzitutto - sottolinea Guglielmo - non è mai esistito un progetto di sistemazione della statua di Dante. La Aulenti l’aveva lasciata nei giardinetti, ma senza darle una precisa collocazione. E poi non è assolutamente giustificato eliminarla perché è brutta; altrimenti dovremmo buttare quasi tutte le statue di Napoli». Un altro attacco della Aulenti riguarda la mancanza di armonia tra statua e piazza. «La Aulenti - replica Guglielmo - ha progettato una pavimentazione semplice, banale, che non tiene alcun conto dell’esedra. È avulsa completamente dal contesto. La statua non c’entra nulla». Un’altra critica del soprintendente riguarda le pensiline di ingresso del metrò. «In tutte le città europee ci sono semplici scale all’entrata. E basta. Qui hanno fatto delle pensiline che contrastano con la vista prospettica dell’esedra. E che tra poco, quando verranno ricoperte di scritte, di graffi, diverranno obsolete». Il progetto della Aulenti è stato curato da Zampino. «Se io avessi avuto la possibilità - continua Guglielmo - sicuramente avrei evitato le pensiline. E anche sulla pavimentazione avrei avuto da ridire, visto che non ha nessun riferimento al progetto di Vanvitelli». E di spostare la statua non se ne parla. «Ora che non si può fare più nulla, si sta parlando della statua. È solo malcostume, per amore di critica».
cr. tar.