Aulenti: brutta statua.
Guglielmo: è banale il tuo progetto
«Spostare la statua di Dante? Mi sembra malcostume parlare
dopo che le cose sono state fatte. Chi voleva intervenire
poteva farlo prima, quando si è discusso del progetto». E
ancora. «La Aulenti dice che la statua è brutta? Ha
progettato una pavimentazione avulsa dalla piazza e due
pensiline che sono pugni negli occhi». Il Soprintendente ai
Beni Architettonici Enrico Guglielmo rispedisce le accuse
ai mittenti.
L’architetto Gae Aulenti, la matita del
progetto, aveva definito, in mattinana, senza mezzi
termini, «un monumento molto brutto» l’opera di Tito
Angelini. «Il soprintendente Zampino (il predecessore di
Guglielmo n.d.r.) aveva approvato il mio progetto. E in
mezzo alla piazza avevo previsto un vuoto. La statua di
Dante era decentrata nei giardini». Critiche alla Aulenti
erano state mosse soprattutto dai cittadini che chiedono
più verde. «Ma questa è una piazza di pietra, alla
francese. E poi il verde c’è. È nel giardino a lato della
piazza». Sul monumento al sommo poeta alla fine l’ha avuta
vinta il sovrintendente. «Guglielmo ha detto no, e aveva
tutto il diritto di dire no».
Leggermente diversa la
versione del Sovrintendente ai beni architettonici.
«Innanzitutto - sottolinea Guglielmo - non è mai esistito
un progetto di sistemazione della statua di Dante. La
Aulenti l’aveva lasciata nei giardinetti, ma senza darle
una precisa collocazione. E poi non è assolutamente
giustificato eliminarla perché è brutta; altrimenti
dovremmo buttare quasi tutte le statue di Napoli». Un altro
attacco della Aulenti riguarda la mancanza di armonia tra
statua e piazza. «La Aulenti - replica Guglielmo - ha
progettato una pavimentazione semplice, banale, che non
tiene alcun conto dell’esedra. È avulsa completamente dal
contesto. La statua non c’entra nulla». Un’altra critica
del soprintendente riguarda le pensiline di ingresso del
metrò. «In tutte le città europee ci sono semplici scale
all’entrata. E basta. Qui hanno fatto delle pensiline che
contrastano con la vista prospettica dell’esedra. E che tra
poco, quando verranno ricoperte di scritte, di graffi,
diverranno obsolete». Il progetto della Aulenti è stato
curato da Zampino. «Se io avessi avuto la possibilità -
continua Guglielmo - sicuramente avrei evitato le
pensiline. E anche sulla pavimentazione avrei avuto da
ridire, visto che non ha nessun riferimento al progetto di
Vanvitelli». E di spostare la statua non se ne parla. «Ora
che non si può fare più nulla, si sta parlando della
statua. È solo malcostume, per amore di critica».
cr.
tar.