INDICE EDIZIONI | Domenica 18 Maggio 2003 |
FRANCESCO VASTARELLA
Progetti aggiornati e
finanziamenti ora ci sono. La scommessa è tutta sui tempi.
Aprire entro due anni gli undici chilometri della nuova
ferrovia Alifana che separano Aversa centro dalla stazione
Piscinola-Scampia del metrò linea 1 di Napoli. Cinque le
stazioni: Piscinola-intescambio, Mugnano-Melito, Giugliano,
Aversa Ippodromo, Aversa centro. Ma come si fa a
scommettere su due anni per un’opera attesa da ventisette,
cominciata nel 1984 e ripresa soltanto di recente? «A colpi
di penali e di premi per le imprese», rispondono
all’unisono il presidente Antonio Bassolino e l’assessore
regionale ai Trasporti, Ennio Cascetta.
Il governatore
parla di Alifana, fa riferimento alle opere di integrazione
della rete di metropolitana regionale, esalta «la grande
squadra di tecnici e di politici che opera nel settore». Un
riferimento non casuale. È l’occasione che Bassolino coglie
per affrontare la polemica sulla lobby dei trasporti e sui
presunti conflitti di interesse: «Non vedo dov’è il
problema, nè dove sarebbe il conflitto d’interesse. Per il
metrò del mare l’assessorato ha fatto una gara e c’è un
consorzio nel quale ci stanno tutte le imprese, nessuna
esclusa. Dov'è il conflitto d’interesse? Si cita la nomina
del commissario dell'Azienda di turismo di Amalfi, Mario
Pagliari (marito della consigliere Anna Ummarino,
componente della commissione consiliare dei trasporti e
imprenditrice marittima, ndr)? Bene, l'ha nominato la
giunta perché è un bravo imprenditore: quale
incompatibilità ci dovrebbe essere? Il presidente di
UnicoCampania Antonietta Sannino? È una manager bravissima,
ce ne fossero molti altri della sua qualità: ha peraltro un
contratto di diritto privato, non ha l'esclusiva. Si parla
di una società fatta dalle figlie della Ummarino. Una lobby
talmente potente - ironizza Bassolino - che non ha mai
fatto nulla. Credo abbia partecipato a un bando per
l'imprenditoria femminile: ne è rimasta fuori, non ha preso
una lira. Bella lobby...».
Ma torniamo all’Alifana. Una
marcia a tappe forzate per le aziende coinvolte nel
programma di opere, con gallerie in parte realizzate, in
parte da completare. Un’opera scandalo tra appalti infiniti
e costi lievitati, inchieste giudiziarie, polemiche,
paralisi. Il progetto aggiornato è stato presentato ieri
nella sala della giunta a Santa Lucia, presenti Giuseppe
Racioppi, amministratore dell’Alifana, Sante Roberti,
amministratore delegato Ansaldo sistemi ferroviari.
Un’opera tra le più attese nella congestionata fascia di
comuni che si estende da Mugnano all’Aversano, area di
espansione urbana per effetto della migrazione da Napoli
cominciata negli Anni sessanta e che ancora continua:
240mila abitanti, calcolano gli esperti, ma molto di più se
si tiene conto dell’utenza di altri centri che potrà
gravitare sulle stazioni. L’Alifana da una parte consentirà
ai residenti di liberarsi delle auto, dall’altra di
arrivare da Aversa a Piscinola in poco più di dieci minuti
e poi di raggiungere il centro di Napoli in un quarto
d’ora.
«Un primo esempio di integrazione tra una linea
regionale e una urbana», sintetizza Cascetta, con il
linguaggio da professore di teoria dei sistemi di
trasporto. Fino ad Aversa centro un primo tratto
strategico. Poi il progetto proseguirà per Teverola e
Santa Maria Capua Vetere verso Nord e per Capodichino verso
Sud (qui già si lavora), come era il vecchio tracciato in
disuso dal 1976. A Piscinola già si stanno costruendo le
rampe di raccordo. Cinquecento miliardi furono spesi dal
1984 in poi. Occorreranno adesso altri 217 milioni di euro
per vedere i treni viaggiare in sotterranea. I
finanziamenti provengono da fondi Por (piano operativo
regionale, e dalla Legge Obiettivo. «Il Cipe ha dato via
libera a quest’opera prima ancora del Mose di Venezia»,
puntualizza Cascetta.