INDICE EDIZIONI Mercoledì 17 Luglio 2002

Londra? Copia il metrò...

Facciamo un passo indietro. Il 5 maggio 2000, giorno del suo insediamento, Livingstone decide di raggiungere the Town-hall, il Comune, in metrò. Ma il treno si rompe. Un bel colpo per uno che proprio sul futuro della metropolitana ha puntato gran parte della sua campagna elettorale. Al Comune arriva in ritardo, ma da quel giorno, nella testa di Ken c’è un solo pensiero: the undergruond. E Napoli è l’esempio da imitare. Sì, proprio Napoli, la città che, scrive il Times, è soffocata dal traffico, è invasa dai rifiuti, è afflitta dalla criminalità, ha un centro storico degradato ma che è anche la città che entro il 2011 avrà la rete metropolitana più moderna d’Europa, con 100 stazioni e 90 chilometri di tracciato, il tutto per una città con meno di 2 milioni di abitanti. E non solo, perchè, scrive ancora il Times, dal 2011, quando il sistema integrato regionale di trasporto sarà completato, i chilometri coperti saranno 1.400, le stazioni 423. «È una lezione che Livingstone e il ministro dei traspoprti Alistair Darling dovrebbero studiare da vicino», commenta il quotidiano londinese.
Sembra incredibile, ma è proprio vero. Livingstone ha compreso la lezione e sta già studiando, Londra è conquistata dalla metropolitana di Napoli e chissà che questa notizia non risvegli anche in noi un orgoglio perduto, ci faccia apprezzare ciò che abbiamo e ci faccia anche superare quel complesso di inferiorità di cui troppo spesso soffriamo. Le parole di elogio che Londra ha per il metrò si sprecano, fanno quasi arrossire chi per anni, per un secolo, ha dovuto fare i conti con i soliti luoghi comuni. La metropolitana? Spaziosa, luminosa, sicura, pulita, elegante. Le stazioni di Piccadilly e Victoria? Niente, rispetto a piazza Dante e a Salvator Rosa, ai loro tesori, alle loro opere che fanno dell’underground made in Naples un museo dell’arte contemporanea. «Quest’opera è la prova - scrive il Times - che dove c’è volontà politica e sostegno popolare, la geologia, il denaro e la corruzione non fermano un migliore sistema di trasporto». E sì, perchè il quotidiano londinese sottolinea come per costruire cotanta opera sia stato sfidato il terreno vulcanico, il pericolo di terremoti, la presenza di scavi archeologici, la sinuosità collinare, sottolinea come di fronte alla bontà del progetto i fondi siano stati reperiti, ma soprattutto sottolinea il Times come con il nuovo metrò si sia dato seguito a una svolta iniziata nel 1994 quando Napoli, sino ad allora nota per la camorra e la corruzione, ospitò il G7. Allora per la prima volta, fa notare il Times, la gente ha detto che i denari spesi per pulire la città erano stati spesi bene. Londra ci riconosce qualità che forse non sapevamo di avere o, forse, non abbiamo mai saputo esprimere per intero. Tutti sul metrò, allora, e che ci porti lontano. E l’assessore regionale ai Trasporti Ennio Cascetta, di cui il Times sottolinea l’impegno, assicura che si andrà avanti spediti. «Quanto scritto dal Times - commenta l’assessore - è innanzitutto un riconoscimento al lavoro di tante persone e di tante amministrazioni: si tratta di un progetto fortemente voluto da Bassolino e Marone prima e dalla Iervolino ora mentre la Regione si è impegnata concretamente completando il finanziamento e integrando la rete regionale». E nel prossimo decennio saranno investiti 7.500 miliardi di vecchie lire su tutta la rete della metropolitana regionale. «Il riconoscimento da Londra - conclude Cascetta - aggiunge ulteriori responsabilità. Non dovremo più solo soddisfare le istanze dei cittadini campani ma essere attenti anche a chi ci guarda».