LA LINEA
VOMERO-CAVOUR
CRISTIANO TARSIA
Saranno aperti al pubblico entro la
prima metà di aprile i quattro chilometri che cambieranno -
si spera - il volto di Napoli. Gli ultimi dettagli da
mettere a posto, poi giovedì il gran giorno, con
l’inaugurazione della tratta piazza Vanvitelli-Museo. Il
presidente del Consiglio ha fatto sapere che sarà a Napoli
la mattina del 5 aprile: Amato ha riconosciuto l’importanza
fondamentale del metrò che dovrebbe dare una grossa mano
alla lotta al traffico, antica e mai sanata piaga
cittadina, soprattutto in previsione della costruzione
della tratta tra Dante e il Centro Direzionale, altri 5.3
chilometri nevralgici.
Ieri è stata sistemato nella
stazione del Museo l’Ercole Farnese. Una riproduzione a
grande scala della statua posta per anni a guardia del
cortile di Palazzo Farnese, a Roma, e che per secoli ha
rappresentato l’incarnazione dell’Antico.
Nell’atrio
della stazione a piazza Cavour ci sarà anche la «testa
Carafa», l’originale, la testa colossale di un cavallo
bronzeo che Lorenzo il Magnifico donò a Diomede Carafa:
un’opera che ha adornato per lungo tempo il cortile del
palazzo di San Biagio dei Librai.
Due opere classiche,
scelte non a caso dall’architetto Gae Aulenti, curatrice
del progetto. La stazione di piazza Cavour, infatti, vuole
essere una porta al Museo Archeologico: non solo
metaforica, dato che è previsto un corridoio di
collegamento tra le due strutture.
Un esempio, dunque,
di integrazione con il territorio. Una filosofia che
Metropolitana Napoli - la società concessionaria della
costruzione - ha voluto dare a tutto l’impianto. In alcuni
casi, come Materdei, Salvator Rosa, via Cilea-piazza
Quattro Giornate, si è puntato alla riqualificazione di
zone soffocate dal boom edilizio. Palazzi circostanti
rimessi a nuovo, le stazioni che divengono una macchia di
colore nel grigiore cittadino.
Un’opera dunque che,
come detto, entro la prima settimana di aprile sarà aperta
al pubblico. Giovedì la Metropolitana Napoli consegnerà la
struttura a Metro Napoli (composta al 51% dal Comune, al
38% dalle Ferrovie dello Stato e all’11% da Anm), che
gestirà tutta la metropolitana collinare così come tutti
gli altri trasporti su ferro e le quattro funicolari
(Centrale, Montesanto, Chiaia e Mergellina).
Poi
toccherà a Metro Napoli aprirla al pubblico. Effettuati
tutti i collaudi del caso, si attende solo l’ok definitivo.
Questione burocratica, fanno sapere in società.
Dall’inaugurazione alla vera e propria apertura della linea
passerà all’incirca una settimana, periodo, come si dice in
gergo, di «pre-esercizio».
Al taglio del nastro
parteciperanno, oltre a Giuliano Amato, anche il presidente
della Regione, Antonio Bassolino, il commissario
prefettizio, Francesco Paolo Palmeri, Giannegidio Silva,
presidente della Metropolitana Napoli, Giuseppe Raccioppi,
direttore di Metronapoli, Gianfranco Pomicino, direttore
del settore infrastrutture del Comune, Paolo Delli Veneri,
responsabile per la Campania dell’Ustif, ufficio speciale
impianti fissi del Ministero dei Trasporti, che ha l’ultima
parola per quanto riguarda l’apertura dell’intera struttura.