Dall’Alighieri a
Kounellis:
tra scritte al neon e scarpe
PASQUALE ESPOSITO
Cinque artisti per una stazione,
cinque espressioni e percorsi d’arte che costituiscono un
formidabile avvicinamento del viaggiatore, del cittadino,
distratto o anche no, all’arte contemporanea, posta lì, a
portata di mano, mentre si va a prendere il treno, o lo si
lascia per riemergere in superficie. Piazza Dante, la sua
stazione, è il segno della continuità di una scelta, quella
di puntare sull’arte per dare una cifra particolare alla
metropolitana che unisce Piscinola al Vomero, a Salvator
Rosa, al Museo: una sfida, per certi versi, ma anche una
straordinaria particolarità che rende più ricca l’immagine
della città non solo sul piano trasportistico (ed è già
tanto) ma anche su quello della offerta culturale: sotto
questo aspetto la stazione «Dante» con le opere dello
scomparso Carlo Alfano (due olii su tela, «Luce-grigio» e
«Frammenti di un autoritratto anonimo»), Nicola De Maria
(un mosaico molto bello, «Universo senza bombe, regno di
fiori, 7 angeli rossi»), Joseph Kosuth (scritta luminosa al
neon «Queste cose visibili»), Jannis Kounellis (ovviamente
«Senta titolo», come tutti i suoi lavori, installazione
lunghissima su pannelli in lamiera che racchiudono
tantissime paia di scarpe, segni dinamici, su ispirazione -
afferma l’artista - dovuta a Totò) e i due specchi di
Michelangelo Pistoletto («Intermediterraneo»), si aggiunge
alle stazioni «Cilea», «Salvator Rosa» e «Museo», aperte
nell’aprile scorso e già al centro di visite mirate alle
opere che vi sono per così dire esposte.
Le
pubblicazioni di settore, anche internazionali, che si sono
occupate di queste ”stazioni dell’arte” («uniche al mondo»,
sottolinea Philippe Daverio che realizzerà una nuova
puntata del suo bel programma televisivo per Rai3) dovranno
essere aggiornate man mano che il progetto va avanti: per
adesso dovranno adeguare le loro ”schede” con questa
«Dante» e le sue testimonianze artistiche, di grande
interesse al pari di quelle delle stazioni già
inaugurate.
Giustamente Gae Aulenti, progettista della
stazione (consulente per gli interventi artistici è Achille
Bonito Oliva) mette in evidenza la particolarità di una
presenza così forte dell’arte in un luogo pubblico quale
una stazione della metropolitana: «È un modo diretto per
far entrare in sintonia la gente con l’arte contemporanea,
senza la barriera psicologica che a volte può essere
rappresentata da un museo: la gente è abituata a pensare
che l’arte contemporanea sia rinchiusa in certi santuari
inaccessibili, così invece se la trova sotto il naso in
maniera propositiva, direi quasi accattivante. All’inizio
ci sarà sicuramente una difficoltà di lettura, di
interpretazione, poi pian piano si registrerà un
avvicinamento ai segni della nostra cultura contemporanea.
Una operazione culturale, quindi, sono felice ed orgogliosa
di avere una parte in tutto questo che sta avvenendo a
Napoli».