INDICE EDIZIONI | Lunedì 5 Gennaio 2004 |
CRISTIANO TARSIA
Napoli come Parigi, l’Archeologico
come il Louvre, con il metrò che entra direttamente nel
museo. Una bella idea, arenatasi però tra le secche della
burocrazia e della mancanza di fondi, tanto che il tunnel,
lungo un centinaio di metri, non è stato ancora completato
e la sua apertura ha già subito un paio di rinvii.
L’apertura del sottopasso doveva avvenire nella primavera
del 2003, ufficialmente è stata rinviata ad almeno la
prossima Pasqua.
Eppure non si tratta di un’opera
colossale, non vi sono difficoltà tecniche insormontabili.
Lo stesso sottopasso, lungo un centinaio di metri, è già
stato costruito. E allora qual è il problema? A determinare
la mancata apertura il passaggio di consegne, alla
soprintendenza archeologica, tra Fausto Zevi e la reggente
Daniela Giampaola, che ha causato un vuoto di poteri e una
mancanza di stimoli verso i lavori che, dalla parte del
museo, hanno ricevuto un notevole ritardo. In più mancano i
finanziamenti per mettere in sicurezza la nuova entrata e
soprattutto per allestire una sala al piano terra, proprio
dove spunta il sottopassaggio.
Ma procediamo con
ordine. Dalla stazione Museo della linea 1 inizia il
sottopassaggio che porta al museo nazionale, finendo
proprio sotto l’attuale biglietteria. Questa è una parte di
proprietà del Comune. Sarà nel contempo uno spazio
espositivo, soprattutto per mostre fotografiche, sempre
nella filosofia del museo dell’arte (un po’ come è accaduto
al vicino tunnel di collegamento pedonale tra linea 1 e
linea 2). E poi si entrerà nel museo vero e proprio. La
biglietteria e poi uno spazio ricavato nell’attuale
cantinato dell’atrio, circa 950 metri preziosi per una
struttura alla ricerca di nuovi locali. Ma per lo
svuotamento di questo stanzone e il suo successivo
riallestimento mancano i soldi. Così come non c’è ancora un
finanziamento per le opere di consolidamento e rifinitura
della struttura che fa capo al Museo.
La
Soprintendenza ha cercato di chiedere un intervento
finanziario al Comune, ma da Palazzo San Giacomo la
risposta è stata negativa. Ed ecco che si stanno tentando
di reperire i fondi dal Ministero. Naturalmente, in
un’epoca di assoluta austerity, non è impresa facile.
Tramontato quindi il progetto di inaugurare il sottopasso
con una mostra proveniente direttamente dal Museo
Archeologico di Atene. L’obiettivo è di allacciare
l’apertura del sottopasso a un prossimo evento
internazionale ospitato a Napoli. Ad esempio si era tentato
di collegare un eventuale inaugurazione, nell’estate
scorsa, alla riunione dei ministri dei trasporti europei ad
apertura di semestre di reggenza italiana all’Ue. Ma, come
detto, allora problemi burocratici fecero perdere il treno
di possibili finanziamenti.
Un altro problema riguarda
un valido sistema antifurto. Una volta aperto un nuovo
varco, c’è la necessità di rendere sicura la struttura, per
evitare naturalmente raid o comunque intrusioni dei
vandali. Anche qui è una spesa non da poco per lavori che
comunque richiedono tempo. Insomma non se ne parlerà prima
di Pasqua.
E a propositi di tunnel, è tramontato
quello di collegamento con la galleria Principe. Fu
progettato dall’attuale sovrintendente ai beni
architettonici Enrico Guglielmo nel ’93. Si prevedeva che
la galleria, sull’altro lato di via Foria, divenisse un
megaspazio per mostre e book-shop, in un’ideale percorso
dell’arte da effettuare rigorosamente al chiuso, lontano
dai pericoli, soprattutto per i turisti, di scippi o
rapine. Una piaga che il sottopasso potrebbe sanare
facilmente - a patto di una maggior sorveglianza nel metrà
- ma questo lo potranno dire solo i prossimi mesi, quando
finalmente il tunnel sarà terminato.