INDICE EDIZIONI Sabato 24 Agosto 2002

«La selezione delle opere
deve avvenire con i concorsi»

LUIGI ROANO
Nessuno degli artisti sapeva che il tema delle opere da esporre nella stazione del metrò di Rione Alto doveva essere il nomadismo. Il giorno dopo la decisione di Achille Bonito Oliva, consulente artistico del Comune, di tagliare tutti gli elaborati non in tema, gli artisti manifestano grande sorpresa e spiegano le loro ragioni: «Le cose stanno proprio così - dice Carmine Meraviglia - Solo ad agosto ho incontrato Oliva, vale a dire quando le opere erano già state installate e solo allora ho saputo quali fossero le sue intenzioni». Insomma, l’arrivo del consulente ha cambiato le carte in tavola, l’esperto ingaggiato da palazzo San Giacomo ha posto come condizione, prima di progettare tutte le tappe del metrò dell’arte, che le opere dovessero avere un tema omologo. Di conseguenza, è stato azzerato tutto quanto deciso in precedenza di concerto fra amministrazione, artisti e dirigenti della metropolitana.
Reclama chiarezza Meraviglia sulla vicenda del metrò di Rione Alto. Doveva essere una stazione-museo capace di dare visibilità agli artisti espressione del territorio e quindi meno famosi. Ma ora questo suo ruolo è in discussione e sicuramente dimezzato. «Serve una riarticolazione del progetto del metrò dell’arte, ma non mortificheremo le aspettative degli artisti, le opere che verranno rimosse saranno esposte in altri siti» puntualizza il vicesindaco Rocco Papa. Ma gli artisti sono preoccupati e soprattutto temono, oltre al taglio, anche un danno d’immagine. Queste le premesse da cui è nato il «comitato spontaneo», una «iniziativa di dignità» formato appunto da artisti, galleristi e critici che già si sono riuniti numerose volte e che hanno eletto anche un portavoce, Luciano Murolo. «Non intendiamo polemizzare con il Comune, però va detto che questa storia del tema del nomadismo nessuno la conosceva e poi vorremmo capire quali sono stati i criteri con cui sono stati scelti gli artisti per il Rione Alto». Murolo poi spiega che «per rendere queste scelte più trasparenti bisognerebbe attivare dei pubblici concorsi». Su questo fronte il «comitato» promette battaglia e serrata vigilanza: «Intendiamo creare una “galleria ombra dell’arte contemporanea e del ‘900”». Scopo della «galleria ombra» è un’azione di controllo e di «controproposta aperta all’ascolto dell’opinione pubblica e degli studiosi di settore non solo napoletani e campani». Gli strumenti d’intervento - sostiene Murolo - saranno quelli del volantinaggio, delle interviste ai mass-media e di una pubblicazione semestrale che illustri le proposte formulate. «Su questa linea, mossi dall’unico fine del bene comune, intendiamo discutere con quanti scelgano il confronto delle idee non avendo timore di ragionare».