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IL METRÒ
DELL’ARTE
Francesco Galdieri
Dopo le stazioni di Salvator Rosa e del Rione Alto,
l’arte contemporanea, con le sue suggestioni «disegna» anche le stazioni di
Poggioreale e del Centro Direzionale della linea Napoli-Baiano della
Circumvesuviana, che inaugurano domani mattina. E non è tutto. Il metrò
dell’arte, dalla città si estenderà alle stazioni del circondario. A confermarlo
è Achille Bonito Oliva, «regista» di questo inedito connubio fra arte e
mobilità. Le due stazioni della zona orientale ospiteranno le opere di cinque
giovani artisti, quattro dei quali sono stati impegnati fino ad ieri nel
montaggio delle installazioni.
Lungo le discese della stazione di
Poggioreale, simmetriche ed opposte, due tempere su muro, di grandi dimensioni,
dipinte da Lorenzo Scotto di Luzio: una bambola di paglia su fondo rosso ed un
cavatappi a forma di extraterreste. Oggetti comuni, che vengono trasfigurati in
«due guardiani del tempio che danno il benvenuto ai viaggiatori, introducendoli
in una linea di trasporti «galattica» e proiettandoli verso ”galassie
sconosciute”, quelle della ”quinta” che ho eseguito su una parete della
biglietteria, dove mi è piaciuto riprodurre un cielo stellato». Lungo le due
banchine, imponenti i wall-papers di Botto & Bruno, per una lunghezza
complessiva di 250 metri lineari, contrassegnati da un cielo rosso carico di
nuvole, sul quale si staglia un susseguirsi di edifici e figure umane, riprese
di spalle, di lato e frontalmente, a tessa bassa, che, intente a leggere riviste
musicali, non mostrano mai i volti.
Coppia nella vita come nell’arte, i
torinesi Gianfranco Botto e Roberta Bruno sono a Napoli già da una settimana,
per seguire da vicino il montaggio dell’opera. «Per dare respiro ad un luogo
chiuso, a tratti claustrofobico, alle figure a mezzo busto abbiamo giustapposto
una serie di fogli che, sollevati dal vento, si alzano in direzione delle nuvole
- dice Roberta Bruno - come a voler abbattere i muri, a cercare uno sfondamento
illusionistico, ad indicare una strada di apertura verso l'esterno. Sui fogli è
possibile leggere i testi di alcuni brani musicali di gruppi e cantanti degli
anni Ottanta e Novanta, come gli Smiths, i Cure e Nick Cave, tra gli altri».
Alla stazione del Centro Direzionale, invece, le opere dei gemelli Perone,
ambedue ascrivibili a quel filone che gravita attorno alle tematiche ludiche,
sulle quali in questi ultimi anni si è andata concentrando gran parte della
produzione dei giovani italiani. Peppe ricopre con sottili strati di sabbia gli
oggetti selezionati per i suoi ready-made, per «pietrificarne» i volumi che
assumono l'aspetto di reperti archeologici appena rinvenuti. Lucio, ingigantendo
a dismisura oggetti d'uso quotidiano (matite, sedie e tavoli)architetta
scenografie pop, dai toni surreali, facendo ricorso a materiali derivati
dall'industria. Nella stazione del Centro Direzionale i fratelli di Tramonti si
sono suddivisi gli spazi: lungo le scale un pannello di Peppe punteggiato da
venti cucchiaini ingigantiti, colmi di zucchero, precede l'installazione di
Lucio, composta da dieci pesci, arancio e gialli, che si direbbero come appena
sbattuti da una mareggiata sulle travi sottostanti i lucernai. Scendendo in
direzione dei treni, Peppe ripropone l’installazione presentata a «Napoli Anno
Zero. Qui ed Ora», in cui una ventina di rospi s'inerpicano lungo una scalinata,
in questo caso sospesa a tre metri d'altezza.