CREATIVITA'  e  DIRITTI  di  ESCLUSIVA

Parte I - La tutela delle creazioni intellettuali

Gli italiani sono ben noti in tutto il mondo per la loro creatività sia in campo artistico che in campo tecnico. Anche la provincia lariana ha dato il suo contributo a questa fama: uno dei suoi più degni "creativi" è, senza dubbio, Alessandro Volta, di cui nel 1999 si è celebrato il bicentenario dell’invenzione della pila.

Paradossalmente però l'Italia non brilla in quanto a tutela giuridica delle opere dell'ingegno. Ciò vuol dire che spesso le creazioni dei nostri inventori, designer, stilisti, e creativi in genere, diventano di libero utilizzo. Quello che potrebbe sembrare un generoso regalo dell'autore all'Umanità si trasforma spesso in oggetto di sfruttamento economico da parte di altri che nulla hanno a che vedere con lui.

Moralmente alla base dei diritti di esclusiva sulle creazioni intellettuali (brevetti, modelli, disegni, marchi e diritti d'autore) sta' il fatto che queste sono sempre frutto del lavoro umano e quindi, poiché nei sistemi ad economia di mercato il lavoro è titolo di acquisto della proprietà, su tali creazioni vi è un diritto di escludere chiunque non ne sia proprietario, nel nostro caso l'autore, dallo sfruttarle.

Tutti gli ordinamenti giuridici del mondo, ed anche quello italiano, prevedono forme diverse di protezione a seconda del tipo di creazione: questo sarà l'oggetto delle future quattro parti di questo articolo - l'approccio che verrà seguito è di tipo molto pratico e poco legale per consentire di capire facilmente quali creazioni possono essere oggetto di tutela.

Ottenere una efficace protezione delle proprie creazioni non è difficile, ma le vie percorribili sono molte e diverse ed è quindi buona regola rivolgersi a dei professionisti che forniscono questo servizio per mestiere; questi portano il nome di consulenti in proprietà industriale e sono iscritti in un apposito ordine professionale [ www.ordine-brevetti.it ].

Per quanto riguarda l'aspetto del costo, questo può variare molto a seconda del tipo di protezione scelto; bisogna inoltre dire che vi sono "Broker" e "Venture Capitalist" che possono dare una mano quando si tratti di buone creazioni; i primi sono disposti a farsi carico dei costi di protezione mentre i secondi anche dei costi si sviluppo; naturalmente entrambi si garantiranno una fetta degli utili provenienti dalla creazione che hanno "sponsorizzato".

Volendo affrontare la questione Proprietà Intellettuale, per prima cosa bisogna chiedersi se nella propria attività di imprenditore o di libero professionista vi sia attività creativa (mi sembrerebbe difficile il contrario); in secondo luogo, se tale attività creativa sia meritevole di tutela, vale a dire se è probabile che vi sia un terzo interessato a sfruttare indebitamente le proprie creazioni in Italia o all'estero. Una volta date risposte affermative a questi due quesiti occorre individuare una adeguata strategia di protezione.

Tale strategia deve essere orientata ad ottenere un ritorno economico dallo sforzo creativo e dallo sforzo protettivo; l'obbiettivo di quest'ultimo non deve limitarsi ad un bel attestato da appendere in ufficio che riconosca moralmente la paternità della creazione: ciò può essere ottenuto in modo assai più efficace con pubblicazioni su riviste specializzate, magari internazionali. Il ritorno economico può essere facilmente monetizzabile come quello ottenuto attraverso la vendita della esclusiva oppure la concessione di licenze; questo implica la stipula di opportuni contratti. Alternativamente, il ritorno può essere più difficilmente monetizzabile ma sempre economico come quello ottenuto mantenendo l’esclusiva sul mercato: in questo modo il prezzo del proprio prodotto ed il margine di profitto possono essere scelti con maggiore libertà; questo implica un controllo continuo del mercato e il ricorso alla vie legali in caso di realizzazioni o usi non autorizzati delle proprie creazioni.

Inoltre la strategia deve tenere in considerazione fattori quali: il tipo di creazione, il tipo di prodotti interessato alla creazione, il tipo di mercato interessato a tali prodotti, ed il tipo di concorrenti.

Due fondamentali consigli per chi si avvicina alla protezione delle creazioni intellettuali per la prima volta sono: (a) fornire tutto il supporto necessario al proprio consulente sia in fase di scelta della strategia sia in fase di redazione delle domande di protezione perché nessuno meglio dell'autore conosce il prodotto, il mercato, i concorrenti e, naturalmente, la creazione; (b) pretendere di comprendere e di vagliare non solo la strategia, come consigliata, ma anche le domande di protezione, come redatte: l'idea spesso ancora diffusa che queste siano questioni legali da cui l'autore è e deve essere escluso è assolutamente erronea.

Un discorso a parte deve essere fatto nel caso in cui si lavori su commessa; infatti, in questo caso,  occorre chiarire e, se possibile, contrattare con il proprio committente la titolarità dei diritti (patrimoniali) su eventuali creazioni intellettuali che scaturissero nell'esecuzione dell'incarico; tali pattuizioni è poi bene vengano codificate in un accordo scritto onde evitare futuri contrasti difficili da sanare.

Per finire, è bene ricordare un fondamentale principio: nessuno e per nessun motivo può essere spogliato del diritto morale di essere riconosciuto autore delle proprie creazioni, e ciò indipendentemente dai diritti patrimoniali sulle stesse.


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