1 – Nota storica

 Assisi, costruita sul pendio del Monte Subasio, è una città di singolare bellezza.  Appare ancora come racchiusa dall'abbraccio di una  cinta di mura che si estende per cinque chilometri con otto grandiose porte.  La città si apre a ventaglio con una ricchissima serie di chiese e di edifici inconfondibili per la chiara pietra calcarea bianca e rosa tratta dalle viscere del Subasio.

L'antico Municipio Romano conserva ancora tracce notevoli del suo glorioso passato, come il magnifico Tempio della dea Minerva (I sec. a.C.).

La città di Assisi venne evangelizzata da S. Rufino,  fondatore della chiesa locale, primo vescovo  e martire.  Egli è il patrono della diocesi.

Assisi è nota soprattutto per aver dato i natali a Francesco (1182) e Chiara (1193), santi che hanno spiritualmente fruttificato alla maniera del grano gettato nel cuore della terra buona.

Dopo la loro morte, infatti, un incontenibile entusiasmo popolare ne volle subito eternare la memoria.

Sorsero così le grandi basiliche, e folle di pellegrini cominciarono a salire sempre più numerose su questa "città posta sul monte" (Mt 5,14).

Ma la ricchezza più grande e più vera di Assisi è lui,  Francesco, del quale ogni angolo della città, ma particolarmente ogni santuario custodisce la memoria.

E' innegabile: ad Assisi ci si sente afferrati da una grazia dei luoghi che ci fanno toccare con mano come un uomo, Francesco, in maniera nuova e straordinariamente originale ha incarnato e vissuto l'assoluto del Vangelo.

 

2 – Riferimento francescano

 

Francesco benedice la città di Assisi mentre è trasportato a S. Maria degli Angeli prima di morire.  

Quando arrivarono a mezza strada tra Assisi e Santa Maria, il Santo disse ai portatori di mettere a terra la lettiga.

Avendo ormai perso quasi del tutto la vista a causa della lunga e grave malattia d’occhi, si fece voltare con la faccia verso Assisi.  E, sollevandosi un poco, benedisse la città, dicendo:

“Ti prego, o Signore Gesù Cristo, padre delle misericordie, di non voler guardare alla nostra ingratitudine, ma di ricordarti sempre della immensa compassione che hai dimostrato verso questa città, affinché sia sempre il luogo e il soggiorno di quelli che ti conoscono veramente e che glorificano il tuo nome benedetto e glorioso nei secolo dei secoli.  Amen”. (FF 1655)

 

 

cattedrale di san rufino

Luogo del battesimo: rinascita dall'acqua e dallo Spirito; Chiesa-madre della diocesi

 

                                                                     1 – Nota Storica                                                                               

 Rufino, martire è venerato come primo vescovo della città di Assisi. La leggenda della sua passio narra che egli vescovo della città di Amasia nel Ponto, dopo aver convertito il proconsole attraversò con il proprio figlio Cesidio l’Abruzzo, la regione dei Marsi. Lì lasciò alla custodia del figlio una chiesa e passò da solo a predicare il Vangelo in Assisi. Subì il martirio verso la metà del III secolo, sommerso con una pietra al collo nelle acque del fiume Chiascio. Un’antica tradizione indica come luogo del suo martirio Costano, un paese situato nel comune di Bastia Umbra sulla riva del fiume Chiascio. Da qui, secondo quanto narra San Pier Damiani, il suo corpo sarebbe stato trasportato dalla periferia alla città e precisamente dove oggi si erge la maestosa  cattedrale.  E' una chiesa in stile romanico umbro.  Venne iniziata nel 1140 “essendo priore Raniero"; ne fu architetto Giovanni da Gubbio.

Destinata a custodire le spoglie del patrono S. Rufino, questa è la terza chiesa consacrata al Santo, dopo il sacello del V secolo e quella del vescovo Ugo del secolo XI.

La facciata è di stupenda bellezza: in travertino e pietra del Subasio, è suddivisa in tre zone. Pregiate sculture ne ornano i tre magnifici portali; nella lunetta di centro è il Cristo in trono tra il sole e la luna con San Rufino e la Vergine che allatta il Figlio. Nella zona mediana sbocciano tre rosoni; quello centrale, che è il più lavorato, è attorniato dai simboli dei quattro evangelisti e sorretto da tre telamoni dritti su animali.  Il campanile ha come fondamenta una cisterna romana.  Al lato del campanile si trova una costruzione dove un tempo era situata la casa in cui S.Chiara nacque e visse fino a 18 anni.

L'interno della cattedrale, a tre navate con cupola e abside, è stato rifatto da Gian Galeazzo Alessi nella seconda metà del 1500.

All'inizio della navata destra è il fonte battesimale formato da una colonna di granito.  Qui furono battezzati S.Francesco (1182), S.Chiara (1193), S.Gabriele dell'Addolorata (1838) ed oltreché i primi discepoli di S.Francesco e le prime seguaci di S.Chiara originarie di Assisi.

Nel lato destro si apre la cappella del Sacramento, costruita da Angelo Sbraga sul disegno del Giorgetti (1663).  E' un elegante esempio di stile barocco con marmi policromi, stucchi e tele aventi per tema l'Eucaristia.  Ma torniamo nella Cattedrale.  Sotto la cupola ottagonale del Rinascimento è l'altare del XIX secolo dove si conservano, secondo la tradizione, i resti di San Rufino.

Alla destra dell’altare maggiore si venera il corpo di S. Vitale. Questi, nato nel secolo XIV a Bastia Umbra, da giovane fu un famoso capo di banditi che imperversarono con le loro malefatte in tutta la valle spoletina. Convertitosi, lasciò la sua terra natale per visitare come povero pellegrino i più venerati santuari d’Italia, Francia e Spagna. Tornato in Umbria si fece monaco presso l’Abbazia di S. Benedetto al monte Subasio e come eremo gli venne assegnato quello di Santa Maria delle Viole, dove rimase vent’anni, fino alla morte avvenuta il 31 maggio 1370. Lì sul luogo della sua sepoltura, sorse una chiesa a lui dedicata, ma nel 1586 il suo corpo fu trasferito nella chiesa cattedrale di S. Rufino. 

Nell'abside, il coro di raffinata fattura composto di ventidue stalli, con ornamenti ad intaglio ed intarsio, è opera di Giovanni Pier Iacopo di San Severino (1520).  A sinistra dell'abside si apre la Cappella della Madonna del Pianto, raffigurata da una Pietà di terracotta del XV secolo, ora trafugata e sostituita con una copia.

A destra dell'abside si scende all'oratorio di San Francesco.  Qui il Santo si ritirava a pregare prima di predicare in cattedrale; qui fu visto su  un carro di fuoco dai frati di Rivotorto volteggiare nella piccola Chiesa.  A San Rufino, il giovane Francesco ha cominciato a vivere la sua comunione ecclesiale col Vescovo Guido e con i fratelli cristiani dei suo tempo; qui annunciò il Vangelo, realizzando il primo incontro del "suo ideale con il popolo assisano”; e tra i canonici di San Rufino il Signore suscitò alcuni dei suoi primi compagni.

La cattedrale è la chiesa “madre” di tutte le altre della diocesi, e i vari nomi con cui è designato questo edificio, colti nell'insieme, danno di esso una più ricca e completa definizione. 

Cattedrale è  parola che richiama la presenza e la cattedra del Vescovo, il quale, da questo luogo, in maniera eminente, è la voce e la presenza del Signore risorto, unico e sommo Sacerdote, unico Maestro ed unico Pastore, e qui svolge il suo particolare ministero nei momenti in cui presiede le convocazioni della sua Chiesa.

Il termine duomo è il più antico; deriva dalla parola latina domus, ossia casa ed è come dire casa della Chiesa;  l'espressione “andiamo al duomo" ha il sapore bellissimo dell'andare a casa, nella consapevolezza che questo luogo, in cui ci si raduna, è simbolo della Gerusalemme celeste, l'eterna dimora verso la quale tutti siamo incamminati.

Chiesa madre: è il richiamo fortemente indicativo dell'unica origine delle altre chiese della diocesi. La cattedrale è il primo luogo della Chiesa particolare indicato per ricevere la grazia del giubileo.

 

 

BASILICA DI SAN FRANCESCO

mistero pasquale di Cristo in s. Francesco: passione e glorificazione

  1 – Nota storica

 Francesco,  figlio di Pietro di Bernardone e di donna Pica, nacque ad Assisi nel 1182. Dopo una giovinezza spensierata e mondana usò misericordia ai lebbrosi e si convertì al Vangelo. All’età di 24 anni, nella chiesetta di San Damiano, potè così obbedire all’invito di Cristo che lo chiamava a seguirlo e a riparare la sua casa. Iniziò allora a rinunciare a ogni cosa terrena per aderire solamente a Dio e da quel momento non ebbe altra preoccupazione che “vivere secondo la norma del santo Vangelo”, imitando in tutto Cristo povero e umile. Unitisi a lui alcuni compagni, diede inizio a un nuovo ordine religioso che per umiltà chiamò Ordine dei Frati Minori (1209) e si stabilì prima a Rivotorto e poi a Santa Maria degli Angeli. Per i suoi frati egli scrisse “diverse forme di vita”; la regola definitiva  fu poi approvata da papa Onorio III nel 1223. Francesco e i suoi frati andarono ovunque a predicare il Vangelo con parole semplici ma efficaci e soprattutto con l’esempio di una vita santa. Fondò anche un Secondo Ordine, chiamato delle Povere Dame o delle Clarisse, e un Terzo Ordine per coloro che vivono nel mondo. Due anni prima della morte, sul monte della Verna, ricevette da Cristo il sommo privilegio delle Stimmate, che lo resero conforme al Crocifisso anche nel corpo. Morì a Santa Maria degli Angeli, adagiato sulla nuda terra, la sera del 3 ottobre 1226, ripetendo le parole dell’anima che si abbandona alla misericordia di Dio (Salmo 141). Due anni dopo la sua morte Gregorio IX lo dichiarò Santo; Pio XII nel 1939 lo proclamò Patrono d’Italia.

La duplice Basilica ove è venerato e custodito il corpo del Santo, venne ideata ed in gran parte realizzata da Frate Elia, che ne diresse la costruzione ardita ed imponente.

Un tempio splendido voluto dal Papa Gregorio IX che ne pose la prima pietra all'indomani della canonizzazione dei Santo avvenuta in Assisi nel 1228 .

Nelle pareti delle due Basiliche  sommi artisti italiani hanno scritto con i loro pennelli, di Francesco,  quella "mirabil vita che meglio in gloria del ciel si canterebbe" (Dante Alighieri).

Le ampie superfici delle pareti in tutte e due le chiese con i duemila metri quadrati di pittura murale sono state pensate per accogliere il poema pittorico biblico unicamente a quello del Poverello e costituiscono il più armonioso concerto di colori di tutti i tempi.

Introduce nel grande santuario francescano un grazioso portico costruito nel secolo XV che gira tutt'intorno alla piazza e che permette un colpo d'occhio meraviglioso su tutto l'armoniosissimo complesso basilicale.  Domina, bella e superba, alta e solenne la Basilica superiore con il possente campanile romanico terminato nel 1239.

 

Basilica inferiore di san francesco

 Frate Elia  concepì questo singolare tempio come una enorme cripta bassa e quasi schiacciata dal peso della Basilica superiore leggera e snella.  L'atmosfera che vi si respira è densa di spiritualità ed invita alla preghiera.  Questo mirabile tempio che si snoda dalla navata ampia e solenne per dilatarsi nella breve abside e nei vasti transetti appare, e non a caso, come un enorme Tau, il segno che a Francesco richiamava costantemente la croce del Signore e che fu uno dei suoi amori più grandi.

Tutto questo cammino sospinge verso la gloria così degnamente espressa nelle vele che splendono al di sopra dell'altare e che celebrano la gloria del diacono Francesco, povero, obbediente e casto.

Nel braccio destro del transetto Cimabue ha rappresentato la Madonna in trono affiancata da S. Francesco, il cui ritratto sembra il più corrispondente al vero. Nel braccio sinistro Pietro Lorenzetti ha dipinto la celebre “Madonna dei tramonti” con il Bambino in mezzo a S. Giovanni apostolo e S. Francesco.

In questa Basilica patriarcale hanno lasciato opere stupende Cimabue, Simone Martini, Pietro Lorenzetti, la scuola giottesca.

Nella cappella delle reliquie sono conservati la Regola del 1223, l’autografo della benedizione a Frate Leone e la tonaca del Santo.

la tomba di san francesco

 Per una scala a doppia rampa, che si apre sui fianchi della chiesa inferiore all'interno, si scende nella cripta ove è la tomba del Santo.  Francesco fu sepolto qui il 25 maggio del 1230.  Resta invisibile e completamente inaccessibile  la tomba e il venerabile corpo di San Francesco.

Pasquale Belli, nel secolo scorso creò una vasta cripta al di sotto delle due chiese, in stile neo- classico. In seguito Ugo Tarchi, negli anni 1927-1930,realizzò l'attuale cripta, rivestendola in pietra, dopo averla spogliata dei marmi preziosi che la adornavano.

Attorno alla tomba di Francesco, nel 1932 sono stati sepolti i figli e seguaci del Padre, i fedelissimi della prima ora: Frate Leone, “pecorella di Dio” come era solito chiamarlo Francesco per la sua mitezza  e che gareggiava in umiltà con il Santo; Frate Rufino, uomo di grande vita contemplativa, cugino di Santa Chiara, uno dei più nobili uomini di Assisi; Frate Masseo: “l'oratore bello, grande ed eloquente che andava tubando di gioia per le selve”; Frate Angelo: il cavalier cortese della nuova Tavola Rotonda!  Questa umile tomba di Francesco, cuore dell'incomparabile Santuario, è la ragione del miracolo d'arte e di spiritualità fiorito dal genio degli uomini nelle Basiliche che la coronano.

Qui si riaccende nel cuore l'antica preghiera: “Ricordati di tutti i tuoi figli, o Padre, i quali angustiati da gravi pericoli, sol da lontano, come tu santissimo ben vedi, riescono a seguire le tue orme.  Dà loro forza di resistere; purificali perché si perfezionino; dona la gioia, perché facciano frutto; infondi su di essi lo spirito di grazia e di preghiera, affinché posseggano l'umiltà che tu avesti, osservino la povertà cui tu fosti sempre fedele, meritino la carità con la quale tu hai tanto amato Cristo crocifisso” (FF 820).

Accanto alla cancellata di ferro, all'ingresso della cripta, è la lampada che arde dinanzi alla tomba del Patrono della nazione alimentata dall'olio offerto a turno dai Comuni d'Italia.  Una scritta in essa dice: “Altro non è che di sua luce un raggio”.

 

 

BASILICA SUPERIORE DI S.FRANCESCO

 Questa venerabile Basilica, slanciata e festosa, ricca di luminosità pasquale è assai diversa dall'austera chiesa inferiore, ancora in gran parte romanica e più ponderata e contenuta.  La Basilica Superiore ha un interno a croce latina, ad una sola navata con quattro campate ed abside pentagonale,  in stile gotico. Oltre che per l'architettura, essa è celebre nel mondo intero per i suoi cicli pittorici tra i più preziosi che esistano.

Vi hanno lavorato tra i più grandi artisti dei secoli XIII-XIV: Cimabue. Giotto, Pietro Cavallini, Jacopo Turriti.

La parte alta della navata è decorata da scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, mentre nella parte bassa il mirabile ciclo di affreschi giotteschi ripercorre le tappe principali della vita di S. Francesco. Dal parallelismo fra gli episodi biblici e quelli francescani scaturisce una stupenda catechesi.

 

 

BASILICA DI SANTA CHIARA

La verginità e la vita contemplativa

 

1 – Nota storica

 Chiara nacque ad Assisi nel 1194 da nobile famiglia. Ancora giovane, desiderando di appartenere solo a Cristo, seguì l’esempio e il consiglio di S. Francesco abbandonando il mondo per seguire l’ideale di vita evangelica. Così, la Domenica delle Palme del 1211 (o 1212) lo stesso S. Francesco la rivestì di un ruvido saio e la fece ospitare per alcune settimane dapprima nel monastero di San Paolo in Bastia e poi in quello di Sant’Angelo di Panzo in Assisi. Infine preparò per lei una piccola abitazione adiacente alla chiesa di San Damiano, dove fu raggiunta dalla sorella Agnese e da altre donne di Assisi. Ebbe così inizio il Secondo Ordine Francescano, chiamato all’inizio delle “Povere Dame”, poi semplicemente “Clarisse”. Chiara visse sempre a San Damiano nella più assoluta povertà e nella contemplazione. Esercitò il suo ufficio di guida e di madre, studiandosi “di presiedere alle altre, più per virtù e santità di vita che per ufficio, affinché le sorelle obbedissero più per amore che per timore”. Lavorò indefessamente e amò Cristo con tutta l’anima. Seppe trasformare i suoi lunghi anni di malattia in apostolato della sofferenza. Attinse dalla sua fede eucaristica una forza straordinaria che la rese intrepida anche di fronte ai saraceni proteggendo dalle loro incursioni il monastero e la città di Assisi (1230). Morì nel 1253 e fu canonizzata da papa Alessandro IV.

L'attuale Basilica fu costruita accanto alla chiesa di S. Giorgio, che fu anche luogo della prima sepoltura di San Francesco sino al 1230, e poi  di S. Chiara  sino al 1260.  Qui Francesco venne proclamato santo (1228).

La Basilica è di stile gotico-umbro, segnata all'esterno da strisce di pietra bianca e rosa del monte Subasio. 

Nella facciata policroma risaltano i due rosoni ornati da un pizzo di pietra e da ben 96 colonnine.

All'interno sono sepolte: S.Chiara, S.Agnese, la B.Beatrice e la loro madre B.Ortolana che furono tutte monache nel monastero di San Damiano.

Agnese nacque ad Assisi nel 1197. A soli quindici anni volle seguire la sorella Chiara e abbracciò l’ideale di povertà francescana. Resistette con forza sovrumana alle lusinghe, alle minacce e alle percosse dei parenti che volevano distoglierla dal suo proposito. Dopo essere stata per alcuni anni al monastero di San Damiano, fu mandata come badessa a Firenze, nel monastero di Monticelli. Guidò le sorelle con prudenza e amore, dando per prima l’esempio di austera povertà e di operosità. Ebbe anche il conforto di consolazioni e di visioni celesti. Ritornata ad Assisi, assistette alla morte della sorella e si spense poco dopo, il 16 novembre 1253. Papa Benedetto XIV la dichiarò santa, confermandone l’antichissimo culto. Il suo corpo riposa nella cappella laterale sinistra della Basilica.

Nel tempio sono conservate opere pregevolissime su tavola, affreschi di notevole importanza e splendore, come pure insigni reliquie dei Santi Francesco e Chiara.

Nell'oratorio a lato della cappella del Sacramento è custodito il prezioso Cristo bizantino di un pittore assisiate della metà del XII secolo, il quale nel 1206, nella chiesetta di San Damiano, parlò al giovane Francesco determinandone la conversione e la missione di tutta la sua vita.

Nella cripta, edificata nella seconda metà dell'800, sono custodite le spoglie mortali di S.Chiara venerata in una semplice urna di pietra bianca e rosa del Subasio.

Accanto alla Basilica, sorge il Protomonastero, ove dimorano da oltre 700 anni le seguaci di Chiara, le Clarisse.

 

CHIESA DI SANTA MARIA

MAGGIORE E VESCOVADO

Venerazione della vergine maria - scelta radicale del vangelo

 

1 – Nota storica

 La Chiesa di S. Maria Maggiore, già cattedrale di Assisi sino ai primi decenni del secolo XI, sorge sui resti di un tempio pagano.  E' affiancata da un bel campanile del secolo XIV in pietra bianca, a grandi bifore.

Questa chiesa di cui si parla nei documenti già dal 963, rovinò a motivo di un incendio e venne ricostruita tra gli anni 1212-1228. Nell'abside è stata murata una lapide triangolare su cui si legge una scritta latina che dice "Anno 1216 ... al tempo del vescovo Guido e di frate Francesco".  La facciata semplicissima e disadorna della chiesa, tessuta a filari di pietra bianca, ha quale unico ornamento un semplice rosone con otto raggi.

L'interno della chiesa, a tre navate, era quasi tutto coperto da affreschi dei secoli XIV e XV, di cui restano numerosi frammenti pittorici sparsi un po’ per tutta la chiesa.

Accanto a S.Maria Maggiore è l'episcopio di Assisi ove il giovane Francesco dinanzi al vescovo Guido, per obbedire a Dio, ruppe con il padre in maniera drastica restituendogli persino le vesti che aveva addosso, scegliendo la strada della libertà e del totale servizio all'unico Signore.

Qui il Santo fece da paciere tra il vescovo ed il podestà della città invitando i frati a cantare  la novella strofa del Cantico riguardante il perdono.

Qui, infine, il Santo morente fu ospite del vescovo e da qui venne riportato a morire, come desiderava ardentemente, presso la Porziuncola, la chiesa a lui più cara.

 

2 – Riferimento francescano

Francesco restituisce le vesti al padre

Giunto dinanzi al Vescovo, Francesco senza alcuna esitazione, senza attendere né dire parola, si spoglia improvvisamente di tutte le sue vesti e le restituisce al padre....... dicendo: “Finora ho chiamato te padre sulla terra: ormai però potrò dire con sicurezza: Padre Nostro che sei nei cieli, rivolgendomi a lui in cui ho riposto ogni tesoro ed ogni fiduciosa speranza”. (FF 1043)

 

 

 

LA CHIESA DI SAN PIETRO

La Chiesa è apostolica, fondata su Pietro e gli apostoli

 

1 – Nota storica

 

La bellissima chiesa benedettina di San Pietro venne costruita tra il 1029 ed il 1268.  L'altare fu consacrato nel 1253 dall'Abate Rustico, cistercense.

L’edificio ha una splendida facciata, vivacizzata da tre ariosi rosoni e da due filari di archetti pensili che adornano anche la zona absidale.

L'interno, solenne e lineare è a tre navate con una cupola dalla forma singolare per i cerchi concentrici di blocchi in pietra, al di sopra del presbiterio elevato e dell'altare maggiore; sotto di esso si venera la tomba di San Vittorino vescovo e martire del III secolo.

Sulla parete destra della chiesa è sepolto il venerabile don Antonio Pennacchi (1782 – 1848), sacerdote, educatore, evangelizzatore, taumaturgo.

Le pareti ed i pilastri in cortina di pietra nuda conferiscono a questa chiesa una bellezza davvero singolare, fatta di sobrietà vigorosa e di limpida eleganza.