Vita e virtù di santi benedettini

Sant' ADALBERTO Vescovo

"UN PASTORE DINAMICO E INTRAPRENDENTE"

    Nel Medioevo, quando diverse nazioni europee erano ancora pagane, molti benedettini svolsero un'intensa attività evangelizzatrice. Uno tra questi santi è sant' Adalberto, arcivescovo di Magdeburgo, da cui prese il nome un altro grande missionario benedettino, quando venne dal lui cresimato: sant' Adalberto, vescovo di Praga e apostolo della Russia e della Polonia.
    Originario della Lorena, Adalberto era figlio di un vassallo del duca Reginaldo. Non conosciamo l'anno della sua  nascita, che avvenne probabilmente intorno al 920. Quando nacque in lui il desiderio di abbracciare la vita monastica, entrò nel monastero di s. Massimino di Treviri; in seguito, fu chierico in Colonia e più tardi, nel 963-64, notaro presso la cancelleria imperiale. Fra le nazioni pagane da evangelizzare c'era allora l'innumerabile popolazione russa. Dopo che la principessa russa Olga si fu convertita a Cristo in Costantinopoli, chiese all'imperatore Ottone I il Grande dei missionari per evangelizzare la sua patria. L'imperatore Ottone le inviò alcuni missionari, guidati dal monaco Adalberto. La missione, inviata in Russia nel 961, purtroppo non ebbe esito favorevole: i missionari, appena entrati in Russia, vennero assaliti e massacrati; poté salvarsi a stento, soltanto Adalberto, che ritornò in patria, senza aver potuto realizzare il suo desiderio di convertire a Cristo tante anime. Per quattro anni fu ospite della corte imperiale, ma nel 966 venne eletto abate dell'abbazia di Weissenburg, nell' Alsazia.
    L' abate Adalberto, fra l'altro, volle incrementare gli studi e si assunse il compito di continuare la famosa "Cronaca" di Reginone di Prüm per gli anni 907-967. Con questo suo lavoro, egli si acquistò una grande benemerenza presso gli studiosi dell'Impero. Nel suo lavoro, egli si avvalse della "Cronaca" di Reichenau e delle annotazioni conservate nel monastero di s. Massimino. Il santo abate, "dotto nella legge divina" (RB 64,9), sapendo che era stato scelto come padre della comunità "per giovare agli altri più che per comandare" (RB 64,8), governava i discepoli con duplice dottrina e mostrava loro ciò che è buono e santo con i fatti più che con le parole (Cf RB 2,11-12). Un tale uomo non poteva non attirare l'attenzione delle autorità religiose e civili del suo tempo. Esse perciò decisero di affidare ad Adalberto la sede arcivescovile di Magdeburgo. Questa città, fatta costruire nel 927 dall'imperatore Ottone sulle rive dell'Elba, era una specie di fortezza militare e un baluardo religioso, contro la turbolenza dei vicini Slavi. In essa quindi la Croce e la spada avevano un unico scopo : quello di operare la conversione delle popolazioni che vivevano ancora nella barbarie. Per questo, nel 937 era stato fondato anche il monastero di s. Maurizio, con l'intento appunto di facilitare la conversione di quei popoli e, nello stesso tempo, consolidare la politica dell'Impero, attraverso la germanizzazione di quelle regioni. Nel sinodo di Ravenna, tenutosi nell'ottobre del 966, il papa Giovanni XIII, dietro suggerimento di Ottone, elesse Adalberto arcivescovo di Magdeburgo, con giurisdizione anche sui popoli slavi; l'anno seguente egli fu ordinato vescovo a Roma e ricevette il pallio.
    Con l'intento di organizzare meglio l'attività pastorale, Adalberto consacrò tre suffraganei: quello di Merseburgo, di Meissen e di Zeits; inoltre furono unite a Magdeburgo le sedi di Brandeburdo, di Havelburgo e di Posen. Il santo vescovo, cosciente del gravoso compito affidatogli, non perse tempo: si adoperò per la conversione del Vendi, che vivevano nella regione dell'oltre Elba. La sua attività fu coronata da successo : molti si convertirono alla fede cattolica. Intraprese, ovviamente, anche delle visite pastorali, sostenendo non pochi sacrifici. Convinto che senza un'adeguata preparazione non è possibile attendere né alla propria perfezione spirituale né cooperare a quella altrui, diede grande impulso alla scuola del monastero di s. Maurizio. Pastore generoso e infaticabile, Adalberto terminò la sua giornata terrena il  20 giugno 981 a Zscherben, presso Merseburgo, durante la visita pastorale, ma fu sepolto a Magdeburgo.
    "Con lui tramontava - ha scritto Pietro Bertocchi - uno dei vescovi missionari, che aveva tentato di evangelizzare i  barbari che si agitavano all'oriente della Germania". S. Adalberto, fedele alla s. Regola e alla tradizione monastica, si adoperò in particolare per la promozione degli studi. L'aver dato una particolare importanza al lavoro intellettuale ci fa considerare il  santo vescovo quasi un  precursore dei tempi moderni, in cui pullulano tante iniziative culturali. E' stato scritto che "una devozione senza istruzione è un corpo senz'anima" e che "l'istruzione è l'ottavo sacramento" (s. Francesco di Sales); noi aggiungiamo che, per un'autentica crescita spirituale, l'impegno culturale deve aiutare e non ostacolare la vita contemplativa; infatti "non c'è rinnovamento, anche sociale, che non parta dalla contemplazione. L'incontro con Dio nella preghiera immette nelle pieghe della storia una forza misteriosa che tocca i cuori" (Giovanni Paolo II).

D. Mariano Grosso osb

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