Vita e virtù di santi benedettini

Madre Mectilde De Bar

"Fondatrice delle Benedettine Adoratrici"

    Nacque il  31 dicembre 1614 nella cittadina francese di Saint-Diè. Fin da giovanissima avvertì il desiderio di donarsi tutta a Dio. I genitori, poco entusiasti di questo desiderio, per due volte la spinsero alla vita matrimoniale, ma il primo giovane morì durante un'esercitazione militare e il secondo fu da lei convinto ad abbracciare la vita religiosa.
    I genitori si arresero e Caterina a 17 anni entrò nell'Ordine delle "Annunciate" di Bruyères. L' Ordine, fondato a Bourge dalla beata Giovanna di Valois, aveva come programma l'imitazione delle virtù della Vergine SS.ma.
    La vita in monastero non fu facile per la giovane postulante,   anche a causa del suo carattere impulsivo e talvolta violento; spesso era oppressa dalla tristezza e dalla noia. La sua Superiora, madre Angelica, pensò di correggerla con continui rimproveri, ma non raggiunse lo scopo. Caterina,  dal canto suo, si rivolgeva con fiducia alla Madonna; la sua speranza non restò delusa: migliorò molto il suo carattere.
    Terminato il suo noviziato, fu ammessa alla professione religiosa. Dopo un ritiro di quaranta giorni, giunse il momento in cui ella, prostrata dinanzi all'altare e coperta da una coltre nera, si offrì totalmente al Signore e assunse il nome di suor Caterina di s. Giovanni evangelista.
    In monastero si distinse specialmente per la sua pietà eucaristica, tanto che un giorno, a refettorio, la Superiora fece sospendere la lettura  e la invitò a parlare dell ' Eucaristia. Qualche tempo dopo la professione, PP. Cappuccini, che avevano in cura quel monastero, nominarono come Superiora la nipote del P. Provinciale e Vicaria (chiamata la "Sorvegliante") suor Caterina.
    La Superiora, madre Ancella, di età avanzata e incapace, ebbe paura della forte personalità di suor Caterina. Quando la convocò, non le comunicò la nomina, ma la colmò di rimproveri e le disse :" Avrete un bel da fare, ma non sarete mai vicaria!".Ridusse a pezzetti la lettera e li gettò sulla Vicaria, in ginocchio e in silenzio, ma con l'arrivo di un'altra ordinanza dovette piegarsi.Intanto la Lorena, già da tempo martoriata dalla "Guerra dei Trent'anni" era anche desolata dalla peste. La vita in monastero divenne difficile, a causa del saccheggio delle truppe e della carestia. Morta madre Ancella, i Superiori pregarono suor Caterina di sostituirla, in attesa di tempi migliori, che erano ben lontani. Qualche temo dopo un P. Cappuccino ordinò alle suore di lasciare il monastero: bande di Svedesi scendevano verso Bruyères. Una suora consigliò loro di rifugiarsi a casa di suo padre ed esse acconsentirono. Camminarono molto. Quando vollero dare uno sguardo al loro "nido", lo videro in preda alle fiamme!
    Il cognato di suor Caterina, il colonnello Huillier, arrivò con una scorta per accompagnarle a St-Diè, nella casa dei de Bar: una breve sosta e poi di nuovo in partenza verso il monastero delle Annunziate di Badonvillers, dove furono accolte calorosamente; intanto i soldati svedesi avevano saccheggiato la casa dei de Bar e arrestato il padre, che avevano gettato in prigione, da cui uscì dopo tanti mesi di trattamento disumano.
    Purtroppo anche il monastero di Bandonvillers era insicuro e perciò i Superiori ordinarono alle suore di stabilirsi in una casa di città che era più sicura. Furono accolte dal duca Francesco, nel suo palazzo; ma dopo pochi giorni ricevettero l'ordine di ripartire: i mercenari protestanti erano in città.Le suore non andarono via: si inginocchiarono davanti al tabernacolo e aspettarono.I mercenari sfondano la porta, ma alla vista delle suore in preghiera restano interdetti.Il loro generale, sospettoso, ordina loro di togliersi il velo; suor Caterina obbedisce.Il generale si calma e promette loro protezione e assistenza. All'arrivo delle truppe lorenesi, gli svedesi si ritirano. La comunità è protetta da un ufficiale di  St-Diè, già pretendente di suor Caterina, cui rinnova la proposta di matrimonio.Ella si rifiuta di riceverlo ed egli decide di rapirla; ma ella, assieme a suor Agnese, travestite da contadini, si allontanano dal palazzo e si dirigono verso  Commercy; vi arrivarono dopo un viaggio avventuroso, durato sei mesi! A Commercy , grazie all'aiuto dei signori dei castelli "alto" e "basso" e dopo l'arrivo delle consorelle, trasformano la parte del palazzo dove sono ospiti in monastero e viene aperto un educandato per ragazze.Suor Caterina diviene la Superiora della comunità. A provare nuovamente la comunità , arrivò la peste. Madre Caterina fu la prima ad essere contagiata; ella sopravvisse, ma molte suore morirono.Cessata la peste, sopraggiunse una terribile carestia. La Madre divenne la soccorritrice degli ammalati e bisognosi, ma fiaccata dalla fatica, si ammalò di nuovo; si riebbe: il Signore le aveva rivelato che aveva da lavorare ancora tanto per lui.
    Il padre, uscito di prigione , la invitò a St-Diè e mise parte della casa a disposizione della comunità. La chiesa dei Cappuccini era vicina e perciò le suore potevano partecipare alla s. Messa e visitare il SS.mo.
    Una signora di Rambervillers, giunta a St-Diè, consigliò madre Caterina di visitare il bel monastero delle benedettine della sua città. Assieme a una consorella e d alcune accompagnatrici, si mise in viaggio.La Priora, m. Bernardina, le accolse affettuosamente; più tardi, anche le altre quattro rimaste a St-Diè giunsero a Rambervillers.Dopo un anno, Caterina chiese di essere accolta per sempre nel monastero ospitante; il Provinciale dei Francescani, Superiore delle Annunciate, si oppose, ma col ricorso alla S. Sede, Caterina poté passare tra le benedettine.Il 2 luglio 1639 entrò in noviziato e l'11 luglio dell'anno successivo emise la professione monastica e assunse il nome di Matilde, che significa "forte nella lotta".La guerra purtroppo non era finita. Le truppe erano in arrivo, ma prima di loro giunse l'ordine dei Superiori: "Andate via e mettetevi in salvo".Suor Matilde ed alcune sorelle vennero ospitate a St-Michel; poi , per interessamento di s. Vincenzo de' Paoli, vi giunsero anche le altre sorelle. sr. Matilde e sr. Luigia furono accolte a Momtmartre; ma le altre non avevano ancora trovato una buona sistemazione. In seguito furono accolte in una casa a s. Mauro dei Fossi, presso Parigi. La m. Bernardina fu eletta Superiora. Non mancarono i   benefattori della comunità. Essa aprì un educandato per fanciulle parigine e della Lorena.Sr. Matilde fu guidata dal P. Crisostomo e poi dal P. Bernierès, che fra l'altro, le suggerì di comunicarsi ogni giorno.Quando m. Bernardina ritornò a Rambervillers, sr. Matilde divenne Superiora a s. Mauro.
    La comunità, spinta dalla necessità, accettò l'aiuto finanziario della marchesa Mouy, in cambio della direzione di sr. Matilde, per un triennio, nel monastero di Caen, fondato dalla marchesa.Le suore di Caen accolsero freddamente sr. Matilde. In occasione di una professione di una novizia, esse si rifiutarono di cantare e di partecipare attivamente al rito; fu aiutata solo dalla sua accompagnatrice sr. Dorotea, che divenne maestra delle novizie. Più tardi le suore divennero docili, ma ella dovette ritornare a Rambervillers, ove fu eletta Priora.
    La guerra purtroppo costrinse la Madre a trasferirsi a Parigi, assieme alle suore giovani; quelle di mezza età andarono in altri monasteri; solo le anziane rimasero lì. Si lasciarono col proposito di riunirsi, una volta finita la guerra.
    A s. Mauro, ove giunsero nel marzo 1651, trovarono il monastero chiuso e abbandonato. Seppe che le suore erano andate verso il centro di Parigi. La Madre e le suore furono ospitate da una signora. Ella cercò le suore fuggitive  e le trovò in un abituro del sobborgo di s. Germano. In agosto m. Matilde si ammalò gravemente. Durante la malattia, che durò a lungo, conobbe la sua futura missione: fondare un ordine di adoratrici, per riparare gli oltraggi alla ss. Eucaristia. Nel fondare il nuovo Istituto fu aiutata da quattro nobili benefattrici.Non mancarono le difficoltà. La prima la incontrò dentro di sé: si sentiva incapace a guidare il nuovo Istituto, ma alla fine dovette accettare. Non fu facile ottenere l'approvazione dell' Istituto. La regina Anna d'Austria disse che non avrebbe permesso nuove fondazioni finché non fosse cessata la guerra;ella autorizzò don Picotè, un santo sacerdote, ad emettere un voto particolare, per far cessare la guerra.D. Picotè ebbe come prima idea la fondazione di un istituto per l'adorazione perpetua.Cercò di trovare altri voti, ma il primo pensiero era inesistente. La Regina approvò il voto. Il  vescovo, interpellato affidò ogni cosa al benedettino d. Placido Roussel, vicario generale. Questi era contrario alla fondazione e cercava il pelo nell'uovo. La Madre chiese intanto di tenere il SS.mo nella cappella della casa; le fu concesso e il 25 marzo 1653 ci fu la prima esposizione. La Madre, proprio in quel giorno, vide la Madonna che presentava a Gesù il nuovo Istituto. D. Roussel, cambiò idea e si adoperò per far ottenere al più presto l'approvazione.Erano sorte difficoltà anche da parte del monastero di Rambervillers, ma anche queste furono superate. La Madre trovò una casa più adatta per il nascente Istituto: la casa della contessa di Rochefort. Il 12 marzo 1654 avviene la posa della croce sulla porta di ingresso e d. Roussel celebra la s. Messa nella cappella ed espone il SS.mo; la Regina, con la corda da condannato al collo, pronuncia "l'ammenda onorevole" a Gesù. La Madre poi fa collocare in cappella una statua della Madonna, col Bambino e col pastorale: è Lei la perpetua abbadessa, mentre che guida la comunità è la Priora. Questa scrisse regole e devozioni, ma la Regola fondamentale restava quella di s. Benedetto.
    Altri monasteri avversarono la fondazioni, ma la Madre non si scoraggiò. Ella, ancora una volta si ammalò e partì per Plombierès (Lorena) per curarsi; ritornata a Parigi, fu tormentata da una crisi, che vinse col consiglio dei PP. Spirituali. Fu costruita una nuova casa a Rue Cassette, ove la comunità si trasferì il 21 marzo 1659.Matilde voleva fondare un monastero anche a St-Diè, ma i  canonici si opposero. Fondò un'abbazia a Toul e più tardi anche la comunità di Rambervillers si unì all'Istituto delle adoratrici. Il 1668 fu un anno molto importante per l'Istituto: il cardinale-legato costituì i tre monasteri in Congregazione e ne approvò le Costituzioni; poi, papa Innocenzo XI, con la bolla del 10 dicembre 1676, approvò definitivamente l'Istituto dell' Adorazione Perpetua del SS. Sacramento.
    Ci furono nuove fondazioni : a Rouen , dove si dovettero superare molte difficoltà; a Parigi, ove gli ugonotti tenevano i sermoni contro la presenza reale di Gesù nell'Eucaristia; a Varsavia nel 1668 (fu la prima fondazione fuori della Francia);
infine a Chatillon-sur-Loing e a Dreux nel 1696.Si avverava così il sogno dei "sette Ostensori" che la Madre aveva fatto nella sua infanzia.Ella aveva compiuto la missione cui il Signore l'aveva chiamata.
    Nell'aprile del 1698 la Madre sentiva che l'incontro con il Signore era vicino.Partecipò a tutti gli uffici della Settimana Santa.Il giovedì dopo Pasqua fu colta da una violenta febbre.All'arrivo del s. Viatico cercò di scendere dal pagliericcio e inginocchiarsi, ma non ci riuscì.Chiese perdono alla comunità e ricevette l'Eucaristia.Il confessore la invitò a dire una buona parola alle consorelle addolorate."Si gettino a corpo perduto nelle braccia della Vergine SS.",   disse, fra l'altro, alle sue "figlie" afflitte.Fu il suo testamento spirituale.La domenica dopo Pasqua, il 6 aprile, ella lasciò la dimora terrena, per continuare, nella gioia paradisiaca e tra le melodie celesti, l'adorazione di Dio Uno e Trino, in un'estasi d'amore senza fine.

D. Mariano Grosso osb

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