Carta - Campagne - pace e guerra - 15 novembre 2001
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>         [15.11.2001]
>            Con le donne afghane
>            Vi proponiamo due appelli: uno viene dall'associazione di
donne
> afghane Rawa. Rawa scrive sull'Alleanza del Nord e sulla sua vera natura;
> l'associazione ha documentato già anni fa gli atroci crimini
dell'Allenaza
> del Nord in Afghanistan. L'altro, raccolto da alcune associazioni di
donne
> italiane, chiede che le associazioni delle donne presenti nel paese siano
> coinvolte a pieno titolo nei negoziati durante e dopo la guerra.
>             "Conosciamo l'Alleanza del Nord".
>             Un appello dell'organizzazione di donne Afghane -Il popolo
> afgano non accetta la dominazione dell'Alleanza del Nord;
>             -E' confermata la fuga dei Taliban da Kabul e l'ingresso in
> città dell'Alleanza del Nord;
>             -Il mondo dovrebbe capire che l'Alleanza del Nord è composta
da
> bande che hanno già dimostrato la loro vera natura criminale e disumana
> quando hanno governato l'Afghanistan dal 1992 al 1996.
>             -La cacciata dei terroristi Taliban da Kabul è uno sviluppo
> positivo, ma l'ingresso degli stupratori e saccheggiatori dell'Alleanza
del
> Nord non è che una spaventosa e scioccante notizia per i circa due
milioni
> di
>             residenti a Kabul, le cui ferite degli anni 1992-96 non si
sono
> affatto riemarginate.
>             -Migliaia di persone che hanno abbandonato Kabul negli ultimi
> due mesi dicevano di temere di più il ritorno al potere dell'Alleanza del
> Nord che la minaccia del bombardamento Usa.
>             -I Taliban e Al-Qaeda saranno eliminati, ma l'esistenza della
> forza militare dell'Alleanza del Nord manderebbe in pezzi il sogno
gioioso
> della maggioranza di un Afghanistan libero dalle odiose catene dei
barbari
> Taliban. L'Alleanza del Nord intensificherà orribilmente i conflitt
> ireligiosi ed etnici e non si tratterrà dall'appiccare il fuoco di una
> nuova brutale e infinita guerra civile, per conquistare e mantenere il
> potere.
>             Le terribili notizie di saccheggi e massacri disumani dei
> Taliban catturatie dei loro alleati stranieri a Mazar-i-Sharif negli
ultimi
> giorni parlano da sole.
>             -Sebbene l'Alleanza del Nord abbia imparato ad atteggiarsi
> davanti all'Occidente come "democratica", e addirittura sostenitrice dei
> diritti delle donne, essa non è affatto cambiata, come un leopardo non
può
> perdere le sue macchie.
>             -Rawa ha già documentato gli atroci crimini dell'Alleanza del
> Nord. Il tempo sta per scadere. Rawa, da parte sua, fa appello alle
Nazioni
> Unite e alla comunità internazionale perché consideri con urgente e
> notevole
>             attenzione i recenti sviluppi del maltrattato destino
> dell'Afghanistan prima che sia troppo tardi.
>             -Vorremmo chiedere alle Nazioni Unite di inviare le sue forze
> di pace nel paese prima che l'Alleanza del Nord possa ripetere gli
> indimenticabili crimini che hanno commesso nel suddetto periodo.
>             -L'Onu dovrebbe ritirare il suo sostegno al cosiddetto
governo
> islamico di Rabbani e aiutare l'insediamento di un governo aperto basato
su
> valori democratici.
>             -L'appello di Rawa nasce dalle aspirazioni della maggioranza
> del popolo afgano.
>             Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (Rawa)
> November 13, 2001
>             http://rawasongs.fancymarketing.net/na-appeal.htm
>             L'associazione Testarda ha avviato una raccolta di firme per
> far pressione sugli organismi governativi perché le associazioni delle
> donne afghane presenti in Pakistan siano coinvolte a pieno titolo nei
> negoziati. La campagna è stata lanciata insieme alla Casa della Donna di
> Pisa e Mujeres en Red, ed ha già avuto circa 400 adesioni dalla Spagna,
> dall'America latina, dagli Usa, dal Canada, dalla Francia. Soprattutto
> dalla Spagna hanno aderito numerose associazioni, riviste, partiti.
> Sappiamo che iniziative analoghe sono partite da coordinamenti e
> associazioni in Italia e ne siamo felici. Crediamo che sia importante, a
> questo punto, coordinarsi. Vi chiediamo di firmare l'appello che segue
> nelle modalità che indichiamo , di diffonderlo e promuoverlo nei modi che
> credete, e di attivare i vostri canali politici per far sì che sia
raccolto
> a livello istituzionale.
>             Vi terremo informate sulle nostre iniziative e sugli
sviluppi.
>             Grazie per l'attenzione
>             Elena Laurenzi, associazione Testarda
>             Campagna per i diritti civili e politici delle donne afghane
>             La lotta per i nostri diritti e la nostra democrazia passa
oggi
> per l'appoggio e il sostegno alla lotta delle donne afghane.
>             Per anni le loro associazioni, e Rawa in particolare, hanno
> fornito documenti, prove, testimonianze ed analisi sulla situazione
> dell'Afghanistan. Insieme alle donne democratiche algerine, iraniane,
> egiziane, sono state per tutti la principale fonte di informazione sugli
> effetti devastanti dei fondamentalismi e sulle responsabilità degli Usa e
> dell'Occidente nell'aver costruito, finanziato e legittimato regimi
fondati
> sulla violazione dei diritti delle donne, ignorando o sopprimendo
qualsiasi
> movimento di opposizione democratico.
>             Le donne afghane sono state e sono in prima linea nella
> resistenza contro i regimi del terrore istaurati prima dai Muhajeddin
> dell'Alleanza del Nord e poi dai Talebani. Per anni si sono battute per
un
> progetto di società laico e democratico, sfidando a rischio della vita le
> norme che negano loro il diritto di essere persone. Sappiamo, e i
rapporti
> Onu lo documentano, che sia in Afghanistan che nei campi profughi ci sono
> associazioni e reti di donne che contano migliaia di adesioni, e che
> conducono scuole clandestine, forniscono assistenza medica, organizzano
> corsi di alfabetizzazione per le donne, portano avanti progetti di
> microeconomia. In una popolazione femminile sofferente per gravi problemi
> depressivi, le statistiche parlano di percentuali che rasentano il 98per
> cento, hanno mantenuto viva la consapevolezza dei diritti e la speranza
di
> un cambiamento. Di fronte alla distruzione sistematica di ogni
espressione
> di società civile operata dal regime dei Talibani, hanno continuato a
> costruire la possibilità di un futuro.
>             Oggi, le associazioni delle donne che operano in Afghanistan
e
> in Pakistan condannano la guerra degli Usa e dei loro alleati, che non fa
> che aggravare le già disperate condizioni di milioni di civili e in
> particolare delle donne che ora sono ancora più esposte alla miseria,
alle
> violenze, agli abusi, alla morte. E dichiarano che la lotta contro il
> regime terroristico dei Talibani non passa per i bombardamenti ma per il
> sostegno ai diritti delle donne e alla resistenza del popolo afghano.
>             Nel frattempo, le manovre diplomatiche per delineare il
futuro
> assetto politico dell'Afghanistan sono già in corso, e si parla di un
> coinvolgimento nel tavolo dei negoziati della Alleanza del Nord e
> addirittura dei Talebani "moderati". Il tavolo delle trattattive
> pretenderebbe di rappresentare tutte le componenti della popolazione. Ma
il
> discorso si svolge solo tra uomini. La rappresentanza delle donne non è
> nemmeno menzionata.
>             Esse evidentemente sono viste solo come vittime del regime
> fondamentalista o come uno dei lamentabili "danni collaterali" prodotti
> dalla guerra degli Usa, mai come soggetti politici.
>             Le firmatarie e i firmatari di questa campagna appoggiano le
> donne afghane nella loro richiesta di partecipare a pieno titolo e a
tutti
> i livelli nei processi politici che interessano e interesseranno il
paese.
> Affermiamo con forza che non esiste diritto internazionale se non sono
> tutelati i diritti delle donne, e che nessuna soluzione politica può
> considerarsi legittima se non ottiene il consenso e la partecipazione
> diretta delle donne
>             Chiediamo che le associazioni di donne operanti sul
territorio
> siano chiamate a far parte con pieni diritti del tavolo dei negoziati
> politici per definire l' assetto futuro del governo in Afghanistan, ma
> anche che esse siano considerate come un interlocutore fondamentale e
come
> partner attivo dagli organismi internazionali, sia nella gestione degli
> aiuti umanitari per fronteggiare l'emergenza attuale, sia nei processi di
> ricostruzione del paese.
>             Richiamandoci al rapporto Onu dello "Special Rapporteur sulla
> violenza contro le donne, le sue cause e conseguenze" , Mrs Radhika
> Coomaraswamy, in missione in Afghanistan e Pakistan nel 1999, chiediamo
> inoltre:
>             -Che qualsiasi governo futuro in Afghanistan debba impegnarsi
> in prima istanza ad abolire tutte le misure discriminatorie nei confronti
> delle donne e a garantire la loro piena partecipazione nella vita civile,
> culturale, politica, economica e sociale.
>             -Che gli organismi internazionali coinvolti negli aiuti
> umanitari e nella ricostruzione assumano come primo e imprescindibile
> obiettivo l'empowerment delle donne afghane e che utilizzino, dove è
> possibile, le donne stesse nei loro progetti che i governi si impegnino a
> concedere l'asilo e lo statuto formale di rifugiate politiche a tutte le
> donne vittime dei regimi fondamentalisti che violano sistematicamente i
> loro diritti umani e mettono a repentaglio la loro sicurezza e la loro
> vita.
>             Invitiamo tutte le associazioni delle donne e le altre
> associazioni , i partiti, i sindacati che si battono per la democrazia e
la
> difesa dei diritti umani a sottoscrivere questa campagna, a far pressione
> sugli organismi governativi perché si impegnino formalmente ad accettare
e
> promuovere le sue richieste, e a promuovere iniziative di informazione e
di
> sostegno alle associazioni delle donne afghane, perché il sostegno alla
> loro lotta diventi l'obiettivo di una grande mobilitazione internazionale
> per i diritti umani e civili.
>             associazione Testarda, associazione Casa della Donna di Pisa
>             Con il sostegno di Mujeres en Red
>             Per firmare andare su:
>             www.petitiononline.com/AFGWOMEN/
>
>             Se proprio non desiderate comunicare il vostro indirizzo mail
> in un sistema automatico di registrazione, potete aderire direttamente
> mandando un mail a testarda@dada.it, specificando il vostro nome,
cognome,
> città e paese, e, se volete, professione e associazione o organismo di
> appartenenza.
>             Il paese delle donne www.womenews.net