Condanna a morte per delega
Gli Usa chiedono all'Europa di reintrodurre la pena capitale
per i sospetti di terrorismo

di Lucio Manisco

Uno dei principii fondamentali dell'Unione Europea, l'abrogazione della
condanna a morte come requisito inderogabile per i paesi membri e per quelli
candidati, rischia di essere cancellato o comunque modificato, "per delega"
agli Stati Uniti, nel quadro della campagna anti-terrorismo "Libertà
Duratura" contro l'Afghanistan e contro i diritti e le libertà dei cittadini
nel nuovo e nel vecchio continente. La notizia che trattative avanzate in
materia sono in corso a Bruxelles è stata data dal settimanale European
News: "Funzionari Usa e dell'Unione Europea - ha scritto l'autorevole
periodico - stanno studiando un accordo che apra la strada all'estradizione
in America di individui sospettati di terrorismo nell'ambito del nuovo
mandato di arresto europeo e sulla base di assicurazioni sulla non
applicabilità in alcuni casi della pena capitale".
Il nuovo ambasciatore Usa presso l'Unione Europea, Rockwell Schnabel, è
stato molto più esplicito nel chiarire che l'opposizione alla condanna a
morte nei paesi dell'Unione costituisce il principale ostacolo
all'approvazione di leggi più dure contro il terrorismo internazionale ed ha
suggerito il modo per scavalcarlo: "Per quanto riguarda l'estradizione nel
mio paese dove è in vigore la pena capitale, le discussioni vertono sulla
possibilità che in alcuni casi essa non venga comminata". Assicurazioni del
genere sono state fornite e poi disattese in passato dalle magistrature
statali con il consenso delle autorità federali di Washington ed è questa la
ragione che ha indotto tutti i paesi d'Europa a non permettere
l'estradizione di cittadini nazionali o stranieri che per i loro reati
possono essere condannati a morte negli Usa. Nel 1995 l'allora presidente
del Consiglio Lamberto Dini aveva contravvenuto a questa regola accogliendo
la richiesta della magistratura della Florida di estradare Pietro Venezia e
solo un verdetto in extremis della Corte di Cassazione salvò questo
connazionale dall'iniezione letale. Con la giurisdizione sui reati di
terrorismo estesa dal Presidente Bush ai tribunali militari qualsiasi
assicurazione sulla non applicabilità della massima pena non riveste
credibilità alcuna. L'Ambasciatore Rockwell Schnabel ne dovrebbe sapere
qualcosa, soprattutto sul caso Venezia, perché aveva studiato per molti mesi
da Ambasciatore a Roma prima di essere dirottato su Bruxelles. Nella prima
intervista concessa nella capitale belga sembra aver tenuto presente il
precedente italiano quando ha dichiarato con brutale franchezza: "Diversi
paesi hanno leggi diverse: alcuni di questi paesi dovranno cambiare le cose,
comprese le loro costituzioni. Ma c'è già un accordo di massima sulla
necessità di procedere in questa direzione". Gli articoli della nostra
Costituzione a cui può avere alluso Schnabel sono il 27 che non ammette la
pena di morte, il 10 e il 26 che vietano l'estradizione di cittadini
stranieri o italiani per reati politici: secondo la legislazione d'emergenza
e gli straordinari atti esecutivi varati negli Usa diviene reato politico
anche il sostegno ideologico, "associativo" e non attivo delle cause del
terrorismo (lo scrittore Gore Vidal potrebbe essere estradato e processato
negli Usa per il suo ultimo saggio titolatoLa fine delle libertà).
Che in terra d'America prevalga una marcata indifferenza su questa
abrogazione de facto del "Bill of Rights", quell'insieme di emendamenti alla
costituzione che cercarono di trasformare in stato di diritto e in
democrazia la Repubblica stellata, può essere comprensibile, anche se non
giustificabile, a pochi mesi dal massacro di 2.700 civili nelle Twin Towers
e per via della ventata pattriottarda che sta agitando i mass media.
Inaccettabili invece il quasi silenzio e le poche proteste che in Europa
stanno accompagnando, sotto il rullo compressore Usa, il sistematico
abbattimento di molte delle libertà e dei diritti dei cittadini fino a ieri
difesi dalle legislazioni e dalle costituzioni di tutti i paesi. L'anello
più debole è costituito proprio dall'Unione Europea che, a meno di un anno
dalla firma a Nizza della Carta dei Diritti Fondamentali, sta approvando a
tamburo battente direttive che annullano gran parte di quei diritti e che
arrivano al punto di suggerire condanne di quattro anni "per occupazione di
luoghi pubblici risultanti in danno agli stessi".
Solo due eurodeputati, Giuseppe Di Lello e il sottoscritto, hanno chiesto
chiarimenti al Consiglio e alla Commissione sulla natura giuridica e sugli
scopi della trattativa in corso tra Usa e Ue volta, secondo l'Ambasciatore
Schnabel, a modificare o limitare l'opposizione alla condanna a morte
tramite una sua "delega", per estradizione dei presunti terroristi, alla
superpotenza planetaria.(www.luciomanisco.com)