In memoria di Carlo Giuliani

Da luglio ad oggi i genitori di Carlo Giuliani hanno destinato i primi fondi, raccolti in memoria del figlio, all’adozione a distanza di tre bambini, un cambogiano, un salvadoregno e un mozambicano.

Inoltre contribuiscono al finanziamento dei seguenti progetti: progetto AUSER (SPI CGIL di Genova) per la costruzione di una scuola elementare per 620 bambini saharawi; in collegamento con Progetto Sviluppo della CGIL, riapertura a Gerusalemme Est di un Centro per sussidi tecnici per disabili destinati ai ragazzi palestinesi mutilati di guerra.

I fondi si raccolgono sul c/c 17963/80,
Agenzia CARIGE n° 30, di Genova,
ABI 6175, CAB 1430.

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Alberta e' la madre del ragazzo ucciso in una rissa la notte di capodanno nei vicoli genovesi.

I nostri figli uccisi in nome del dio profitto

Da Adelaide Gaggio, madre di Carlo Giuliani, riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Cara Alberta,
noi non ci conosciamo, ma su Repubblica di venerdì scorso ci hanno messo insieme. Ne avremmo fatto volentieri a meno tu ed io, lo so. Ci hanno messo insieme perché qualcuno ha ammazzato i nostri figli. Ho subito pensato: il dolore è lo stesso, la causa no. La morte di Giacomo è un terribile incidente, ho pensato: l'ha ucciso un disgraziato, un emarginato, uno che è stato strappato alle sue radici, alla sua terra, uno che prima di diventare assassino è stato vittima.
La morte di Carlo è una morte annunciata: non riuscirò mai a perdonarmi di non averlo capito prima, di non aver capito che nella nostra città si stava preparando quello che poi è accaduto, da piazza Manin a via Tolemaide, da piazza Alimonda alla Diaz, dalla Foce a Bolzaneto.
La notte però  noi sappiamo che cosa vuol dire notte, quando gli altri dormono, quando non siamo costrette a fingere una forza che non abbiamo, che ci viene esclusivamente dall'amore dei e per i nostri figli  la notte, dicevo, mi sono resa conto del mio errore. Sì: chi ha armato la mano dell'uomo che ha sparato a Carlo, chi ha permesso o addirittura istruito le devastazioni nella nostra città per "giustificare" le violenze, i soprusi, l'assassinio nei giorni di luglio, è lo stesso che, in nome del profitto e del potere, vuole popoli ridotti alla fame e alla miseria, costretti a emigrare; altri parimente incolti e acritici, incapaci di gestire autonomamente il proprio benessere.
Non ti conosco, Alberta; ti sono vicina. Ho imparato in questi mesi che la vicinanza della gente fa bene. Perché c'è tanta brava gente, ci sono tanti ragazzi meravigliosi per cui vale le pena tenere duro.
Non sono credente ma penso che per loro, come insegnava Gesù Cristo, dovremmo cominciare a cacciare i mercanti dal tempio, dalla nostra vita, dal nostro mondo, prima che sia troppo tardi per tutti.
Ti abbraccio.
La mamma di Carlo