La situazione televisiva in Italia

(nota di E. Giardino –23 marzo 2001)

 

            Mentre Berlusconi ed i suoi alleati del POLO tuonano per il  “linciaggio” del regime di “centro-sinistra” e la “faziosità “ della RAI chiamando in loro “aiuto” il Presidente della Repubblica, la Confindustria , il Papa , le prossime elezioni … ed altri “garanti”, i dati strutturali della situazione televisiva in Italia sono sempre più allarmanti….. ma per motivi opposti da quelli sbandierati strumentalmente dal cavaliere, perenne  “titolare” di ogni  impunità.  

Cominciamo dalle risorse  (pubblicità, canoni, vendite ) (fonte : Sole 24 ore):

  La pubblicità  TV è aumentata nell’anno del 12,2% , i profitti Mediaset del 24% (utile netto 820 ML di lire). Grazie alla PAY TV Mediaset incassa canoni annui per abbonato compresi tra  350.000 e   1.400.000  milioni/anno (a fronte delle 176.000  lire del canone RAI).

Se la ripartizione pubblicitaria fosse proporzionale all’audience , Mediaset perderebbe subito  Centinaia di miliardi a vantaggio di RAI ed altre emittenti private (nazionali o locali).  Intanto Mediaset entra  nelle TLC in cerca di ulteriori business integrati.

Presenza in TV (fonte: vari giornali) : 

Nel periodo 1^ gennaio - 9 marzo 2001, Berlusconi è in testa sia su reti Mediaset (rapporto 6:1 tra lui ed il 2^ Fassino o Sgarbi-3^) che su reti RAI (2^ Rutelli ). Anche nei TG RAI il POLO ha più spazio della maggioranza. Lo squilibrio sarebbe  ancora maggiore se considerassimo manifesti elettorali, giornali, riviste e “conferenze organizzate”. Sul TG4 il Polo è presente per l’ 80% del tempo, l’Ulivo per il 12%.

Ecco perché Berlusconi non vuole la legge della “par condicio” ed il suo uomo Landolfi - presidente della Commissione parlamentare di vigilanza- non  emette il relativo regolamento.

Gran parte delle risorse TV italiane –anche grazie a Berlusconi- vanno ai prodotti USA : “Italia, provincia di Hollywood” titola “Repubblica” del 30 marzo 2001. 

Conflitto di interessi: la legge esistente è stata finora ignorata da tutti, per cui pochi credono nell’efficacia futura della “leggina” votata in questi giorni:  passate le elezioni- forse con Berlusconi nuovo premier- nessuno se ne ricorderà più o (vorrà) potrà farla valere. 

Magistratura : quando lo Stato e le sue istituzioni sono paralizzate -o peggio occupati e ricattati - da “malviventi” (nel senso letterale e sostanziale del termine), la giustizia e la legalità possono trovare una sponda- sia pure parziale e limitata- nella magistratura (sulla carta : potere costituzionale autonomo). Ma in Italia non è più così: i pochi magistrati che hanno avuto il coraggio di affrontare  i delitti e le arroganze dei piduisti, dei corrotti e dei tangentisti  (oggi in auge) sono stati uccisi, hanno cambiato mestiere o sono impiegati in ruoli “poco significativi”: è il caso dei magistrati del pool di Palermo o di “Mani pulite” a Milano. Perciò i loro inquisiti o condannati possono oggi fare e gridare molto più di prima, forti dell’immunità parlamentare e dell’impunità conquistata, anche con leggi e coperture partitiche “insperate ed incredibili”.

 

Altre emittenti TV italiane:

La RAI è allo sbando, ricattata dall’interno e dall’esterno : emarginata nelle risorse, frazionata e privatizzata di fatto; imbavagliata e criminalizzata per il canone ; occupata già dalle truppe di Berlusconi e del Polo ; caricata di oneri sempre nuovi, ma sganciati dagli introiti…..

Privatizzate di fatto le sue due reti  TV  maggiori, venduta per metà RAI WAY (impiantistica   trasmissiva ), ancorato il canone a paranoiche funzioni “pubbliche”.. i suoi vertici- prima uniti- stanno litigando oggi in nome dei loro sponsor di partito.

I lavoratori RAI - operai, tecnici, impiegati, programmisti – pur avendo aumentato la loro produttività sono puniti ogni giorno di più : ridimensionati nel numero (8500 rispetto a 13.000) e nei salari (potere di acquisto in calo netto); privati del rinnovo contrattuale dovuto da mesi e mesi e del potenziale sindacale  e di sciopero; ricattati da appalti esterni,  contratti precari ed orari lunghi e flessibili; asserviti alla complicità dei vertici ed alla disponibilità ininterrotta…diventano massa di manovra di questo o quel “conduttore”. I vertici aziendali stanno rifiutando loro un rinnovo contrattuale che costa- per 8500 lavoratori- la metà dei compensi medi di un solo conduttore- star.  

Le altre emittenti TV private- nazionali, regionali, provinciali o locali- sono regolate sulla base del loro potere economico, a prescindere da altri attributi “comunicativi”. In totale hanno un ascolto medio del 7,4%, ma la pubblicità premia, anche qui,  gli imprenditori più ricchi che già hanno proprietà mediatiche e commerciali consistenti : es. Caltagirone.

Su 2019 concessioni accordate in questi giorni, 126 sono regionali, 1502 provinciali e 391 comunitarie o “no profit” (19%) : ma la gran parte di queste sono legate, non alle comunità locali, ma ai partiti, alla Chiesa cattolica, a piccoli- medi imprenditori.

Si capisce così che il pluralismo (politico, sociale, culturale) – asse portante di tutte le sentenze costituzionali in materia radiotelevisiva- sia inesistente non solo nella TV o nella radiofonia, ma nell’intero sistema informativo italiano (i periodici sono già  tutti privati- commerciali).

E’ in questo assetto tutto commerciale -pubblicitario , che accomuna  da decenni i due “poli in lizza”, che Berlusconi trova la sua copertura ideologica, sempre più monopolistica ed arrogante.

Grottesca e fasulla risulta qui la distinzione “ufficiale” tra due tipologie televisive : su 4.547 domande pervenute alla commissione ministeriale preposta, 2898 ( 64%) appartengono alla tipologia “informativa”, mentre 1284 (36%) a quella “commerciale”(!?!).

Tutto questo per avere la  (dis)“informazione” che subiamo da anni, sia per le notizie internazionali che per quelle nazionali e locali.   

Credo siano sufficienti questi pochi dati per capire che siamo fuori dell’impianto costituzionale vigente ; che Berlusconi  (e chi lo difende)  ci sta prendendo in giro e sta sbaraccando ogni

regola, ogni  concorrente ed ogni argine alla sua prepotenza ; che il  cosiddetto “centro –sinistra”  ha molte gravi colpe in tutta questa  lunga e dolorosa tragedia.

Altro che dibattiti  televisivi sulla “satira” e sulla “comunicazione politica “oggi !!

Ciò che non si è detto né fatto per decenni, ha poco valore se sbandierato alla vigilia delle elezioni : è una sortita tardiva – pre- elettorale-  debole che consente a Berlusconi  ed ai suoi di fare le “vittime elettorali ” nel loro grande teatrino mediatico.

Dobbiamo allora arrenderci, rassegnarci o colludere ? NO significa solo che dobbiamo portare  lo scontro politico e popolare al livello giusto ,con le alleanze e le persone giuste.

Il “caso italiano” è ben più grave di quello di altri Paesi che pure condividono logiche e politiche “neoliberaliste” che noi contrastiamo : quindi Stati e capitalisti europei hanno “regolato” il berlusconismo selvaggio, tutto italiota. Non per caso Berlusconi è fuggito dalla Spagna e dai  giudici che ancora vogliono incriminarlo.