La situazione televisiva in Italia
(nota
di E. Giardino –23 marzo 2001)
Mentre Berlusconi ed i suoi alleati del POLO tuonano per il
“linciaggio” del regime di “centro-sinistra” e la “faziosità
“ della RAI chiamando in loro “aiuto” il Presidente della Repubblica, la
Confindustria , il Papa , le prossime elezioni … ed altri “garanti”, i
dati strutturali della situazione televisiva in Italia sono sempre più
allarmanti….. ma per motivi opposti da quelli sbandierati strumentalmente dal
cavaliere, perenne “titolare”
di ogni impunità.
Cominciamo
dalle risorse (pubblicità, canoni,
vendite )
(fonte : Sole 24 ore):
Se
la ripartizione pubblicitaria fosse proporzionale all’audience , Mediaset
perderebbe subito Centinaia di
miliardi a vantaggio di RAI ed altre emittenti private (nazionali o locali).
Intanto Mediaset entra nelle
TLC in cerca di ulteriori business integrati.
Presenza
in TV
(fonte: vari giornali) :
Nel
periodo 1^ gennaio - 9 marzo 2001, Berlusconi è in testa sia su reti Mediaset
(rapporto 6:1 tra lui ed il 2^ Fassino o Sgarbi-3^) che su reti RAI (2^ Rutelli
). Anche nei TG RAI il POLO ha più spazio della maggioranza. Lo squilibrio
sarebbe ancora maggiore se
considerassimo manifesti elettorali, giornali, riviste e “conferenze
organizzate”. Sul TG4 il Polo è presente per l’ 80% del tempo, l’Ulivo
per il 12%.
Ecco
perché Berlusconi non vuole la legge della “par condicio” ed il suo uomo
Landolfi - presidente della Commissione parlamentare di vigilanza- non emette
il relativo regolamento.
Gran
parte delle risorse TV italiane –anche grazie a Berlusconi- vanno ai prodotti
USA : “Italia, provincia di Hollywood” titola “Repubblica” del 30 marzo
2001.
Conflitto
di interessi:
la legge esistente è stata finora ignorata da tutti, per cui pochi credono
nell’efficacia futura della “leggina” votata in questi giorni: passate le elezioni- forse con Berlusconi nuovo premier-
nessuno se ne ricorderà più o (vorrà) potrà farla valere.
Magistratura
: quando
lo Stato e le sue istituzioni sono paralizzate -o peggio occupati e ricattati -
da “malviventi”
(nel senso letterale e sostanziale del termine), la giustizia e la legalità
possono trovare una sponda- sia pure parziale e limitata- nella magistratura
(sulla carta : potere costituzionale autonomo). Ma in Italia non è più così:
i pochi magistrati che hanno avuto il coraggio di affrontare i delitti e
le arroganze dei piduisti, dei corrotti e dei tangentisti (oggi
in auge) sono stati uccisi, hanno cambiato mestiere o sono impiegati in ruoli
“poco significativi”: è il caso dei magistrati del pool di Palermo o di
“Mani pulite” a Milano. Perciò i loro inquisiti o condannati possono oggi
fare e gridare molto più di prima, forti dell’immunità parlamentare e
dell’impunità conquistata, anche con leggi e coperture partitiche
“insperate ed incredibili”.
Altre
emittenti TV italiane:
La RAI è allo sbando, ricattata dall’interno e dall’esterno : emarginata nelle risorse, frazionata e privatizzata di fatto; imbavagliata e criminalizzata per il canone ; occupata già dalle truppe di Berlusconi e del Polo ; caricata di oneri sempre nuovi, ma sganciati dagli introiti…..
Privatizzate di fatto le sue due reti TV maggiori, venduta per metà RAI WAY (impiantistica trasmissiva ), ancorato il canone a paranoiche funzioni “pubbliche”.. i suoi vertici- prima uniti- stanno litigando oggi in nome dei loro sponsor di partito.
I lavoratori RAI - operai, tecnici, impiegati,
programmisti – pur avendo aumentato la loro produttività sono puniti ogni
giorno di più : ridimensionati nel numero (8500 rispetto a 13.000) e nei salari
(potere di acquisto in calo netto); privati del rinnovo contrattuale dovuto da
mesi e mesi e del potenziale sindacale e
di sciopero; ricattati da appalti esterni, contratti precari ed orari lunghi e flessibili; asserviti alla
complicità dei vertici ed alla disponibilità ininterrotta…diventano massa di
manovra di questo o quel “conduttore”. I vertici aziendali stanno rifiutando
loro un rinnovo contrattuale che costa- per 8500 lavoratori- la metà dei
compensi medi di un solo conduttore- star.
Le
altre emittenti TV private- nazionali, regionali, provinciali o locali- sono
regolate sulla base del loro potere economico, a prescindere da altri attributi
“comunicativi”. In totale hanno un ascolto medio del 7,4%, ma la pubblicità
premia, anche qui, gli imprenditori
più ricchi che già hanno proprietà mediatiche e commerciali consistenti : es.
Caltagirone.
Su
2019 concessioni accordate in questi giorni, 126 sono regionali, 1502
provinciali e 391 comunitarie o “no profit” (19%) : ma la gran parte di
queste sono legate, non alle comunità locali, ma ai partiti, alla Chiesa
cattolica, a piccoli- medi imprenditori.
Si
capisce così che il pluralismo (politico, sociale, culturale) – asse portante
di tutte le sentenze costituzionali in materia radiotelevisiva- sia inesistente
non solo nella TV o nella radiofonia, ma nell’intero sistema informativo
italiano (i periodici sono già tutti
privati- commerciali).
E’
in questo assetto tutto commerciale -pubblicitario , che accomuna da
decenni i due “poli in lizza”, che Berlusconi trova la sua copertura
ideologica, sempre più monopolistica ed arrogante.
Grottesca
e fasulla risulta qui la distinzione “ufficiale” tra due tipologie
televisive : su 4.547 domande pervenute alla commissione ministeriale preposta,
2898 ( 64%) appartengono alla tipologia “informativa”, mentre 1284 (36%) a
quella “commerciale”(!?!).
Tutto
questo per avere la (dis)“informazione”
che subiamo da anni, sia per le notizie internazionali che per quelle nazionali
e locali.
Credo
siano sufficienti questi pochi dati per capire che siamo fuori dell’impianto
costituzionale vigente ; che Berlusconi (e
chi lo difende) ci sta prendendo in
giro e sta sbaraccando ogni
regola,
ogni concorrente ed ogni argine
alla sua prepotenza ; che il cosiddetto
“centro –sinistra” ha molte
gravi colpe in tutta questa lunga e
dolorosa tragedia.
Altro
che dibattiti televisivi sulla
“satira” e sulla “comunicazione politica “oggi !!
Ciò
che non si è detto né fatto per decenni, ha poco valore se sbandierato alla
vigilia delle elezioni : è una sortita tardiva – pre- elettorale- debole
che consente a Berlusconi ed ai
suoi di fare le “vittime elettorali ” nel loro grande teatrino mediatico.
Dobbiamo
allora arrenderci, rassegnarci o colludere ? NO significa solo che dobbiamo portare lo
scontro politico e popolare al livello giusto ,con le alleanze e le persone
giuste.
Il
“caso italiano” è ben più grave di quello di altri Paesi che pure
condividono logiche e politiche “neoliberaliste” che noi contrastiamo :
quindi Stati e capitalisti europei hanno “regolato” il berlusconismo
selvaggio, tutto italiota. Non per caso Berlusconi è fuggito dalla Spagna e dai
giudici che ancora vogliono incriminarlo.