Cammino ramingo sul filo del sentiero,

commerciante di inutili cose,

costretto a mentire per barattare la vita:

la vendo alla morte, se la vuol comprare.

Oppure la regalo, o la getto via,

è nuova, non l’ ho vissuta mai!

“Sono nato con un piccolo cervello”, pensavo,

e mi è rimasto un solo mestiere da apprendere…

partirò per il Vietnam, per non usare parole,

per nasconderle dietro al fucile…

Mercenario mi chiamo,

vivo oggi per morire domani

e se uccido prima d’essere ucciso

non sarò passato invano

sulla terra straniera,

di uomini e donne senza volto,

dai linguaggi stringati

disillusi dal potere del pianto.

Valeva  bene ogni luogo,  purché estraneo,

nel punto in cui la moira mi colse: io l’attendevo!

In cambio chiedo solo il tempo di un soffio di vento,

per scrivere col sangue il mio nome…risalterà sulla neve!

per questo tu dammi il mio ultimo respiro,

l’allungherò per danzare il mio ballo;

batte il ritmo la morte

perché la danza è in suo onore”.

                                                                                                      Miriam Capo