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Ultimo aggiornamento lunedì 21 febbraio 2000
12 Reperimento di informazioni sull'home theater
In questo periodo in Italia per l'Home-Theater ci sono state grosse novità con
l'apparizione dei primi DVD (lettori e software in italiano) che hanno riacceso
l'interesse (e le speranze) per il Dolby Digital, cosa che fino a un anno fa sembrava una
cosa riservata agli USA e a chi poteva permettersi di spendere cifre non irrisorie.
E invece ora (e parliamo di maggio 99, la situazione evolve velocemente) abbiamo in
catalogo circa duecento titoli in italiano su DVD, a meno di un anno dal primo DVD
pubblicato: quindi una diffusione piuttosto veloce se confrontata con la diffusione del CD
all'epoca del suo lancio. I vantaggi del DVD rispetto al VHS sono piuttosto evidenti:
anche su un televisore di media grandezza si nota una maggiore definizione video, e anche
se non si è dotati di un impianto DD si può sempre apprezzare il Prologic ... Non
dimentichiamo poi le funzioni aggiuntive come le colonne sonore in diverse lingue, i
sottotitoli, le funzioni interattive, la possibilità di accedere direttamente a qualsiasi
punt del film. Questo a scapito dello svantaggio di non poter registrare su DVD.
Senza dubbio la popolarità del Home-Theater è strettamente legata al successo che il DVD
riscuoterà in Italia; vedremo nei prossimi mesi.
Il Dolby Surround Prologic identifica il processo di decodifica attraverso il
quale, da un normale programma stereofonico, codificato Dolby Surround, vengono estratti
due canali aggiuntivi: il canale centrale (dedicato ai dialoghi), il canale
surround (anche se si parla di surround destro e sinistro, il segnale è uno solo
uguale per entrambi).
Abbiamo cosi un sistema di riproduzione a 4 canali distinti:
Il canale subwoofer, che può essere utilizzato in un impianto Prologic, non è un vero
e proprio canale indipendente, ma viene ottenuto dal filtraggio (sotto 100Hz circa) dei
canali frontali;
Il canale centrale del Dolby Prologic è un canale 'inventato' dal precesso di decodifica.
In origine questo non esiste (esistono solo i canali sx, dx e posteriore) ma in fase di
decodifica vengono analizzati i canali sinistro e destro, e i segnali identici per
intensità e frequenza vengono dirottati sul canale centrale. Nel caso non si possega il
diffusore per il canale centrale, attraverso l'opzione Phantom, presente su tutti i
decoder, si può lasciare il contenuto del canale frontale sui canali destro e sinistro.
Il sistema Surround Prologic è l'unico sistema multicanale presente su cassette VHS.
Il sistema Dolby Prologic è la versione domestica dei decoder professionali Dolby
Stereo usati nelle sale cinematografiche. Tutti i programmi codificati attraverso la
codifica Dolby Stereo (il nome per i prodotti consumer è Dolby Surround) possono essere
decodificati da un processore Dolby Prologic.
Il sistema Dolby Stereo presenta due tracce che contengono, oltre ai canali destro e
sinistro, anche le informazioni per estrarre un canale centrale e un canale surround per
lambienza e gli effetti.
La tecnologia Prologic utilizza un sistema definito 'matriciale'; in fase di codifica i
segnali dei canali aggiuntivi (del canale posteriore) vengono cambiati di livello e di
fase e poi sommati ai canali principali. Ovviamente in fase di decodifica il processo è
inverso. Con questo sistema i quattro canali vengono nuovamente 'separati'. Bisogna dire
che la 'separazione di canale' non può essere perfetta (cioè il segnale di ciascun
canale non è assolutamente indipendente dagli altri).
Il THX (Tomlinson Holman Experiment) non è un formato audio, ma e' un sistema di
certificazione che attesta che le apparecchiature di un impianto sono conformi
alle caratteristiche dettate dai laboratori THX, marchio creato da George
Lucas.Il fatto che ci sia il marchio THX su un apparecchio è garanzia di qualità,
in quanto tale componente rispetta le specifiche previste. Non è detto però che
apparecchi non THX non siano validissimi: molte ditte anche High end non sono disposte a
pagare Lucas & C. per avere le tre lettere sulle proprie macchine.
La certificazione riguarda ogni possibile componente di un impianto audio: si va
dagli amplificatori ai cavi e relative connessioni, il posizionamento dei diffusori
e l'arredamento in relazione alle dimensioni della sala. Addirittura è previsto anche il
'minimo volume di ascolto'. Mirando alla certificazione THX di un impianto, sarebbe quindi
logico rispettare i criteri non solo parzialmente ma per tutta la catena.
Il Dolby Digital (detto anche AC-3) è un particolare sistema di trattamento audio,
usato sia nei cinema che in ambito domestico, che permette di ridurre drasticamente
la quantità di dati necessaria per codificare l'intera colonna sonora di un film senza
generare apprezzabili perdite di qualità rispetto ai segnali originali non compressi.
Il Dolby Digital a differenza del Dolby Prologic funziona su base puramente digitale, e
quindi i vari canali vengono registrati in modo assolutamente indipendente l'uno
dall'altro garantendo una separazione notevolmente superiore. La codifica discreta
anziché matriciale permette di effettuare i passaggi desiderati dei suoni tra i vari
canali senza problemi di interferenza. e con la massima precisione.
La seconda differenza rispetto al Dolby Surround riguarda il numero stesso di canali. Come
già detto nel Dolby Surround i canali sono quattro e cioè destro, sinistro, centrale è
surround posteriore. Nel Dolby Digital invece i canali diventano sei : sinistro, destro,
centrale, surround destro, surround sinistro, e canale bassi (sub woofer). I 5 canali
principali sono tutti a banda completa e cioè tra i 5 e 22 KHz. mentre il canale bassi è
limitato a 100 Hz..
Per questo motivo il Dolby Digital è indicato come un sistema a 5.1 canali: con il '.1'
sta appunto ad indicare il canale sub.
Dopo aver spiegato in cosa consiste il DD e come funziona, bisogna anche evidenziare
che tale sistema ha portato un miglioramento qualitativo notevole rispetto al Prologic,
cosa che si può verificare ascoltandolo. Per chi non ha avuto ancora la possibilità di
farlo, verranno descritte ora le sensazioni sonore avvertibili ascoltando il DD,
paragonate a quelle del Prologic: anche se quest'ultimo sistema rimane tuttora validissimo
se valutato rispetto a prezzo e diffusione su videocassetta, nel confronto diretto risulta
per forza molto inferiore al Dolby Digital.
1) il suono Dolby digital 5.1 e' ampio, spaziale, sembra essere "fuori dai
diffusori" e non "lontano" e confuso come in semplice surround. Il
solo fronte anteriore, acquista un' estensione in larghezza capace di andare ben oltre il
posizionamento dei diffusori.
2) Il suono è 'pulito' e la cristallino, con un fruscio quasi inesistente, il che
impedisce di rendersi spesso conto dell' effettivo livello del volume: questo comporta che
un diffusore apparentemente muto per un certo lasso di durata del film, esploda
improvvisamente con un effetto anche fragoroso, che a volte vi indurra' persino ad
abbassare il volume, che avevate alzato pensando fosse troppo basso, dal momento che
fino ad un attimo prima i diffusori non interessati dal particolare effetto parevano
spenti (come si diceva). Cio' vale (ovviamente) per tutti i 6 canali dell' impianto. Addio
insomma, ai 'suoni di avvolgimento' piu' o meno sempre presenti ma imprecisi ed
approssimativi del surround...
3) I canali del dolby digital sono tutti uguali: non ci sono principali o secondari.
Tutti possono ricevere o riprodurre un effetto della stessa frequenza e della stessa
intensita', fatta ovviamente eccezione per il subwoofer. Insomma, con casse potenti anche
sul fronte posteriore (e sarebbe la cosa migliore da fare, nell' allestire un buon
impianto), si potrebbe sentire un poderosa esplosione provenire dalle spalle (da sinistra
o da destra, dipende dalla particolare situazione) con la stessa qualita' sonora con la
quale si sarebbe sentita frontalmente.
4) I canali del Dolby digital sono completamente indipendenti: scollegando il
diffusore centrale non si sentono piu' le voci; nessun effetto destinato ad un particolare
altoparlante, sconfinera' mai in un altro, se cosi' si era stabilito in fase di
registrazione ( a differenza del Dolby surround, dove un qualsiasi effetto, a partire
dalle voci e' spesso udibile anche negli altri diffusori - a volte persino in quelli
posteriori-). Cio' vale anche per il subwoofer: e' possibile che in un film gli spari dei
"buoni", abbiamo bassi poderosi, quelli dei cattivi invece meno (vedi
alcuni momenti di Lethal weapon 4).
5) un effetto posteriore Dolby digital può far letteralmente "saltare dalla
poltrona", in quanto potrebbe sprigionarsi da uno solo dei diffusori, lasciando gli
altri nel silenzio piu' assoluto (un urlo, uno scoppio, un tuono -di solito e' uno dei
piu' frequenti) . (Di nuovo Lethal weapon 4 potra' essere un esempio quanto mai
illuminante: dal quasi silenzio assoluto, dovuto ad un dialogo molto pacato e tranquillo,
si passa ad una scena di temporale, con un tuono, localizzato nel diffusore posteriore
sinistro, talmente potente da far credere che un aereo si sia schiantato a pochi
metri da casa !!)
6) Un effetto in Dolby digital puo' "transitare" liberamente da un diffusore a
qualsiasi altro: un elicottero puo' fare il giro (tondo) di tutta la stanza, oppure
passare solo alle vostre spalle da destra a sinistra (o viceversa) , oppure partire dalle
vostre spalle (sinistra o destra) ed arrivare davanti a voi, magari passando da destra e
poi spostandosi al centro... le possibilita' sono ovviamente infinite, non avendo piu' il
solo "effetto di eco, o di ambienza" del surround. naturalmente potra' anche
esserci un qualsiasi effetto proveniente da uno solo dei diffusori, nel piu' totale
silenzio del resto del sistema
7) la possibilita' di configurazione e' (solitamente) altissima: distanza,
riverbero, presenza o meno di uno o piu' diffusori (si spera siano comunque tutti!) e
soprattutto possibilita' di aggiungere, al canale indipendente del subwoofer, anche le
piu' basse frequenze (gli ultimi 40-50 hz della scala) del suono destinato agli altri
canali, in modo da non sforzare inutilmente le membrane di diffusori che non renderebbero
comunque come il sub -e ci sono film capaci di mettere veramente a repentaglio le casse.
Il DTS e un sistema di registrazione audio realizzato dalla Digital Theater Systems, in
collaborazione con Universal ed Amblin (la casa cinematografica di Spielberg), e lanciato
sul mercato professionale con il film Jurassic Park, il primo ad offrire il sonoro in
questo formato.
Il DTS e un sistema di registrazione multicanale, che permette la codifica di 5.1 canali
digitali discreti (ma è possibile arrivare ad un massimo di 7.1), e che fa uso di un
sistema di compressione psicoacustica, analogamente a quanto avviene con 1'AC-3 della
Dolby e I'ATRAC dell'SDDS Sony.
II DTS è stato pensato principalmente per portare non so1o il multicanale discreto, ma
anche l'alta fedeltà audio nel sonoro dei cinema ed ora delle case, superando anche i
limiti stessi degli attuali standard facenti uso di codifica digitale come il CD ed il
Laser Disc. A questo scopo l'impostazione hardware e software del DTS, dal punto di vista
di decoder, supporti e metodi di registrazione e completamente diversa da, quella dei suoi
concorrenti. E per lo stesso motivo i1 DTS e l'unico sistema proposto anche per la sola
musica su CD multicanale.
Per questa questione ci sono opposte correnti di pensiero ... non diamo quindi una
risposta, ma esaminiamo quali sono le differenze, per la qualità audio, e per la
versatilità del sistema.
L'audio, in linea teorica, dovrebbe essere molto superiore rispetto al segnale DD. Questo
perchè fa uso di una maggior quantità di dati, che sono compressi in modo indipendente
uno dall'altro e non sacrificando i segnali meno importanti a discapito degli altri
canali. Alcuni però sostengono che suoni peggio, rilevando una certa asprezza del suono
(ma ci sono altrettanti pareri che lo ritengono migliore !).
Sul fronte della versatilità, il DTS ha parecchi punti a sfavore : i laserdisc DTS se non
si ha il decoder offrono solo un audio analogico in FM. Un DVD in DTS non avrebbe spazio
per la codifica di tre colonne sonore.
E infatti la diffusione del DTS stenta tuttora a prendere piede (parliamo del mercato
americano, perchè DVD DTS in italiano non ne esistono ancora). Questo dipende anche dal
fatto che per avere una qualità 'leggermente' superiore, bisogna comunque rinunciare sul
DVD alle tracce multilingua, che per ragioni di spazio (il DTS occupa più spazio) non
possono essere più di una.
Attualmente nel mondo sono diffusi tre 'standard video':
Per Wide Screen si intende un programma nel formato originale cinematografico
'panoramico' con vari rapporti tra altezza e larghezza a seconda del tipo di programma
stesso. I formati più diffusi sono 1:85/1 e 2.35/1 (normalmente la pellicola
cinematografica è 2.35/1).
Per Letter Box si intende il formato panoramico con le bande nere sopra e sotto
l'immagine. Si usa per vedere film nel loro rapporto originale sui televisori 4/3 o per
vedere i programmi con rapporto superiore ai 16/9 sui televisori con lo schermo di tali
dimensioni. Dato che il rapporto 16/9 è inferiore al formato 1.85/1, si fa presente che
anche tale formato apparirà su un televisore 16/9 con delle sottilissime bande sopra e
sotto.
La tecnica Pan&Scan viene usata per ridurre al formato 4/3 un programma con rapporto
maggiore di 4/3, in modo che possa essere visto, a schermo pieno, anche su un televisore
4/3. Questo sistema determina l'eliminazione di una parte della immagine completa e quindi
una visione alterata dell'originale cinematografico. In fase di riversamento viene scelto
se tagliare la parte sinistra, la parte destra, o parte di entrambe dell'immagine
originale, in funzione della scena in questione. In molti film su videocassetta i titoli
di testa sono in formato letterbox (quando i titoli sono scritti sia a sinistra e destra,
e non sarebbe possibile tagliare le parole) e poi preseguono in formato pan & scan.
Sono scelte della casa di distribuzione della videocassetta, del laserdisc, ecc.
Non bisogna confondersi tra il 16:9 anamorfico, che è uno speciale formato di
registrazione / trasmissione, e il formato (aspect ratio) del film.
Il 16:9 anamorfico può registrare una immagine video con una definizione (intesa come
linee orizzontali nelle quali è scomposta una immagine video) nettamente migliore. Se
parliamo di NTSC (ma per il PAL il discorso non cambia) abbiamo 525 linee 'di segnale',
quasi tutte utilizzate per la composizione dell'immagine (parte viene utilizzata per i
segnali di sincronismo, teletext, ecc.). Supponiamo, per semplicità, che vengano usate
tutte 525: codificando con la maniera tradizionale una immagine in formato 1.85:1, buona
parte di queste linee (quelle superiori e quelle inferiori) saranno nere, e l'immagine
effettiva risulterà formata dalle restanti 378(circa!) linee. Parte del segnale va quindi
sprecato. Con il 16:9 anamorfico si sfruttano invece 525 linee per codificare la parte
centrale dell'immagine, e un programma in 16:9 verrà registrato con 502 linee (quasi
tutte!) di segnale.
Se questo segnale viene però visto su un normale TV 4:3, l'immagine apparirà allungata
in senso verticale: spetta al televisore 16:9 ricomprimere verticalmente l'immagine, che
risulterà però formata da molte più linee, e quindi più definita. Esistono anche dei
televisori 4:3 che possono fare questa compressionde dell'immagine, ed inoltre tutti i
lettori DVD (unico formato che utilizza il 16:9 anamorfico) possono farlo scegliendo
l'opzione 'letterbox'. Tale sistema è utilizzabile con qualsiasi film in formato 1.85:1 e
2.35.1, mentre è inapplicabile per una registrazione 4:3 perche' verrebbero tagliate
delle porzioni di immagine (sopra e sotto).
Ricordiamo che per quanto riguarda i DVD, non tutti sono registrati in anamorfico, alcuni
sono registrati in 'letterbox'. La differenza è riconoscibile selezionando sul DVD il
tipo di televisore 16:9 (l'alternativa è impostare il tipo di televisore 4:3,
questa 'scelta' è disponibile su tutti i DVD). Nel caso di DVD 'anamorfico'
dovrete far 'comprimere' al televisore l'immagine, ne caso di letterbox dovrete settare
l'opzione 'zoom'.
All'inizio della diffusione del DVD esistevano pareri discordanti su questo punto: i
due supporti hanno ciascuno dei punti a favore, per il fatto che l'immagine su DVD è
registrata in formato digitale, mentre su laserdisc è in formato analogico. Quindi, se su
DVD abbiamo in linea di massima colori più puliti e maggiore contrasto dei colori,
l'effetto della compressione (MPEG-2) può causare i cosiddetti 'artefatti digitali' : il
'blocking' (l'individuazione nell'immagine dei quadratini da cui è composta) o la
'solarizzazione' (la mancanza di sfumature all'interno di una zona dello stesso colore).
Ora che il numero di titoli su DVD è aumentato, e abbiamo potuto verificare la qualità
di un maggior numero di titoli DVD, possiamo trarre delle conclusioni su questa diatriba:
la qualità video di un DVD è altamente variabile, in funzione della 'cura' riposta
nella sua realizzazione (il cosiddetto processo di 'authoring'), dalla quale dipende
la buona o la cattiva riuscita di un DVD. Il supporto DVD può offrire una qualità video
al di sopra di qualsiasi laserdisc: spetta alle case di distribuzione sfruttare al massimo
queste potenzialità.
E' una limitazione creata dalle case di distribuzione per impedire che un film venga
diffuso al di fuori del paese dove è stata autorizzata la distribuzione, ossia che
vengano venduti DVD di film non ancora usciti al cinema (a causa dei mesi di differenza
tra il rilascio di un film in America e nel resto del mondo). Tale sistema di 'protezione'
impedisce infatti che un DVD possa venire letto normalmente da un lettore acquistato in un
paese diverso. Come funziona ? Ad ogni nazione è stato assegnato un 'codice', compreso
tra uno e cinque. Sia i dischetti DVD che i lettori venduti in una certa nazione sono
stati 'marchiati' con tale codice, e tale codice impedira' ad un lettore di leggere un DVD
di codice diverso dal proprio. Un DVD americano non potrà essere letto da un lettore
acquistato in Europa. Esiste poi un codice 'ALL' che permette a un DVD di essere letto
dovunque.
In Italia i lettori DVD venduti sono tutti 'regione 2'.
La suddivisione del mondo nelle 5 'regioni' è:
I DVD possono essere registrati su entrambi i lati, raddoppiando cosi' la capacità di memorizzazione. Inoltre è possibile, per ciascun lato, registrare i dati su due 'strati' incollati insieme. In questo caso la lente del lettore deve poter cambiare la messa a fuoco in modo da leggere le informazioni sul primo strato oppure sul secondo. In questi DVD a doppio strato la capacità di registrazione è quasi il doppio dei DVD a singolo strato. La combinazione delle caratteristiche di 'doppio lato' e 'doppio strato' rende possibili quattro combinazioni conosciute come
Sugli amplificatori Prologic, per verificare la 'compatibilità' verso il Dolby
Digital, bisogna controllare se sono presenti sul retro i connettori 5.1, ossia 6 spinotti
che riceveranno da un decoder esterno i 6 segnali separati, che saranno amplificati e
mandati ai diffusori. In mancanza di questi ingressi, se si vuol passare dal Prologic al
5.1 al DD bisogna sostituire completamente l'amplificatore. Per la conversione DD
esterna, può essere utilizzato un decoder a se stante, oppure quello già presente
in alcuni lettori DVD.
Un'altra regola che bisognerebbe osservare è la potenza dei canali posteriori, che nel
dolby Digital deve essere uguale a quella degli altri canali. Alcuni amplificatori
Prologic rispettano tale richiesta, anche se nel Prologic non è necessaria, a causa della
limitata banda di frequenza dei canali posteriori analogici.
Gli amplificatori già muniti di decoder DD, possono essere upgradati al DTS anche loro se
hanno i connettori 5.1 sul retro.
Una caratteristica degli amplificatori AV che merita una trattazione a parte sono gli
effetti DSP, funzione presente su quasi tutti gli amplificatori ma con capacità ben
diverse da caso a caso.
Il DSP (Digital Signal Processing) è un circuito in grado di applicare su ciascun canale,
dei ritardi, dei riverberi, delle particolari equalizzazioni. Utilizzato soprattutto per
l'ascolto della musica, il DSP riesce a ricreare diverse ambientazioni di ascolto: stadio,
chiesa, hall, ecc.
In alcuni amplificatori tali funzioni sono molto elementari: 5 ambienti predefiniti, che
possono essere selezionati senza modificare le impostazioni memorizzate. Negli
amplificatori più costosi invece tali funzioni permettono di impostare decine di
parametri per ottenere moltissimi 'ambienti' uno diverso dall'altro, oltre alla
possibilità di usare tali impostazione anche durante la visione dei film.
Attualmente esistono alcuni lettori DVD che hanno all'interno la decodifica Dolby
Digital, e per questo sul retro si trovano, oltre ai connettori presenti su tutti i DVD,
anche 6 connettori che sono da collegare all'amplificatore 'predisposto', che sara'
utilizzato solo per la amplificazione dei 5.1 canali. Quindi le soluzioni possibili per il
DD con il DVD sono tre, che portano a risultati qualitativamente in ordine crescente
(questo pero' in line di massima, potrebbero esserci delle eccezioni) : DVD con decodifica
DD + amplificatore prologic predisposto DD DVD + amplificatore con decodifica DD DVD +
decodificatore separato + amplificatore predisposto
Ma la differenza sostanziale tra la prima le le altre alternative, è che avere il
decoder DD all'interno del DVD lo rende inutilizzabile per altre sorgenti, coma laserdisc,
satellite, ecc.
Il logo 'Dolby Digital' presente su tutti i lettori DVD non significa che hanno
all'interno il decodificatore: per accertarsene bisogna controllare sul retro le
connessioni 5.1.
Attualmente in Italia sono in produzione solo un paio di lettori DVD 'DTS ready'. Questo
non vuol dire che hanno un decodificatore DTS interno, ma che sono in grado solo di
leggere la traccia DTS e mandarla all'amplificatore con decoder DTS attraverso l'apposita
uscita. Non è escludibile tuttavia che in futuro possano uscire lettori DVD con decoder
DTS interni.
Come già detto i segnali televisivi possono essere due tipi : PAL e NTSC. A seconda
del sistema usato, ogni volta che si collegano due apparecchi bisogna controllarne la
'compatibilità', verificando che usino lo stesso sistema. Questo vale per il collegamento
tra videoregistratori, laserdisc, televisori, proiettori.
I televisori multistandard risolvono tale problema, essendo in grado di visualizzare una
immagine in entrambi i sistemi, che vengono riconosciuti in modo automatico.
Normalmente nei televisori il pennello elettronico disegna lo schermo 50 volte in un
secondo (50Hz). Nei televisori particolarmente grandi tale frequenza può risultare
insufficiente, e perciò sono stati realizzati televisori a 100Hz, che, a dire dei
costruttori, danno una immagine che col tempo permette di affaticare meno la vista.
Alcuni televisori che usano questa tecnologia mostrano però dei difetti nella visione:
scalettature delle linee diagonali, movimenti a "scatti", solarizzazioni dei
colori, ecc. Nei primi TV erano insopportabili, adesso la situazione è migliorata
tantissimo. Purtroppo quasi nessun televisore offre la possibilità di disattivare i
100Hz.. Si fa presente, comunque, che il fatto che un televisore funzioni a 100 Hz non è
da solo garanzia di qualità (esistono televisori a 100 Hz buoni e meno buoni).
Non esistono proiettori nella fascia al di sotto dei cinque milioni. I proiettori LCD vanno dai cinque milioni (abbinati a schermi di 1,5 m circa) fino ai 20 milioni . I tritubo partono da 7,5 milioni, anch'essi fino ad oltre 20 milioni. I più costosi hanno zoom telecomandato e possono essere collegati ad un PC.
Il sistema di retroproiezione funziona con un videoproiettore di piccole dimensioni
posto dietro los chermo anzichè di fronte. Questa soluzione ha una controindicazione: è
se non si è in asse con lo schermo l'immagine può apparire sfocata e meno luminosa. Se
si ha un numero limitato di spettatori e si può mettere il divano ben centrato rispetto
al retroproiettore, il risultato è invece assolutamente soddisfacente. Il costo di un
retroproiettore è dai 4 ai 7 milioni, cifre notevolmente inferiori a quelle dei
videoproiettori.
Lo schermo al plasma è forse quello che meglio rispetta il lato estetico, essendo poco
ingombrante e pratico. Le dimensioni disponibili, 41' e 50' sono l'ideale nell'ambito
domestico. Inoltre ha una alta definizione e un angolo di visuale molto elevato, e per la
luminosità bisogna dire che i nuovi modelli hanno superato i problemi di quelli
precedenti. Unico difetto : il prezzo, che è destinato ovviamente a scendere ma
bisognerà aspettare ancora un po'.
L'ideale sarebbe dedicare una stanza all'home theater, in modo da non dover avere a che fare con i soliti compromessi per far convivere il nostro impianto con il resto dell'arredamento. Ma non sempre è possibile ... e purtroppo succede che spendiamo dei soldoni per casse, ampli, ecc. e poi li facciamo suonare in un ambiente dove risonanze e riflessioni del suono peggiorano in parte il risultato finale. Ma alcuni accorgimenti li possiamo utilizzare ... non si otterrà forse il massimo, ma risultati soddisfacenti sono assicurati ... se poi ci si può permettere uno studio sul comportamento acustico della stanza e il relativo trattamento con pannelli fonoassorbenti ecc., beato lui !
le dimensioni: non è sempre vero che ambienti grandi siano
preferibili a quelli piccoli... è logico non scendere al di sotto di certe dimensioni
(non vorrete mica mettere l'impinto in uno sgabuzzino) ma una stanza di dimensioni medie
(4x5 ad esempio) non ha nulla da invidiare ad un salone enorme
la forma: qui entriamo nelle leggi della acustica ambientale, che dice
che le stanza 'quadrate' sono le peggiori dal punto di vista della qualità del suono, in
quanto favoriscono il ristagno di risonanze che peggiorano l'emissione delle basse
frequenze ...
l'arredamento : come si sa una stanza vuota non può essere usata per
ascoltare musica : rimbombi e echi rimbalzano da una parete all'altra. Al contrario, più
mobili ci sono meglio è. Bisogna quindi fare i conti con la percentuale di superfici
fonoriflettenti in rapporo a quelle assorbenti, facendo prevalere le seconde. Le librerie
piene di libri, con la loro superficie discontinua, assorbono bene i suoni, mentre pareti
spoglie, vetrine di cristallo, porte, ecc. non sono l'ideale. Degli ampi tendaggi, e dei
tappeti o la moquette sono l'ideale per migliorare l'acustica di una stanza.
Le connessioni presenti sul pannello posteriore dei DVD non sono sempre le stesse: alcune sono presenti in tutti i modelli, mentre altre 'opzionali' dipendono dal tipo e dalla qualità del lettore DVD. Cerchiamo di descriverle:
La trasmissione digitale via satellite usa la compressione MPEG2 come quella usata sul
DVD. Tale standard prevede la possibilità si usare 'fattori di compressione' variabili,
che come è logico influenzano la qualità del segnale e maggiore è il fattore di
compressione peggiore sarà la qualità audio-video.
Quello che condiziona nello scegliere tale fattore è la cosiddetta 'larghezza di banda',
caratteristica propria di qualsiasi supporto o sistema di trasmissione. Quella del DVD
può arrivare a 10Mbit al secondo (tale valore dipend da disco a disco e varia nel tempo).
Quello del sistema DVB (Digital Video Broadcasting) dipende dall'emittente : con i
transponder con la attuale larghezza di banda, usando la compressione dinamica,
si arriva intorno ai 10Mbit, (vedi trasmissioni RAI, dato e' ottenibile dal Nokia
MediaMaster 9500/9200/9600 equipaggiato con sw DVB200). D+ trasmette sui canali premium
con un bitrate di 4.5 Mbit/sec, e sui canali Basic con un bitrate di circa (varia un po' a
seconda del canale) 3.5Mbit/sec.
In Europa viene usata la codifica MPEG2. Purtroppo i ricevitori venduti in Europa non
hanno una uscita digitale (nel qual caso sarebbe possibile veicolare i dati in digitale ad
un decoder esterno) e quindi bisogna usare l'uscita analogica ottenendo quindi un semplice
dolby surround.
Comunque per adesso niente Dolby Digital via satellite (parliamo dell'Europa).
Nella codifica "closed caption" è riportato letteralmente quasi tutto quel
che si dice sullo schermo (a meno che non ci sia magari un dialogo velocissimo impossibile
da riportare interamente), e oltre a questo vengono indicati i rumori importanti
("bell rings" se suona il campanello ecc.). I sottotitoli sono tutt'altra cosa,
molto approssimativi, e a volte magari non troppo corretti.
La closed caption è di norma contenuta nei laserdisc, per la quale però serve un
decodificatore a parte per vederla. I DVD contengono invece i sottotitoli.
Il 'controllo MacroVision' è una protezione, creata dall'industria del software, per
limitare la pirateria sui supporti VHS. Consiste nel registrare insieme al segnale del
programma un disturbo che è 'trasparente' per un televisore ma è invalidante per un
videoregistratore. Se si tenta di duplicare una videocassetta si otterrà una copia
inguardabile a causa di tale disturbo.
La protezione Macrovision viene utilizzata anche per il supporto DVD, ma dato che le
immagini non possono essere registrate su disco con questo sistema, nei lettori DVD esiste
un chip di codifica che si occupa di criptare le uscite video analogiche. Questo chip può
essere o meno attivato, in presenza di opportuni codici sul disco stesso che, quindi, può
essere o meno protetto.
Un'altra cosa da dire è che purtroppo non solo i videoregistratori sono penalizzati da
questi sistemi di protezione: specialmente negli impianti HT più complessi (quelli dove
il segnale che parte dalla sorgente - DVD, VHS con i codici MacroVision - passa attraverso
amplificatori, selettori di ingressi, moltiplicatori di linee, ecc. per arrivare su TV o
videoproiettori) sono più soggetti ad avere problemi anche durante la normale visione di
programmi.
La protezione Macrovision può essere 'eliminata' con l'uso di un apparecchietto
denominato TW-700 che si collega tra il videoregistratore che registra e la sorgente.
A parte questa FAQ, che ovviamente può darvi già una buona 'infarinatura' sull' Home Theater, vi consiglio, se siete interessati all'argomento, di tenervi aggiornati leggendo di tanto in tanto qualche rivista tecnica ... c'e' solo l'imbarazzo della scelta ...
Video tecnica (mensile) lire 9.500. Videoregistrazione, home theatre, editing, satellite, software, mercato, attenta anche al settore dei 'video maker'
Tutto Digitale (trimestrale) lire 10.000. Un supplemento di Videotecnica.
Digital Video - Home theater (mensile) lire 6.000. Primo numero Aprile 99. Ottima rivista che si distingue per il prezzo contenuto e per il carattere 'tecnico' e approfondito di alcuni sui articoli.
AF digitale (mensile) lire 8.000.Particolare attenzione sull' Home theater, ma con uno sguardo anche su altri settori 'digitali' : fotografia digitale, telefonia mobile, computer, ecc.
Cinema in casa (bimensile) lire 9.000. Un po' difficile da reperire nelle edicole.
DVD - Digital Magazine. (bimensile) lire 8.000. Primo numero Aprile 99 : DVD, Internet, Foto, audio,video, home entertainment
DVD World. Primo numero Ottobre 99. Incentrato più sul software che sull'hardware
DVD Magazine. Primo numero Gennaio 2000.lire 4.900. Incentrato più sul software che sull'hardware. Con numerose foto tratte dai film.
Ogni anno si svolge a Milano la manifestazione 'Top Audio & Video', dedicata
all'Hi-Fi per eccellenza e all'home-theater. In effetti prima del 1998 la manifestazione
era chiamata 'Top Audio', ma con il crescente interesse del mercato del video
l'esposizione milanese ha deciso di cambiare nome proprio per testimoniare questo.
La manifestazione, che si svolge sempre nel periodo autunnale (nel 1998 i giorni erano 1-5
Ottobre), ha luogo nei locali del 'Centro Congressi Quark Hotel', un bell'albergo che
ospita nelle sue numerose stanze gli impianti di volta in volta allestiti. L'ingresso è
gratuito.