MANIFESTO AL PAESE 
COORDINAMENTO PER UNA SINISTRA UNITA IN PERU’

Partito Comunista del Perù (Patria Roja)  
Alberto Moreno Roja 
segretario generale  
Partito Socialista Rivoluzionario

Victor Oliva Miguel Segretario generale
Partito Comunista Peruviano
Movimento Nuova Sinistra
Fronte Operaio Contadino Studentesco Popolare
Movimento Democratico Popolo Unito

 

1)      Le organizzazioni politiche che sottoscrivono questo “manifesto” intendono avviare un processo di ricostruzione di una sinistra unita in Perù rispettando le loro diversità e la loro autonomia e si alleano in un Coordinamento Nazionale di Sinistra che dia impulso ad una alternativa di governo e lavori per il potere popolare.

2)      La sinistra peruviana ha rappresentato da sempre le migliori tradizioni di lotta per la democrazia, la giustizia sociale, l’indipendenza nazionale e il socialismo. Noi intendiamo continuare a camminare su questa strada così come intendiamo valorizzare il pensiero e l’esempio creativo di Josè Carlos Mariategui e, al tempo stesso, dare impulso a profonde trasformazioni economiche, sociali, culturali ed etiche necessarie alla nostra terra dinanzi agli avvenimenti del secolo ventunesimo. Facciamo autocritica per gli errori commessi nel passato e dichiariamo il nostro fermo proposito di superarli a beneficio delle aspirazioni del popolo peruviano.

3)      Il Coordinamento Nazionale di Sinistra è concepito come un fronte politico che nasce dal convincimento che tale unità potrà contribuire a dare una direzione consapevole alle lotte del popolo intorno ad un programma democratico, patriottico, decentrato e antimperialista orientato verso il socialismo come eroica creazione. L’essenza di questo Coordinamento è di essere aperto, non escludente, per far incontrare diversi partiti politici, movimenti e aggregazioni di sinistra, realtà democratiche e progressiste, così come le centinaia di migliaia di donne e uomini che aspirano ad un “Perù nuovo dentro un nuovo mondo” unendosi in questo sforzo unitario.

4)      Evidenziamo che la crisi generale che vive il paese ha le sue radici profonde nel passato. I grandi compiti che ereditiamo dall’indipendenza e che la repubblica deve incarnare rimangono irrisolti. La formale democrazia capitalista è diseguale e discriminatoria; comprende ingiustizie e sottomette agli interessi di parte. Non si sono create istituzioni solidali né uno Stato moderno che garantisca i diritti di base del popolo: salute, lavoro, educazione, guadagni, alimenti etc.

5)      Il disastroso modello neoliberale capitalista che diede impulso alla dittatura di Fujimori-Montesinos condusse il paese ad una grande recessione, povertà, disoccupazione e corruzione, polarizzando, inoltre, la vita sociale, economica e culturale a spese del popolo peruviano che la ostacolò riprendendosi la piazza. Questo modello che sta distruggendo in maniera strepitosa l’Argentina e molti paesi dell’America Latina, continua ad essere applicato senza sostanziali variazioni dal governo di Alejandro Toledo che non raramente si converte ad un regime apertamente filo-imperialista e difensore dei grandi capitali. Si insiste in un modello primario esportato, si da priorità nei pagamenti all’oneroso debito estero, continuano le privatizzazioni delle imprese pubbliche spolpando il popolo e si privilegia il capitale transnazionale mentre si insiste in politiche disumane di aggiustamento sociale approfondendo il livello di disoccupazione, povertà ed estrema miseria.

6)      Le crescenti lotte dell’organizzazione sindacale, la CGTP, dei fronti regionali, dei  licenziati, dei pensionati, delle donne, del movimento degli studenti, dei contadini e del popolo in generale non sono state sufficienti, fino ad oggi, per determinare una modifica delle aspettative popolari nel governo e nella società. Mentre intanto guadagnano terreno i settori conservatori applicando piani repressivi, disinformazione, manipolazioni in riposta alle esigenze del popolo peruviano per un cambio del modello economico imposto dal neoliberismo. In questo contesto una risposta efficace sarà possibile solo attraverso lotte popolari che si proiettino ad un livello politico adeguato per realizzare un’alternativa di governo e di potere. Situazione che esige una maggiore unità e una coordinazione delle lotte intorno ad un progetto nazionale, democratico, partecipativo e popolare.

7)      Sul piano internazionale noi ci dichiariamo fermi assertori della pace nel mondo, della libera autodeterminazione dei popoli e per la piena applicazione dei diritti umani; per questo siamo contro la guerra e contro i piani imperialistici, principalmente nordamericani, orientati a stabilire una politica di dominio globale nella regione e nel mondo. Per questi obiettivi si è tentato di aggredire il mondo Andino, si realizza il Plan Colombia e si vuole imporre l’Accordo di Libero Commercio per le Americhe (ALCA), si prosegue con il criminale bloqueo a Cuba e si preme sui paesi latinoamericani per condannare ingiustamente i fratelli cubani non paghi dell’intervento, miserevolmente fallito, con la complicità nordamericana, contro il presidente Hugo Chavez in Venezuela. In una identica strategia si inscrive la guerra contro il popolo afgano e l’aggressione genocida del governo d’Israele, sostenuta dagli Stati Uniti, contro il popolo palestinese.

8)      Esprimiamo la nostra totale adesione e rispetto alle giuste lotte dei fronti regionali, delle organizzazioni sociali e sindacali. Chiamiamo i nostri militanti a insistere nella lotta insieme al popolo.

9)      Ora è il tempo di realizzare una democrazia partecipativa e di nuovo tipo, i cui principi base siano: trasparenza, partecipazione, controllo e capacità di decisione in mano al popolo peruviano.

10)  Convochiamo gli uomini e le donne progressiste, democratiche, patriottiche, nazionaliste e socialiste ad organizzarsi in ogni distretto, provincia e dipartimento, a costituire rispettivi Coordinamenti di Sinistra nella prospettiva di rendere realtà un movimento politico unitario in tutto il paese.