Poesia  
di Ivano Malcotti

 

La poesia è “un piccolo momento eterno, sospeso e ossigenato dal sangue delle parole”.

La realtà drammatica è agente formidabile dell'immediata ispirazione. Sono indifferente dalle operazioni essenzialmente tecniche nella poesia, aborro la razionale, matematica disposizione-sfoggio delle parole senza sincerità. Mi riconosco nella lotta, nell'analisi agghiacciante e allucinata della realtà, nella suggestione della parte nascosta dell'anima,

nella determinazione propositiva della coscienza, nella speranza e nella ricerca di cambiamento radicale della società in questo pianeta. Il poeta a mio avviso, è individuo comune che non si isola, non si emargina dalla società; vive la febbre, le debolezze, le illusioni, le frustrazioni, l'amore come unico "volano della vita", in maniera intensa, estrema, viscerale e mai effimera. Il poeta è fratello e sorella della strada, di milioni di esistenze che si aggrovigliano in sogni e terrori ogni giorno, che lottano per la dignità della vita contro l'ingiustizia e la violenza. La mia poesia nasce dall'urgenza improcrastinabile di denuncia, messaggio di accusa e protesta civile, si congiunge nell'essenza estrema dell'amore cosmico, pronunciato in ogni istante del giorno e della notte, nell'aggressione folle della passione, nell'urlo indomito verso un cielo indifferente. E' poesia protesa al raggiungimento dell'unico "sogno" possibile, una comune universale che oltrepassi il limite transitorio della vita, e il limite fisico della realtà.

 

La definirei sinteticamente poesia di "Amore e Lotta", forze mitiche consanguinee del ciclo eterno dell'esistenza.   

La Dolce Morte

Il dolore divora
le fauci della notte
io seduta sulla terra
impotente
sopravvivo alla barbara sopraffazione
della vita:
"ASCOLTAMI AMORE, VOGLIO MORIRE !!!"


L'Alta Corte di Strasburgo per i diritti umani ha detto no alla richiesta dall'Inghilterra di Diane Pretty, affetta da un male incurabile e paralizzata dal collo in giù che, urlando: "voglio morire", aveva chiesto la non punibilità del marito nel caso l'avesse assistita nell'eutanasia.

 

VIOLATA 

Sorvegliare un pudore disperato
nel bisogno di coscienza
per vivere ancora
nella distanza con l'amnesia
unica finzione del misero conforto
eccomi
sono un muro d'argilla
devastato dal silenzio
eppure così urlato, l'orrore
“I luoghi del corpo non hanno segreti
e neppure i lividi dispersi nell'isteria”
SONO RICUCITA CON L'INFERNO VIOLATO DELLA PELLE

 

Rinnegami Madre

Rinnegami Madre
fallo pure
lo scandalo della mia voce
sanguinerà più delle botte
di un marito tiranno
che i tuoi occhi miserabili
tolleravano sulla pelle di una figlia.
Rinnegami Madre
fallo pure
respirerò lontana
il respiro dei miei figli
forse il loro odio futuro
di maschi-adulti di società integrale
Rinnegami Madre
fallo pure
io divorzio dallo sfregio di femmina
perduta nel ruolo:
madre-puttana-schiava-massaia
io non posso tacere più !!!

Poesia ispirata dalla condizione tragica di moltissime donne in Pakistan e numerosissimi altri stati a conduzione integralista, dove vige ancora la legge del ''diritto d'onore'' e altre leggi omicide e oscurantiste.