DP INCONTRA FERDINANDO BUCCI

Abbiamo incontrato Ferdinando Bucci in qualità di vicepresidente  di “Aprilia Libera dalle Turbogas”. Bucci è anche il segretario nazionale delle RdB Vigili Urbani, è nel comitato esecutivo nazionale dell’Associazione Internazionale di Amicizia e Solidarietà con i Popoli, lavora con ATD Quarto Mondo contro la miseria planetaria e con numerose associazioni contro l’emarginazione, le disuguaglianze e le ingiustizie sociali.  Enorme il suo lavoro in questi anni sulla questione rom, sinti e caminanti portando il regista Emir Kusturiça in Italia per far parlare l’Europa, tentando di costruire sedi interistituzionali, per risolvere un problema che riguarda la sopravvivenza di un intero popolo… Ha collaborato su queste tematiche con la rivista “Avvenimenti” diretta da Claudio Fracassi e con altre testate giornalistiche e televisive. Gli abbiamo posto una sola domanda chiedendogli, a mo’ di volantino da diffondere attraverso il nostro periodico, di dirci perché questa lotta a partire da Aprilia (Comune di Latina a pochi passi da Roma).

 

Ad Aprilia e a Velletri si vogliono installare tre centrali termoelettriche. Organizzarci e dire un no chiaro richiama alla battaglia più generale per la difesa e la tutela ecologica unita a quella di tutti i cittadini. E farlo mentre la devastazione ambientale su scala planetaria sta assumendo proporzioni catastrofiche legittima ancora di più il nostro non rinviabile impegno. E’ certo che dinanzi allo scenario internazionale che vede crescere i grandi drammi che richiamano a guerre idiote quanto distruttrici, alla fame, carestie, mancanza di cure, di lavoro e via dicendo la nostra lotta può apparire per un certo verso “egoistica” quanto “parziale”. Ma così non è. Non lo è perché aggregarci e ripartire dal basso deve appartenerci. Non lo è perché ogni battaglia per tutelare le nostre vite e vederle proiettate in un futuro migliore non è mai piccola ed esclusiva. La qualità della vita deve interessarci soprattutto in un tempo in cui la si vuole confondere con un consumismo che ci rende tutti apatici “compratori” e all’opposto in giorni in cui la povertà e la miseria per popoli interi e in conseguenza di maledette scelte dei gestori del neoliberismo aumentano. Anche il trattato di Kioto da parte degli USA (come il Tribunale Internazionale) lo si vuole rendere carta straccia per non toccare profitti e privilegi di pochi. Le centrali termoelettriche che si vogliono installare, per dirla in breve, sono quanto di più inquinante la perversione dei proponenti potesse proporre. Ciminiere alte sessanta metri produrranno un flusso di scarico totale di novemilioni mc/h ovvero immetteranno nell’aria una quantità enorme di anidride carbonica, ossidi di azoto e tanto altro ancora da far raccapricciare la pelle. Stiamo parlando di almeno seimilioni di tonnellate l’anno di anidride carbonica, tremila circa di monossido di carbonio, quattromila circa di ossidi di azoto e diverse tonnellate di anidride solforosa. Ancora una volta è tutto il dibattito e la stessa ricerca dell’energia pulita (che poi si collega alle mutazioni climatiche e ai problemi che viviamo tutti i giorni anche se si fa finta che siano naturali) che va a farsi friggere. Le centrali possiamo affermare che producono energia meno sporca di altri sistemi già in voga ma sarebbe auspicabile che ci sentissimo tutti impegnati per fare ricorso ad energie rinnovabili, realmente pulite, alternative: penso a quella geotermica, solare termica, fotovoltaica ed eloica che sono nel presente già economicamente sfruttabili. Tra l’altro non ci sarà con tali centrali un granché di risparmio per gli utenti e anche se fosse è davvero sconvolgente ritenerlo positivo visto i danni ambientali e sulla salute dovuti all’inquinamento che i cittadini dovranno pagare. La cosa più incredibile è che, inoltre, il Lazio in particolare (e intanto riflettevo su quanto poco si stia facendo anche a sinistra contro l’elettrosmog) non ha affatto bisogno di tali centrali che dovranno, per quanto appaia incredibile, vendere l’energia prodotta al di fuori della nostra regione lasciando a noi almeno un trentennio, nella migliore delle ipotesi, di inquinamento, mutamento climatico e depauperamento ambientale. Sto evitando di parlare (del resto mi hai chiesto un volantino) del rilevante consumo di acqua (quanti popoli e anche nel nostro sud ne sono privi?) che tali centrali comportano, anche se raffreddate ad aria, e del notevole prevedibile inquinamento acustico. Ma chi ha voluto tali nocive cattedrali? Mi faccio anche una domanda da solo. Il Ministero delle Attività Produttive naturalmente che, sempre naturalmente, come appartiene a chi ha un idea del potere personalizzata e affaristica, ha escluso gli abitanti dei Comuni interessati da ogni legittima possibilità di partecipazione, discussione, scelta e pianificazione territoriale. Del resto il Ministero delle Attività Produttive, in barba al pomposo nome che lo designa, è la prova evidente di avere in odio ogni attività produttiva che non sia quella che interessa “lor signori” e, infatti, la scelta delle centrali per come va avanzando mortificherà in maniera irreversibile coltivazioni, terreni, attività commerciali ed immobiliari e, in particolare, minaccerà terribilmente tutto il settore agricolo, l’agricoltura biologica e la stessa qualità del turismo. E’ geniale voler favorire attività produttive che in realtà daranno lavoro (poi si potrà sempre licenziare mentre si realizzano condoni per evasori e si sopportano falsi in bilancio cercando leggi per rendere l’illegalità lo status quo) a pochi facendone perdere un numero molto maggiore nei settori agricolo, delle abitazioni e del turismo per limitarci ad alcuni esempi. Rimanere alla finestra o farsi incantare dalle sirene che hanno nei loro piani la svendita del nostro stesso patrimonio storico e paesaggistico è condannare le nostre stesse esistenze alla barbarie. La lotta è agli inizi e fermarci sarà complesso. Infine: volevo ringraziare DP per essere una delle poche voci che sta dando spazio a tante iniziative che rendono ancora vivo quel tessuto democratico nella società da cui ripartire se si vuole costruire sul serio un mondo nuovo.

 

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