A
proposito dei nuovi servizi digitali:
ultimo
MIGLIO o
ultimo MAGLIO?
In Europa e nel Mondo industrializzato “occidentale”
vige da tempo la LIBERALIZZAZIONE dei
servizi telefonici e telematici: cioè la competizione vera,
regolata (dallo Stato) tra più gestori –pubblici e privati – sulla
offerta di servizi radiotelevisivi , telefonici e telematici.
Lo scopo è quello di
promuovere concorrenza ed abbattere i costi dell’utente finale: quindi
incentivare la domanda, la produzione, l’ innovazione e l’economia di tipo
capitalistico.
Strumenti–chiave di questa
politica liberale sono:
-
la separazione tra fornitori di servizi e carrier (trasportatore
dei messaggi fino alle abitazioni);
-
il libero e“paritetico” accesso di tutti i gestori al “collo
di bottiglia decisivo”: la connessione tra centrale telecomunicativa ed
abitazione, detta di “ultimo miglio”;
-
il diritto degli utenti a scegliersi il gestore migliore e di
cambiarlo subito e senza danni;
-
la trasparenza - anche in tempo reale - degli
addebiti per il traffico dei messaggi usato.
Cosa avviene invece
in Italia, a più di 4 anni dall’inizio della “liberalizzazione”
europea?
Si può dire in poche battute, tutte verificabili:
1) la
“liberalizzazione” è stata tradotta come “privatizzazione selvaggia” di
monopoli assistiti, con
sbaraccamento di gestori e
controlli pubblici, a difesa degli utenti. Il monopolio privato si è
anzi esteso ai servizi radiotelevisivi (terrestri e da satellite,
analogici e digitali, in chiaro o
criptati), svincolandosi da sentenze costituzionali, leggi, norme di
tutela degli abbonati, ecc.
2) Telecom
- attraverso sigle di comodo - mantiene di fatto il monopolio di “centrale e
di ultimo miglio”,
nella doppia veste di carrier e di fornitore “privilegiato” di servizi
fissi e mobili. Così il “concorrente” Infostrada
accetta abbonati solo se già di
Telecom. Fastweb - proprietà
Telecom/ Mediaset - mette i suoi apparati nelle centrali Telecom e si
“appropria” della linea di
utente (cavo o fibra ottica che sia). Così chi rifiuta un gestore
inaffidabile
come Fastweb è costretto - dallo stesso Telecom “concorrente”- ad
attendere il “beneplacito”
dello stesso Fastweb per “cambiare
gestore” (si fa per dire!).
3) In
sostanza l’abbonato, privo di ogni tutela “legale e politica” sul servizio
e sugli addebiti,
è preda e vittima inconsapevole di un “cartello privato” omologo che
lo sfrutta a dovere. Un
“cartello“ reale che si presenta
con più sigle
“reclamizzate” di gestori
“diversi”. Può solo
scegliere di rinunciare a telefoni, Internet, pay TV, ecc. Cioè ad una serie di
strumenti che il mondo moderno rende
“essenziali” per una serie di motivi anche strutturali (costo degli
spostamenti fisici, esigenze comunicative e conoscitive, tessuto civile
di appartenenza, ecc.)
Qual’è il risultato di
tutto ciò?
Quello che vediamo ogni giorno di più: sfiducia nei gestori, truffe,
arretratezza innovativa e produttiva, diseconomia,
disoccupazione, aumento delle sperequazioni. Così anche i gestori
telecomunicativi rischiano di fare
presto la fine della FIAT, che chiede soldi pubblici mentre licenzia e
precarizza lavoro ed occupazione (come nei call centers Telecom).Perciò
in Italia subiamo tutti i guasti del capitalismo, senza averne neppure
“ritorni” minimi (la vera concorrenza, la trasparenza di qualità-costo, la
libertà di scelta).
Perciò parliamo di ultimo …MAGLIO,
invece che di ultimo miglio: il
maglio miope dei trust assistiti
che schiaccia sviluppo e competizione su
servizi essenziali per il genere umano.
Fastweb è una
nuova società che fornisce servizi di telefonia e telematici (Internet)
digitali, a velocità più elevate di quelle tradizionali (ora 1,28 Mbit/s da
rete ad utente finale).
Usa connessioni di “ultimo miglio“ in fibra ottica
(dove esistono) ed apparati digitali, collocati nelle centrali Telecom e presso
le abitazioni d’abbonato. E’ di proprietà
Telecom-Mediaset ed ha sponsorizzato di recente la squadra di calcio
della Juventus (campione d’Italia 2001-2002).
Offre tre tipi di contratto domestici, con uguali spese di
attivazione pari a 61,97 euro (120.000):
a) “voce
senza limiti”: 38,73 euro /mese (75.000). Numero illimitato di telefonate
urbane e nazionali su rete fissa + accesso veloce ad Internet. Tariffazione
Internet e cellulari a consumo.
b)
“Internet senza limiti “:
61,97 euro/mese (120.000 lire) per 24 ore su 24 e 6 caselle E-mail.
c) “Tutto
senza limiti”: la somma di a)
e b) : Internet più voce senza limiti (cellulari esclusi) per
una somma di 73,75 euro/mese (142.800).
Vediamo ora cosa
promette per
catturare utenti e come opera in realtà.
(Proporremo infine
alcuni rimedi “necessari” per tutelare gli utenti
- attuali e futuri - del servizio.)
a) marketing,
promozione, contratto (quello che Fastweb racconta)
b)
gestione corrente, addebiti, tariffazione, disdetta...
(quello che succede in realtà)
Passano inutilmente i 40 gg., dopo 4 mesi circa, ricevi
a casa gli apparati e la connessione concordata. Scopri subito che i telefoni
che hai in casa non funzionano più: chiami ripetutamente a numeri automatici…
dopo qualche giorno riesci ad avere risposta telefonica da un “tecnico” che
ti dice che non tutti i telefoni sono compatibili con Fastweb, devi cambiarli
per comunicare… Finalmente navighi su Internet in modo veloce…
ma prima o poi scopri che - anche spegnendo il tuo computer - Fastweb ti
addebita comunque 5 ore di navigazione Internet inesistente! Per evitarlo devi
cliccare su “disattiva” ogni volta che ti connetti su WEB. Così se c’è
una interruzione elettrica oppure se dimentichi di farlo oppure non lo sai…
paghi comunque, come se navigassi!.
Chi ha progettato un simile “proficuo” software, ha dimenticato di collegare
il “disattiva” con lo spegnimento del computer (come è ovvio, naturale e
logico). Poi scopri che gli addebiti “a
consumo” non possono essere controllati - come promesso dai propagandisti e
possibile in altri Paesi - in tempo reale, ma ogni due mesi (non con la fattura,
ma su Internet). Se contesti le
bollette, a voce o per iscritto, nessuno ti risponde e non trovi mai
interlocutori. Se deluso, chiedi di recedere dal servizio e passare ad altro
gestore - Telecom o Infostrada - scopri qualche altra “novità”. Infostrada
ti dice che - per accettarti - devi
essere già un abbonato Telecom. Allora telefoni a Telecom
che ti dice: “è Fastweb che mi dà l’autorizzazione a riprendermi la
sua linea d’utente. Quando lo farà - dopo mesi - potrò riprenderti, ma solo
come nuovo abbonato”, quindi con tutte le spese di canone ed attivazione
relative. Sei nel sacco…e non puoi
uscirne ! Altro che “libera concorrenza”! Altro che libertà di
sceglierti il gestore… puri slogan del liberismo all’italiana! Quanti sono e
saranno i casi di questo tipo? A chi giova tutto ciò? Le Autorità di garanzia
ed i Ministri sanno nulla di tutto ciò? E le Associazioni dei consumatori, i
Sindacati?
E i mass-media di tutti i colori hanno nulla da comunicare? Intaseremo presto la
Magistratura con migliaia e migliaia di casi simili?
Rimedi e soluzioni per una
tutela minima degli utenti:
Ecco dunque un elenco
di “buone azioni” da applicare ai nuovi
servizi ed ai gestori come Fastweb.
1.
Pretendere che la connessione di ultimo miglio - comunque
realizzata - sia di proprietà e sotto controllo pubblico, in modo da essere
usata con parità da tutti i fornitori di servizio interessati;
2
pretendere che il contratto di fornitura sia leggibile e
coerente con le promesse dei venditori. Che il rapporto con l’utente sia
trasparente, interpersonale, corretto e coerente con le promesse;
3.
pretendere che gli addebiti dei servizi
siano leggibili dall’utente in tempo reale,in modo che eventuali
contestazioni e disguidi possano
essere verificati in tempo utile;
4.
pretendere che lo spegnimento del computer faccia cessare
ogni traffico e relativo addebito;
5.
pretendere che il rapporto tra gestori sia effettivamente
concorrenziale. In particolare, che l’abbonato possa
fare le sue scelte con rapidità e senza gravami ingiusti ed
ingiustificati;
6.
pretendere che le Autorità di Garanzia
rendano pubbliche con continuità:
-
le lagnanze e le
denunce provenienti dagli abbonati
-
le regole e le procedure garantiste previste per i gestori dei
servizi
-
le violazioni compiute dai gestori e le sanzioni applicate loro;
7.
pretendere che il pagamento delle bollette sia riferito al
traffico realizzato, non a quello futuro o presunto dal gestore.
E’ falsa ed ipocrita
la mitologia (ideologia) che
attribuisce al mercato, alle tecnologie o
alla concorrenza tra gestori - peraltro inesistente o inadeguata in Italia - la
tutela degli utenti rispetto ai
nuovi servizi digitali ed interattivi: telefonici, telematici e radiotelevisivi
.
Come dimostrano altri
Paesi capitalistici – forse più civili e lungimiranti - la concorrenza (vera)
tra gestori coesiste con norme e procedure di garanzia e di tutela degli utenti,
anelli sempre più deboli ed indifesi di una costosa e complessa macchina
telecomunicativa e tecnocratica.
E’ questo il
primo presupposto del successo strategico dei nuovi servizi nelle società
moderne.
Dunque, facciamo in modo che il MAGLIO - di cui abbiamo parlato all’inizio - ricada sui parassiti e sugli imbroglioni invece che sulle teste dei lavoratori e degli utenti paganti.
Contatti: forumdac@romacivica.net