Inter-Stampa
a curadi Marco Quagliaroli

 

Francia:
nelle elezioni cantonali svoltesi congiuntamente alle presidenziali il Coordinamento dei  Militanti Comunisti ha ottenuto il 2% dei voti. Un risultato lusinghiero tenuto conto che il Coordinamento è nato meno di un anno fa. (Solidaire PTB estate 2002).

Marocco:
l’Associazione Marocchina di Sostegno alla lotta della Palestina, promossa dal Partito del  Progresso e del Socialismo ha dato vita a grandiose manifestazioni di solidarietà alle quali hanno partecipato oltre tremilioni di persone. Cresce, intanto, l’opposizione al governo e alla “dinastia” (Solidarie PTB estate 2002).

Turchia:
il regime reazionario turco persegue con crescente determinazione due obiettivi fondamentali: la soluzione finale della questione curda e la costruzione di una leadership economico-politica nella regione grazie all’appoggio di Usa e Israele. Questa strategia prevede, oltre al genocidio dei curdi e alla feroce repressione del movimento rivoluzionario turco, lo sfruttamento delle acque del Kurdistan mediante un progetto di dighe sull’Eufrate e il Tigri con i finanziamenti della Banca Mondiale, delle multinazionali nordamericane Usaid ed Exim e di un consorzio di agenzie di credito tedesche, italiane, del Belgio, Austria, Francia per un totale di 44 miliardi di dollari. I lavori sono in appalto ad imprese turche, italiane e al colosso svizzero-svedese Asean Brown Boveri. Un bene prezioso quanto il petrolio rientra, dunque, in un devastante progetto. Adiyaman, Diyarbakir, Antep, Mardin, Barman, Urfa… vedranno il sorgere di 22 dighe, 19 centrali idroelettriche, gallerie ecc. Il corso dell’Uufrate sarà interrotto da dighe artificiali e altre verranno costruite sul Tigri. In sintesi: una vera e propria catastrofe ambientale in una zona sismica e pregna di conflitti per l’acqua (Turchia, Siria, Iraq). I curdi saranno le vittime sacrificali, i loro villaggi saranno rasi al suolo e sommersi dalle acque. Tutto questo avviene nel silenzio mondiale ed europeo (compreso il nostro centrosinistra e i nostri amici Verdi).

USA:
negli USA esiste un Partito dei lavoratori che si batte nel rispetto di un rinnovato marxismo-leninismo, contro la guerra, con i disoccupati, gli studenti e dalla parte delle masse popolari sempre più colpite dalla crisi strutturale del sistema capitalistico. Il PL ha promosso la nascita dell’International Action Center di Ramsey Clark, associazioni di amicizia e solidarietà in internazionale contro embarghi, blocchi economici e per il socialismo. Ha costituito diverse organizzazioni per la difesa delle minoranze etniche, è schierato per la vita e la libertà di Mumia Abu Jamal come lo fu per Silvia Baraldini e lo è per l’indiano Peltier e i cinque cubani ingiustamente nelle carceri USA. Ha dato vita, inoltre, ad una struttura sindacale di classe molto attiva… Rafforzatosi negli anni novanta grazie alla confluenza nelle sue fila del Partito Socialista del Lavoro e della stragrande maggioranza di iscritti ed iscritte del Partito Comunista (totalmente gorbaciovizzato nel suo gruppo dirigente e quasi inesistente) il PL ha potuto costituire un fronte unito chiamato ANSWER (anacronismo di RISPOSTA: Act Now Stop War and Racisme): manifestazioni contro la guerra e la politica del governo, in favore di Cuba e del socialismo, nei vari movimenti sono state rese possibili. Su un altro versante l’AWIP (Another World Is Posible) raccoglie invece quello che rimane del “popolo di Seattle”: Partito Socialista, Partito Socialdemocratico, ecologisti, pacifisti non violenti, ONG finanziate anche dalla fondazione Rochfeller. L’AWIP rivendica la Tobin Tax e ritiene superata la lotta di classe e la stessa esistenza del socialismo in Cuba (non casualmente per loro volontà e dell’Internazionale Socialista sono state chiuse le porte a Fidel Castro a Porto Alegre e a molte altre realtà di lotta latinoamericane). Tuttavia il PL ritiene che bisogna tenere sempre aperto il filo del dialogo e dell’incontro con ogni forza che intende battersi per contrastare l’autoritarismo liberale. John Catalinotto, stretto collaboratore di Clark e segretario generale del PL, ha recentemente affermato: “ciò che non va smarrito è il comprendere l’importanza di una lotta non generica ma, ancora, anticapitalistica e antimperialistica creando solidarietà tra tutti i popoli aggrediti dagli Usa e dai suoi alleati. Al tempo stesso va condotta una lotta senza soste per il Lavoro e contro la piaga della disoccupazione, per il Welfare in un Paese dove, dopo l’attentato dell’11 settembre, sono oltre un milione i nuovi licenziati, in aumento senzatetto e le leggi liberticide…”  Nel ventre del mostro c’è chi si batte per costruire società alternative per quanto tanta sinistra nel mondo “unicamente seattlealizzata” non ne parli per vivere un conflitto, per quanto volutamente aspro, che ci allontani dalla lotta di classe e tutto sommato auspicato dalle stesse dominanti come l’unico e il possibile.

Cechia:
si sono recentemente svolte le elezioni in Cechia. Il Partito Socialdemocratico ha raccolto oltre il 30% dei consensi e il Partito Comunista oltre il 18% (passando dall’11% al 18% appunto). Una storica avanzata e una storica affermazione voluta dal voto giovanile: una generazione colpita duramente da un selvaggio sistema iperliberista che ha introdotto nuova miseria, alcolismo, droga, criminalità organizzata, prostituzione, emarginazione e mercato del sesso diffuso. Il Presidente della Repubblica, l’ultraconservatore Havel, si è rifiutato dopo le elezioni di incontrare il secondo partito di cechia (il PCC) e giustamente i socialdemocratici hanno fatto un governo di destra con le destre. Miroslav Grebenicek ha dichiarato dopo aver sostenuto l’importanza di rilanciare rapporti internazionali nella sinistra di classe: “questa vittoria elettorale è una risposta al falso e delirante anticomunismo dilagante e ai sogni delle destre di mettere fuorilegge i comunisti – come in Slovenia – e ha svelato le vere mire di socialdemocratici più facilmente disponibili ad allearsi con nazionalisti e fascisti piuttosto che formare governi progressisti e di sinistra…”. Uno dei sogni nel cassetto di Havel è l’avere un ruolo da servo importante nella NATO e abbracciare fino in fondo le politiche scellerate del neo-imperialismo e dell’Europa di Maastricht. Il PCC non è solo perché in Europa e nel pianeta centinaia di organizzazioni comuniste resistono e ritornano a crescere per quanto minacciate non più e non solo dalla destra storica e nuova ma anche da “sinistre” asservite alla società del profitto.

 

Vietnam:
mentre molti benpensanti piccolo-borghesi e che tutta via si proclamano di sinistra cercano disperatamente la violazione di diritti umani a Cuba e in Vietnam i due popoli realizzano una serie di importanti rapporti e aiuti che riguardano il commercio, la salute, l’istruzione e gli alimenti (negli anni novanta e del “periodo especial”) il Vietnam ha sostenuto fortemente Cuba colpita da un criminale bloqueo USA con riso e migliaia di studenti vietnamiti affollano le università cubane. Disse Che Guevara: “noi salutiamo il popolo del Vietnam come un fratello in lotta… i vietnamiti lottano per gli interessi comuni dei popoli oppressi”. Vo An Tuan funzionario del governo vietnamita ha detto: “quando abbiamo inviato gli aiuti a Cuba non potevamo immaginare che il nostro popolo si trasformasse in un esercito disinteressato di volontari e che alla fine si potesse raccogliere molto più riso di questo pensato o promesso. Questa è solidarietà e anche la memoria di quanto il popolo cubano ha fatto per noi…”. Fidel durante l’ultima visita in Laos, Cina e Vietnam ha ricordato: “il capitalismo è sintetizzando semplicemente un disastro. E’ il grande responsabile dei nostri problemi quotidiani. Io riparto con accresciuta fiducia nel socialismo vietnamita e nel Partito Comunista del Vietnam. Avanti valoroso popolo!”.