LETTERE DAL CARCERE
a cura di Augusto Bruciamete

 

manoscritto arrivato a DP dal carcere di Nuoro e che trascriviamo: 

cari compagni,

contando sulla vostra sensibilità e coscienza sociale chiediamo aiuto e solidarietà per iniziare una lotta contro la deportazione dei "prigionieri" da una parte all'altra dell'Italia. Una volta i francesi deportavano i prigionieri nel Nuovo Continente, gli inglesi in Australia e probabilmente i futuri prigionieri li deporteranno sulla luna e intanto i prigionieri italiani li portano in Sardegna e quelli sardi in continente. Tutto questo contro la logica e la ragione, il buon senso, l'umanità, la legge italiana e le stesse leggi europee. Il sottoscritto, e non solo, da anni aspira a scontare la pena nell'istituto che meglio si presta, per collocazione geografica, a garantirgli contatti con i propri familiari ed agevolazioni negli studi. Il sottoscritto da ben undici anni non è mai stato stato trasferito vicino la propria abitazione nonostante che l'avvicinamento al luogo dove risiede la famiglia rappresenti l'aspirazione maggiore, tanto che diventa poco importante il trattamento che qualsiasi altro carcere riserva al detenuto. Un trasferimento negativo può determinare pericolosi regressi con ripercussioni negative. Qui in Sardegna per ovvie ragioni di distanza non potrò mai fare un colloquio senza contare che ogni mese e mezzo devo andare avanti e indietro da Nuoro a Firenze al fine di poter sostenere gli esami universitari, con spreco di uomini, mezzi e risorse da parte del Ministero di Grazia e Giustizia: ma sembra che pur di farci star male non badino a spese. Perchè gli uomini del Ministero di Grazia e Giustizia separano i prigionieri dalle loro famiglie, dalla loro terra, dai loro affetti, dalla loro  cultura?

Per favore: chiediamo il vostro aiuto e quello di ogni realtà sensibile e solidale. Grazie per tutto quello che potrete fare: pubblicazioni, sit-in, lettere, proteste democratiche.

Hasta la Victoria Siempre.
Carmelo Musumeci - Carcere Badh' 'e Karros, Nuoro.

(inviato inutilmente anche alla stampa di sinistra compreso “il manifesto” al pari di altre lettere sulle stesse tematiche, alcuni articoli, proposte ecc. ecc. ecc.)

 

manoscritto arrivato a DP dal carcere di Firenze e che trascriviamo:

Cari compagni e care compagne di DP,

vi invio un comunicato relativo allo sciopero previsto per il 9 settembre in molte carceri italiane e che, seppur vivendo in una realtà un po’ più umana, condividiamo in pieno. In virtù della sensibilità da voi dimostrata verso il problema penitenziario, ci auguriamo che vorrete dargli il risalto che merita, specialmente in un momento in cui la giustizia sembra dover essere asservita a pochi potenti, dimenticandosi della situazione reale e drammatica di quasi 60.000 detenuti comuni che non fanno notizia. Da più parti (ma sempre troppo poche) si leva una voce per riproporre il problema delle carceri dopo che il tanto sospirato “gesto di clemenza” del duemila è stato del tutto disatteso. Contiamo che saprete dare lo spazio opportuno a queste voci girandole ad altri e altre, alla stampa e a chi ha a cuore la democrazia nel nostro paese.

Detenuti Casa circondariale Mario Gozzini – Firenze

 

Considerato che il 9 settembre 2002 è previsto l’inizio di una protesta dei detenuti degli Istituti Penitenziari a causa delle drammatiche condizioni di vita generate dall’ormai endemico sovraffollamento. Nonostante in questo Istituto tale problema sia vissuto con minore drammaticità, ci sentiamo moralmente obbligati ad appoggiare in toto la protesta dei compagni di Sollicciano, ai quali esprimiamo tutta la nostra solidarietà. Siamo perfettamente consci che un Istituto progettato per una capienza di 400 posti e che ne ospita attualmente più del doppio, non può che offrire condizioni di vita lesive della dignità dell’uomo. Tanto più che proprio vivendo una situazione diversa come quella della custodia attenuata, si può essere maggiormente consapevoli della valenza positiva di poter trascorrere la propria carcerazione in un ambiente più rispettoso della dignità umana. Tale valenza non può che ripercuotersi positivamente sul percorso auspicato riabilitativo e formativo di ognuno e i dati statistici lo dimostrano. Se, come scritto nella Costituzione, la pena deve tendere alla rieducazione del condannato e non deve ledere la dignità, certamente essere costretti a vivere in celle progettate per quattro persone limita fortemente l’attuazione dei dettami costituzionali. Alla degradante situazione della maggior parte delle carceri italiane si sono innestate le dichiarazioni del ministro Castelli che ha definito, in modo quanto meno inopportuno, le carceri italiane “alberghi a quattro stelle”. Chiunque abbia trascorso un periodo di detenzione in un qualunque Istituto ordinario non può che appurare un semplice assioma: o il ministro non conosce le carceri o non conosce gli alberghi a quattro stelle. Per questi motivi abbiamo deciso di aderire alla pacifica astensione dal lavoro per i giorni 9-10-11 settembre 202 in segno di appoggio alle giuste rivendicazioni dei compagni di Solliciano e degli altri penitenziari dei quali condividiamo le rivendicazioni.