RAZZISMO
Ines Venturi e Cesare Capuano
Le
leggi razziste in Italia non sono una novità e non può esserlo il fatto che a
proporle siano i “nipotini” (consapevoli o meno e indubbiamente adeguatisi
ai tempi) di una storia buia che va sotto il nome di fascismo. In questa pagina
“ospitiamo” quanto già pubblicò il “Giornale d’Italia” il 14 luglio
1938 e che secondo i diari di Bottai e Ciano fu quasi totalmente redatto da
Benito Mussolini. Lo facciamo per capire meglio il presente, per non
dimenticare. Farebbe bene tanta sinistra italiana “tranquilla”, normalizzata
e in amore di logiche bipolari e dell’alternanza a tenerlo presente affinché
si comprenda che forze “eversive” si annidano nello Stato al servizio del
fondamentalismo di mercato e dell’autoritarismo liberale. Per quanto ogni
accadimento non sia mai nella storia identico ad altri e per quanto si ammetta
che la barbarie del passato è cosa diversa da quella che stiamo vivendo questo
non può limitarci nel condurre una necessaria battaglia per portare a
compimento una nuova tappa della rivoluzione democratica ed antifascista.
MANIFESTO DEGLI SCIENZIATI
RAZZISTI
- le
razze umane esistono. L’esistenza delle razze umane non è già
un’astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica,
materiale, quasi sempre imponente di milioni di uomini simili per caratteri
fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano ad ereditarsi.
Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze
umane superiori ed inferiori, ma soltanto che esistono razze umane
differenti.
- Esistono
grandi razze e piccole razze. Non bisogna soltanto ammettere che esistono i
gruppi sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze e che sono
individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che
esistano gruppi sistematici minori (come per esempio i nordici, i
mediterranei, i dinarici, ecc.) individualizzati da un maggior numero di
caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico
le vere razze, la esistenza delle quali è una verità evidente.
- Il
concetto di razza è concetto puramente ideologico. Esso quindi è basato su
altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati
essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Però
alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di
razza. Se gli italiani sono differenti dai francesi, dai tedeschi, dai
turchi, dai greci ecc., non è solo perché essi hanno una lingua diversa e
una storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi popoli è
diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti, che da tempo
molto antico costituiscono i diversi popoli, sia che una razza abbia il
dominio assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente,
sia, infine, che persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse
razze.
- La
popolazione dell’Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana e
la sua civiltà è ariana. Questa popolazione a civiltà ariana abita da
diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto della civiltà
delle genti preariane. L’origine degli italiani attuali parte
essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e
costituirono il tessuto perennemente vivo dell’Europa.
- E’
una leggenda l’apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici. Dopo
l’invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli
movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia razziale della
nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre nazioni europee la
composizione razziale è variata notevolmente in tempi anche moderni, per
l’Italia, nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi è la
stessa di quella che era mille anni fa: i quarantaquattro milioni di
italiani di oggi rimontano quindi nella assoluta maggioranza a famiglie che
abitano l’Italia da almeno un millennio.
- Esiste
ormai una pura razza italiana. Questo enunciato non è basato sulla
confusione del concetto biologico di razza con il concetto
storico-linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela
di sangue che unisce gli italiani di oggi alle generazioni che da
millenni popolano l’Italia. Questa antica purezza di sangue è il più
grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.
- E’
tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l’opera
che finora ha fatto il regime in Italia è in fondo razzismo. Frequentissimo
è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La
questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista
puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione
del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l’indirizzo
ariano-nordico. Questo non vuole dire però introdurre in Italia le teorie
del razzismo tedesco come sono o affermare che gli italiani e gli scandinavi
sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli italiani un modello
fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi caratteri
puramente europei si stacca completamente da tutte le razze extra-europee,
questo vuol dire elevare l’italiano ad un ideale di superiore coscienza di
se stesso e di maggiore responsabilità.
- E’
necessario fare una netta distinzione fra i Mediterranei d’Europa
(Occidentali) da una parte e gli Orientali e gli Africani dall’altra. Sono
perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l’origine
africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune razza
mediterranea anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni
e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili.
- Gli
ebrei non appartengono alla razza italiana. Dei semiti che nel coso dei
secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra patria nulla in generale
è rimasto. Anche l’occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato
all’infuori del ricordo di qualche nome; e del resto il processo di
assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano
l’unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è
costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli
elementi che hanno dato origine agli italiani.
- I
caratteri fisici e psicologici puramente europei degli italiani non devono
essere alterati in alcun modo. L’unione è ammissibile solo nell’ambito
delle razze europee, nel quale caso non si deve parlare di vero e proprio
ibridismo., dato che queste razze appartengono ad un ceppo comune e
differiscono solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi
altri. Il carattere puramente europeo degli italiani viene alterato
dall’incrocio con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una civiltà
diversa dalla millenaria civiltà degli ariani.
A questo documento seguirono le “dichiarazioni sulla razza”, i
divieti per gli ebrei d’entrata e l’espulsione, la discriminazione verso
altri popoli, le dichiarazioni sull’Etiopia e l’Eritrea, le dichiarazioni
sul popolo libico e la politica imperiale pubblicate sul “Foglio d’ordine”
in diverse occasioni. Successivamente con regio decreto vennero proposti e
realizzati “provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista”,
con successivo decreto regio del 7 settembre 1938 n° 1381 “provvedimenti nei
confronti degli ebrei” e “disposizioni generali contro al tre razze”.
Abbiamo troppo presto dimenticato gli orrori “ufficiali” di una vecchia
barbarie il cui grembo è sempre fecondo. Non solo certo! Sharon ad esempio è
la prova vivente di come anche gli oppressi di ieri possano partorire
neo-razzisti oppressori oggi.