DURANTE LO SVOLGIMENTO DEL SOCIAL FORUM EUROPEO
di Francesco Scirè (Stella
Rossa)
Entro alla Fortezza da Basso, dove è in
corso di svolgimento il Social Forum Europeo. Migliaia di persone affollano la
costruzione, provenienti da ogni parte d'Europa. Italiani, greci, inglesi,
spagnoli, portoghesi: ci sono tutti. E tutti mossi da un'unica idea, quella
della possibilità di
costruire, con la cooperazione dal basso, un mondo diverso. Entro nello stabile
che ospita un piccolo stand del Kadek (ex PKK, il partito dei lavoratori curdi).
Bandiere curde, magliette e una mappa del Kurdistan sulla parete dello stand.
Uno dei curdi presenti lì, che parla con facilità l'italiano, mi presenta il
suo compagno, A. (che chiede di rimanere anonimo e noi rispettiamo la
richiesta). Inizio ad intervistarlo (in inglese, visto che A. non parla
l'italiano).
D. Ritieni che la questione curda e quella palestinese possano essere in
qualche modo accostate?
R. Si, certamente. Ci troviamo in due situazioni nettamente simili. I
conflitti mediorientali si assomigliano un po' tutti. L'atteggiamento tenuto
dalle potenze occidentali è in definitiva lo stesso in tutte le situazioni.
D. Ti riferisci in particolare al
comportamento tenuto dagli USA nei confronti della crisi palestinese?
R. Si. Gli USA non hanno l'interesse di far sì che sia pace in Palestina.
Per loro tutti i movimenti di liberazione popolare, come anche quello curdo, che
soffre le angherie turche ed irachene, sono movimenti terroristici.
D. Parliamo di Iraq: qual è la posizione
del Kadek sulla possibile guerra contro Saddam?
R. Assolutamente contrari. I
bombardamenti ucciderebbero solo il popolo. Saddam è un tiranno e deve essere
cacciato, ma non con le bombe. Ci vuole un movimento di resistenza popolare per
poter costruire la democrazia. Cooperare e lavorare insieme per la democrazia.
D. E se le bombe USA cacciassero Saddam?
R. Uccidono solo il popolo. Siamo convinti che un'eventuale governo messo in
piedi dagli USA in Iraq all'indomani di una fantomatica caduta del dittatore
sarebbe solo un governo coloniale.
D. Guerra per i pozzi petroliferi?
R. Certamente. Non solo per il petrolio. Il Medio Oriente è ricco anche di
altre risorse.
D. Un'ultima domanda: come pensi che
potrebbero essere risolte le questioni curda e palestinese?
R. Con un referendum popolare.
Dovrebbe essere il popolo a decidere, con voto democratico, il proprio futuro.
Noi manifestiamo tutta la nostra solidarietà al popolo palestinese.