SCUOLA:
SAGGI SI NASCE, NON SI DIVENTA...
di Tiziano Tussi

 

E’ stata da poco insediata dal ministro Letizia Moratti una ennesima commissione di 250 saggi che dovrà stilare i programmi per la nuova scuola che la riforma dei cicli ha disegnato. Dopo la struttura i contenuti. La cosa che lascia esterrefatti è che a livello governativo non si perde il vizio di ripetere errori già fatti. Una commissione di individui che hanno pochissima attinenza con la scuola media superiore dovrà deciderne il livello contenutistico, i programmi. Le “teste di serie” conosciute pubblicamente lasciano ben poco da sperare. Vi sono eminenti uomini di cultura, Sergio Romano, notissimi e potenti uomini economici, Umberto Agnelli e Alberto Falck, docenti universitari, Angelo Panebianco, cantanti liriche, Katia Ricciarelli. Questi ed altri nomi simili accomunati da un'unica qualità: quella di non avere, da insegnanti, mai messo piede in una scuola superiore. L’unico che è entrato in quelle aule, e che si conosce “coram populo”, è il preside del Liceo classico Parini a Milano, famoso nella città, e diventato anche caso nazionale, in seguito ad una precisa ispezione ministeriale che solo poco più di un anno fa aveva rasentato, per lui, seri provvedimenti in merito al suo comportamento quale preside di quella scuola. Poi è cambiato il governo ed essendo egli uomo di destra… Infatti qui non si vuole insistere su una ovvietà politica e ciò quella che un governo di destra chiami uomini di destra a pensare come fare funzionare la scuola italiana. Va da sé. Anche il buon ministro Berlinguer seguito poi da De Mauro, avevano messo in piedi un gruppo di esperti che di scuola capivano poco o nulla, ma che avevano nomi pubblici da spendere. Subito dopo Moratti ha scompaginato il lavoro fatto ed ha messo in piedi un’altra bella commissione, con a capo Bertagna, cha da Brescia era sceso nella capitale per coordinare il solito gruppo di esperti che portava il suo cognome. Ma, ancora cambi politici interni al governo, grandi manovre ed ecco che quel lavoro, che comunque aveva prodotto un ponderoso malloppo di programmi per ogni anno della futura nuova scuola, dopo la riforma dei cicli di poche settimane fa, è risultato evidentemente inidoneo al ministro, che ha buttato nel cestino dei rifiuti mesi di lavoro di centinaia di persone per ricominciare tutto da capo. Il risultato, con queste premesse, non si farà attendere ma non si sa per quanto tempo rimarrà valido. Soprattutto la storia, la storia recente, appare un ostacolo ostico per ogni commissione di veri saggi che vuole esser sicura che i nostri studenti studino oggettivamente (?) i fatti storici. Ma chi dovrebbe dare le indicazioni per tale lavoro se nessuno dei fulgidi nomi citati, e si potrebbe proseguire con altri banchieri, docenti universitari, musicisti, intellettuali a piede libero ecc, capiscono nulla di scuola superiore? E se l’unico che la rappresenta è stato oggetto di ispezione per la sua poca capacità nel condurre la sua scuola? Ed ancora: se gli unici fuori quota sono i nomi ricordati, mentre tutti gli altri 200 risultano essere insegnanti delle scuole superiori, perché dare in pasto alla stampa solo i primi e non insistere sulla professionalità dei secondi, che rimangono per ora sconosciuti? Se il ministro Moratti tenta un altro abbellimento di facciata sappia che i risultati negativi si riverseranno sulla scuola pubblica stessa che, come forse lo stesso ministro non ignora, non naviga, anche grazie ai tagli della finanziaria per il prossimo anno, in buone acque. Continuando di questo passo non ci si meraviglierà in futuro di trovare solo una scatola vuota al posto di una istituzione che qualche cosa di buono, negli ultimi trent’anni, aveva, comunque, prodotto.