GIANNI VIOLA
LA CIVILTA’ DI MARTE
a cura di Ines Venturi

La politica della NASA ha da sempre dimostrato chiaramente una linea volta a filtrare l’accesso dell’informazione al grande pubblico.  Non è un segreto che ci siano state moltissime dichiarazioni di pubblici funzionari, a suo tempo membri della NASA o dei servizi segreti, che in tempi differenti hanno rivelato la politica censoria della stessa nei confronti della realtà extraterrestre. La mancanza di consapevolezza da parte dei possibili committenti della scienza ortodossa è la condizione presupposta (sebbene non dimostrata) per sfruttare la maggioranza delle masse a torto ritenute incolte. La scienza ortodossa non ha il monopolio della verità più di quanto le religioni possano avere quello della spiritualità, ma è per questo motivo che entrambi, dentro un apparente contrasto, si aiutano a vicenda con lo scopo di nascondere tutti gli elementi che potrebbero mettere in forse i principi fondativi delle loro pretese autorità. L’inganno e il boicottaggio e la manipolazione delle varie informazioni hanno lo scopo di controllare e nondimeno dirigere le impostazioni delle categorie mentali dei soggetti utilizzatori delle informazioni medesime, ottenendo un fittizio monopolio del sapere. Storicamente, nell’ambito della politica della scienza si è registrato un conflitto fra la scienza vera, pura e appassionata e quell'accomodante che serve gusti e tendenze della giornata, seguendo gli interessi dei profitti del mercato. Come afferma Karl Popper “Se dovessimo contare sull' imparzialità degli scienziati, la scienza, perfino la scienza naturale, sarebbe del tutto impossibile”.In conseguenza i cosiddetti eretici, cioè coloro che vanno controcorrente, e che hanno il coraggio di affrontare l’inerzia della mente umana e la sua resistenza alle innovazioni, sono stati sistematicamente e consapevolmente perseguitati. E’ del tutto evidente che la ricerca di Viola si ponga come una ricerca eretica, poiché non rispetta i canoni scettici tipici della scienza ortodossa, in altre parole della scienza asservita al potere. Ci conforta in ogni modo quanto asserì a suo tempo Huxley secondo cui “Ogni concezione scientifica comincia come un’eresia”. Lo stesso Viola ci rassicura, nelle brevi note introduttive che egli non ha mai inteso essere un discepolo di chicchessia né tantomeno vorrebbe porsi come un maestro per gli altri. Questa ricerca riesce a spezzare la catena di connivenza che esige dal “ricercatore” una devozione che non tolleri l’eresia e che da un punto di vista politico minacci lo statu quo dell’apparato di potere. Noi sappiamo che le più grandi scoperte scientifiche non sono nate nell’ambito della scienza asservita, bensì hanno aleggiato dentro spiriti liberi, per tale motivo osteggiati, vilipesi e repressi e nondimeno, dopo tardive e indecorose riabilitazioni, sono state catturate dall’establishnent scientifico. Ecco perché è giusto porre l'accento e distinguere queste due categorie metodologiche ed evitare confusioni ed ulteriori speculazioni. Per molto tempo il pianeta Marte è stato considerato un luogo misterioso. Su di lui si sono esercitati schiere di falsi ricercatori che hanno inventato fatti inesistenti o nascosto fatti evidenti. Fino adesso mancava una ricerca che riunisse in un tutto organico i vari elementi sparsi qua e là, e che giungesse a coagulare ulteriori verità attraverso la costruzione di un modello unitario scientificamente corretto. Il libro di Gianni Viola intitolato “La civiltà di Marte”, da poco uscito in libreria, colma questa lacuna attraverso una ricerca rigorosamente scientifica, durata oltre un decennio e  svolta attraverso uno scrupoloso utilizzo di materiali originali provenienti dagli archivi della NASA, con cui lo stesso è stato ed è tuttora in contatto.Il lavoro è consistito nell’esame analitico di migliaia di immagini satellitari,  essenzialmente operate dal Mariner 9 (1972) e Viking 1 e 2 (1975-1982).  La metodologia applicata è quella relativa ad un settore dell’astronomia descrittiva. Sono state esaminate circa 65.000 immagini di cui 60.000 orbitali (riprese dall’alto dalle telecamere montate sugli orbiter, con distanze variabili fra 15.000 e 1.500 chilometri) e 5.000 superficiali (riprese da terra dai lander con distanze variabili fra 2-3 chilometri e pochi metri). La qualità delle immagini è relativa alla cosiddetta risoluzione geometrica, vale a dire alla possibilità di distinguere in esse strutture aventi dimensioni date. Le risoluzioni raggiunte dal complesso di queste osservazioni sono notevoli, metà di quelle orbitali presentano alte risoluzioni geometriche dove si possono distinguer particolari fino a 100 metri, mentre quelle superficiali presentano risoluzioni fino a 10 centimetri.

Tale metodologia ha consentito di scoprire che Marte un tempo presentava una struttura del tutto simile a quella attuale del nostro Pianeta, con terre emerse, terre sommerse (mari, continenti, fiumi e laghi), vegetazione. E’ stato possibile rilevare inoltre una serie di strutture giudicabili artificiali fra cui costruzioni antropiche (essenzialmente dei volti o corpi umani), zoomorfe, urbane, architettoniche, in parte confrontabili con gli elementi delle civiltà egizia o del centroamerica. La scoperta di tale civiltà umana su Marte non ci dice nulla riguardo alla qualità degli uomini che la abitavano, ci dice semplicemente che quel pianeta un tempo fu abitato come lo è adesso la Terra. S'intende che essa da una parte dovrà servire per correggere una “scienza” ebra di potere e di autoglorificazione, dall’altra parte dovrà impedire la nascita di ulteriori misteri a sfondo mistico. Si tratta perciò di una scoperta affascinante ma affinché essa possa rappresentare un valore di progresso per l’Umanità, occorre che venga assunta come dato essenzialmente laico.                       

 

LA CIVILTA’ DI MARTE, EDIZIONI MEDITERRANEE ROMA, pgg. 383, Euro 19,50

 

Il volume è reperibile presso tutte le principali librerie d’Italia. Può essere inoltre richiesto scrivendo direttamente alle Edizioni Mediterranee – Roma s.r.l. – Via Flaminia, 109 – 00196 Roma, o telefonando allo 06-32.35.433 r.a. o con fax 06-32.36.277. E-mail: info@ediz-mediterranee.com

Il sito delle Edizioni Mediterranee: http://www.ediz-mediterranee.com

 

Gianni Viola
(membro del Sindacato Nazionale Scrittori dal 1978)

Opere edite e lavori premiati

1976 -     Polizia - Abusi ed eccidi delle forze dell’ordine in Italia dal 1943 al 1976- Edizioni Stampa Alternativa Roma

1978 -     Polizia – Cronache e documenti della repressione in Italia – 1860-1977 – Ed. Stampa Alternativa Roma – Bertani Editore Verona

1989 – Enciclopedia delle religioni dell’Unione Sovietica – Premio P. Ulisse Floridi S.J. – Roma

1993 – Gli Ebrei in Russia – Premio Italia Letteraria Milano

1994 – Marte – studio preliminare – depositato presso la sede centrale della SIAE Roma

1995 – La scoperta della civiltà del pianeta Marte – Edizioni Centro Studi Biologia Sociale – Acireale (CT)

1996 – La vera storia della “Face on Mars” – Edizioni Centro Studi Biologia Sociale – Acireale (CT)

2000 – L’introduzione del capitalismo in Russia – Premio Internazionale Terzo Millennio Roma

Kilina Oxana – cenni biobibliografici

      Nata a Mosca (URSS-Russia) nel 1967.  Giornalista dell’ex URSS presso varie testate per servizi giornalistici e grafici negli anni 1983-1992. (Università Popolare M.I. Ulianovoi di Mosca, presso l’Organizzazione dell’Unione dei Giornalisti dell’URSS, Facoltà di Giornalismo, Facoltà di Grafica di Stampa). Membro dell’Ordine dei Giornalisti dell’URSS.       

      Dal 1985 al 1987 lavora nel laboratorio dei Metodi Attivi di Istruzione di materiale didattico e cinematografico,

presso la  Hight Komsomol  School del Comitato Centrale del Partito comunista.

      Nel periodo 1990-92  consegue i diplomi in Terapia Manuale; Fitoterapia e Dietologia; Riflessoterapia e

Bioenergoterapia; Agopuntura Classica, quest’ultimo presso l’Associazione  Culturale della ”Lega Medica” di

Mosca.

      Dal 1991 al 1999 collabora con l’associazione “Nonsiamosoli” (prima a Mosca e poi in Italia) come

giornalista e segretaria di corrispondenza con la Russia.     

      Nel 1994 pubblica la tesi di ricerca: “La legge periodica dell’Assoluto rivelato”  nella sezione ecologica del

Forum Internazionale di Informatizzazione (Mosca).

      Dal 1998 al 2001 ha svolto attività di traduttrice giornalistica (dal russo) per l’associazione editoriale Agorà (di Catania) sulle riviste scientifico-culturali “Agorà” ed “Ali Dorate”.

 

DEMOCRAZIA DEI DIRITTI                 

 

            E’ il titolo centrale del Quaderno n. 19 del Centro Studi Biologia Sociale del compagno Carmelo Viola, il quale, come al solito, ama condensare nel titolo stesso delle sue opere la quintessenza del contenuto, con una premessa (pretesto o punto di partenza) che, nel caso specifico, è “A proposito di NATO ed ex URSS” e una coda che, sempre nel nostro caso, è “contro la dittatura elettorale”, che esprime l’alternativa della tesi (espressa dalla parte rappresentativa della denominazione).

Pertanto, il lungo discorso (con una terminologia anche sui generis, inframmezzata da neologismi  elaborati ad hoc) prende il via dal triste Protocollo di Pratica di Mare (17 maggio 2002), che sancisce un ennesimo sconcio storico dei nostri giorni. La NATO - lunga mano armata degli USA, fondata per aggredire ogni esperimento non capitalista in Europa e dintorni (pretesto allora attuale quello sovietico) ma in realtà come avamposto della prepotenza yankee, di ovvio stampo gangsteristico, su tutto il Pianeta (come dimostra l’essere sopravvissuta al Patto di Varsavia) - ingloba, anzi “fagocita” ciò che resta dell’impianto per l'appunto sovietico. L’evento è mediato con allegra, anzi sadico-sorridente, irresponsabilità da un Berlusconi (anticomunista di spirito e di conti in banca) che di quel piano di feudalizzazione militare dei padroni americani, è uno dei più esagitati sostenitori (quasi “alla Blair”, insomma) a dispetto della negletta (ormai ottocentesca) sovranità popolare e, in specie, dell’art. 11, uno dei pilastri portanti della nostra Costituzione, che vieta ogni guerra che non sia di stretta autodifesa, ergo le aggressioni gratuite che gli USA distribuiscono da oltre mezzo secolo - naturalmente, con eroica viltà, a chi non è in grado di difendersene -  nel totale disprezzo del diritto internazionale secondo la morale del lupo della famosa favola, che finisce per azzannare l’innocente agnello. E’ esattamente quanto vorrebbero fare ancora contro l’Iraq. Il discorso, quindi, si estende a tutta la situazione del mondo e al possibile epilogo di un suicidio collettivo della nostra specie per saturazione di conflittualità distruttiva.

            Ciò avviene perché l’umanità non ha ancora realizzato la “democrazia dei diritti”, cioè la vera volontà potenziale del popolo (che non può non volere sia pure inconsciamente il proprio bene), la quale democrazia, pertanto, prescinde dalla forma del governo e trova rispondenza solo nella soddisfazione dei bisogni reali della vita di relazione di tutti , nessuno escluso. La democrazia, di cui si parla 24 ore su 24 in maniera del tutto impropria e pretestuosa (specie da parte di chi, come gli USA, non sanno cosa sia il vero diritto) è solo la legittimazione formale del potere in carica, il quale trova in quella un pretesto gesuitico e grottesco per realizzare i propri propositi, che non sono ovviamente la soddisfazione dei diritti naturali cui corrispondono i bisogni reali. Le elezioni americane sono un esempio carnevalesco di pilotaggio della volontà degli elettori (un’esegua minoranza, per altro) a suon di miliardi di dollari. Non si sa quanti ne abbia speso l’attuale sindaco di New York! Pertanto, nella realtà esiste una variegata “dittatura elettorale” che, nel caso specifico, è quella dei capitalisti e del capitale, inteso questo come vera piovra della potenza monetaria.

            Il Centro è sorto nel 1996 con l’intento di promuovere la lettura biologica della realtà umano-sociale ovvero di buttare le fondamenta e avviare gli sviluppi di una vera scienza sociale - o antroposociologia - non più basata su presupposti e pregiudizi fideistici o ideologici ma solo sulle pulsioni essenziali costanti dei comportamenti dei viventi e quindi sulle praticamente infinite modalità di risposta che fanno della storia solo il “regno delle possibilità” al di fuori di ogni ipotesi finalistica  del pantarei biologico. Assieme alla ricerca altro fine del Centro è quello della denuncia sociale e il Quaderno in esame ne è un documento scottante.

            La lettura biosociale della storia - secondo il compagno Viola - rivaluta e integra il marxismo e ritiene il socialismo - economia socio-perequativa - l’unica alternativa alla incombente catastrofe della civiltà. Il capitalismo, inteso nella sua totale accezione di economia di concorrenza e di mercato - fase intermedia fra regno animale e umanità propriamente detta, se impedito di tramutarsi in socialismo una volta esaurita la propria funzione fisiologica di crescita storica, produce una vera e propria giungla antropomorfa (come trasposizione di quella propriamente detta) o “società antropozoica”, dove i più forti, non illuminati dal senso morale (peculiarità dell’età sociale adulta), tentano a dominare il mondo da quegli “antropozoi” (naturalmente amorali) che sono, senza rendersi conto della loro violenza - che è, per effetto della massimalizzazione tecnologica, sempre più terrorismo, la causa diretta di un terrorismo di ritorno (quello delle vittime) in una spirale senza fine. E’ quanto stanno facendo gli USA con un accanimento che si risolve in “cretinomania umanicida”.

            La visuale globale dello stato di salute politica dell’umanità dei nostri giorni, il rigore logico di un’arringa interdisciplinare che non lascia scampo  alla deliberata criminalità delle menzogne “lupesche” e la passione umana che sorregge la scrittura di questo Quaderno, fanno de “La democrazia dei diritti” un intervento di scottante e persistente attualità, specifico ed aggressivo quanto generosamente vissuto, che ogni compagno dovrebbe leggere e diffondere pur con ogni eventuale, ed utile,  riserva critica e verifica dialogica.

            Le 192 pagine del lavoro di Viola contengono interventi di studiosi seri quali A. Catàlfamo, P. Licciardello, N. Lo Bianco, S. Ragonesi e G. Viola, una serie di fuori-testo e riempitivi, oltrechè un appendice dedicata ai rapporti della biologia del sociale con il marxismo e la scienza e perfino un lungo allegato dedicato all’”analisi biosociale della cretinomania umanicida dell’imperialismo USA” .Il tutto ne fa un genere pubblicistico originale.

            Il Centro vive di soli contributi volontari e spedisce a tariffa postale intera perché fuori commercio e senza vincoli di dipendenza e compromessi di sorta. Chiunque voglia ricevere questo Quaderno - che viene spedito unitamente al catalogo - può farne richiesta diretta al Centro Studi Biologia Sociale (C.P. 65 – 95024, Acireale/CT) versando nel contempo un contributo volontario, se lo preferisce, sul c.c.p. N° 14 35 89 56 intestato all’autore.

           

 

 

 

 

RIFONDARE E’ DIFFICILE

 

Rifondare è difficile, Sergio Dalmasso, Centro di documentazione di Pistoia editrice, C.R.I.C. editore, Torino, 2002, pag. 160, €10

 

Al giro di boa dei dieci anni, il partito della Rifondazione Comunista ha trovato un preciso cronista della sua storia. Sergio Dalmasso ha ricostruito infatti i primi dieci anni (e poco più) del PRC ed infatti come avverte nelle prime righe dell’introduzione: “Rifondazione Comunista nasce nel febbraio 1991 (non adesione al PDS da parte di alcuni dirigenti e di tanti iscritti al PCI) o nel dicembre dello stesso anno (fondazione ufficiale del partito). Ha quindi, in ogni caso, compiuto i suoi primi dieci anni.” Ed è stato un lavoro non da poco ricostruire tutti i passaggi che hanno portato alla formazione di questo “nuovo”partito; dal suo costituirsi con schegge e pezzi del grande PCI ad innesti di gruppi della cosiddetta sinistra extraparlamentare. Ricordiamo Democrazia Proletaria, quasi in toto, ed altre piccole ma decennali presenze sulla scena politica post sessantottina: Lotta Continua per il comunismo, la lega Comunista Rivoluzionaria, il Partito Comunista d’Italia (m-l), che era anche conosciuto per il nome del giornale che pubblicava “nuova unità”. Altri spezzoni di altre realtà locali e resti di gruppi politici. Nel breve volgere di pochissimi mesi l’ossatura del movimento partito è fatta. Un’amalgama che vuole “rifondare” il comunismo. Ma proprio questa profonda varietà sarà foriera di divisioni successive e di rotture a volte pesanti Ed ancora il termine “rifondazione” è ancora ora nel nome del Partito. Si può leggerla in due modi: il primo positivo – la rifondazione non è mai finita né mai finirà, lo studio sul comunismo prosegue continuamente, ecc., – oppure negativo – non si è fin’ora rifondato sostanzialmente nulla di fondamentale. Ma il libro di Dalmasso evita interpretazioni definitive cercando di dare un solido aiuto a chi vuole ricostruire il percorso politico di Rifondazione Comunista andando alle fonti. Discorsi, documenti, risultati elettorali, nomi, soprattutto nomi. Nel libro c’è tutto. E sarebbe stato meglio avere anche un indice dei nomi. In ogni caso una cronistoria fedele, rispetto agli atti formali, di quello che è accaduto. Il libro serve naturalmente a chi vuole costruirsi un’idea precisa della storia del Partito, a chi è entrato in politica, soprattutto in Rifondazione Comunista, dopo la sua fondazione, a chi, non essendo di quel partito, magari si era lasciato sfuggire un particolare, una discussione, un documento dello stesso ed a chi vuole tenere a portata di mano una guida precisa di un pezzo di storia di un partito che continua a chiedersi ed a farsi domande sul comunismo e che si risponde nel modo in cui vediamo, attraverso le sue posizioni nelle istituzioni e nelle piazze.