Chi
ha ucciso Djindcjic?
Si chiede Michel Collon
acuto ed attento osservatore della geopolitica
mondiale nei Balcani
nel
suo documento del 14 marzo 2003 (diffuso in rete in inglese); e quali saranno
ora le ripercussioni nella regione?
Sherlock Holmes avrebbe molto da fare nel trovare l’assassino,
dal momento che è difficile trovare
amici di Djindcjic .Seselj - deputato suicida - aveva detto di avere le
prove che Djindcjic era il capo
della mafia. Ecco
dunque una sintesi del suo
documento a beneficio dei lettori
italiani (E.Giardino)
Chi
ha portato al potere Djindcjic? Non certo il popolo come ci dicono i media
occidentali (era molto
impopolare per aver sostenuto l’aggressione Nato), ma l’Occidente. Questa
persona - dopo 9 anni di embargo, dopo altri 9 anni di campagna mediatica
antiserba, dopo 78 giorni di bombardamenti - aveva condotto una campagna
antiMilosevic a suon di milioni di dollari. Lo stesso sta accadendo con Chavez in Venezuela.
Nessuno ci parla più della situazione tragica dei Balcani, ma là i lavoratori stanno resistendo al
tradimento ed alla privatizzazione - demolizione dello Stato - anche sociale. Questa lotta sta mettendo
in crisi il gruppo di potere messo su dagli occidentali.
L’uccisione di
Djindcjic non è opera di un patriota che si vendica per il
suo tradimento. Due sono
Le ipotesi più
plausibili: 1. rivalità interne alla cricca dominante, 2.omicidio mafioso.
Djindcjic aveva
rovesciato Milosevic capeggiando una coalizione di 18 partiti il cui unico
collante era l’opportunismo. Una volta al potere aveva favorito i suoi amici
scontentando i più. Aveva impedito una indagine sulla mafia, provocando le
dimissioni di alcuni Ministri di Kostunica.
Tutti
i protetti dell’Occidente
erano legati al traffico illegale (droga, armi e prostituzione). Il clan di
Izetbegovic in Bosnia rubacchiò milioni di dollari sugli “aiuti
internazionali”. L’UCK - secondo le stesse fonti occidentali - ha ridotto il
Kosovo ad un mercato di droga, armi e prostituzione.
Nel video “I
dannati del Kosovo” viene
denunciato il connubio Nato-mafia. Djindcjic è anche responsabile di una serie di atti illegali contro
Kostunica ed i suoi Ministri, da lui allontanati dal Governo illegalmente e
nonostante il giudizio della Corte Suprema. Analoga illegalità - condannata
inutilmente dalla Suprema Corte - riguarda il rapimento di Milosevic ed il suo
trasferimento alla Corte dell’Aja. Si può dire
quindi che l’uomo di fiducia dell’Occidente era semplicemente un
gangster politico. Ma l’uccisione di Djindcjic può derivare da uno stato di
conflitto tra USA e Germania, datato 1991. Ecco tre indizi al riguardo:
1. La Germania
forzò nel 1991 la disgregazione della Jugoslavia assumendo il controllo dei
regimi di Slovenia, Croazia e Bosnia. L’obiettivo tedesco è quello di
trasportare il petrolio mediante il Reno ed il Danubio. Gli USA invece vogliono
trasportarlo con un oleodotto più a sud che attraversi Bulgaria, Macedonia ed
Albania (perciò la loro grande base militare di Camp Bondsteel ). Sorpresi
dalla “rapidità tedesca”, gli USA avevano bisogno di tempo per
rientrare in gioco. Così - promettendo ad Izetbegovic una sua vittoria militare
- gli chiesero di non firmare il piano di pace “europeo”: questo allungò di
due anni la guerra con relativo aumento delle vittime e dei disastri.
2. Gli USA nel
2000 avevano promesso a Djindcjic crediti ed aiuti, poi mai corrisposti: il
destinatario se ne era lamentato pubblicamente, inviando un “avvertimento” a
Washington.
3. Perché
potenze prima alleate si trovano oggi divise sull’ Irak? Da un lato USA ed U.K.,
dall’altro Francia e Germania. La ragione sta negli interessi opposti delle
compagnie petrolifere in Irak: ESSO, BP e SHELL contro la Total (Francia) ed in
Iran , dove la Germania è il primo competitore delle compagnie USA. La
eliminazione della “stampella tedesca “ in Jugoslavia (Djindcijc) sarebbe
allora una “ritorsione” contro Francia e Germania contrarie alla aggressione
USA in Irak. Cosa potrà succedere ora nei Blacani?
Tre ipotesi: 1.
Kostunica potrebbe riguadagnare il potere perduto; 2. un regime reazionario e
fascista potrebbe agire contro l’opposizione dei lavoratori e popolare; 3. i
Balcani cadono in una nuova e più caotica destabilizzazione. Tutto ciò è il
risultato catastrofico della “missione umanitaria” di stabilizzazione. Nel
2001 si è avuta una guerra in Macedonia, la regione di Sandzak potrebbe
infiammarsi per cause “esterne”. In Kosovo l’UCK - protetto dagli USA - fa
fuggire serbi, Rom ed ebrei. Una situazione - sobillata da USA - che
infastidisce Germania e Francia: queste hanno bisogno di “stabilità”. Un
gioco pericoloso da guerra mondiale.
E la sinistra
europea emergerà dal silenzio? Saprà riconsiderare la catastrofe in atto nei
Balcani?