LIBRI DI TESTO: DIBATTITO CULTURALE DROGATO
di Tiziano Tussi

Tutta la discussione che ha per bersaglio la pretesa faziosità dei libri di testo di storia si riduce in effetti a mera contrapposizione politica ed addirittura partitica da parte della destra. Sia nel Lazio sia in altre
situazione c'è un gran rifiorire di iniziative contro la "faziosità" della sinistra. Un problema reale nel nostro Paese, da alcuni anni a questa parte, è quello di dimostrare in modo inoppugnabile che in Italia non abbia governato il Partito Comunista Italiano per decenni. La questione che ovviamente si dimostra assurda non lo è poi così tanto per la destra fascista o similare, che sembra proprio esserne convinta. La loro tesi è che i "comunisti" hanno governato questo Paese e quindi anche la cultura era solo "rossa" ed ancora adesso è così. Quindi occorre che dove esistono "isole di libertà" - del resto il raggruppamento berlusconiano si chiama appunto "casa delle libertà" - siano ristabilite la verità, la libertà ecc. Oltre la Regione Lazio, come anche la Lombardia prima di essa, diverse Amministrazioni si sono mosse verso quella libertà.

Dalla fine di luglio 2000 con la legge definita "buono scuola" si è innescato un meccanismo rivendicativo che prevede in pratica soldi ai ricchi e niente ai poveri, naturalmente tutto in nome della libertà. Ed ancora, lo striminzito elenco di "cose" che le scuole dovrebbero insegnare vengono ripetute sempre dai replicanti del cavaliere Berlusconi: inglese, computer  e conoscenza dell'organizzazione aziendale. Questa triade di capacità sarebbe sufficiente. La foga della privatizzazione ha raggiunto il parossismo. Anche la scuola deve diventarlo. Come negli USA dove si hanno anche carceri private. Quindi vi debbono essere strumenti culturali funzionali per rispondere alle nuove esigenze di piena democrazia per tutti, naturalmente per tutti quelli che si riconoscono nelle posizioni della destra. Ecco la commissione della Regione Lazio ed anche quella che premierà, con un esborso di alcuni milioni, la correttezza di libri di storia che la Provincia di Milano ha approntato da poco. Il nuovo assessore alla cultura, Valditara, in quota Alleanza Nazionale, che ha preso il posto di un altro suo sodale, messo da parte perché aveva alzato le mani su un preside, ha escogitato un premio per il miglior libro di storia che verrà sponsorizzato con otto milioni di lire. L'idea che il nostro aveva già formato alcuni mesi fa, lascia intendere che la sparata di Storace non sia stata un unicum ma tutta la destra fascista si sta attiavndo per recuperare terreno sul piano culturale. Peccato che il recupero sia per loro molto arduo stante la pochezza culturale che ci giunge dal settore. Intellettuali di destra decenti, dal punto di vista teorico, cioè con un buon livello di omogeneità sistemica non ve ne sono poi molti. Quei pochi infine non sono assimilabili ai rumorosi istinti dei fascisti nostalgici del buon tempo che fu oppure dei  razzisti della Lega Lombarda. Non è necessario fare tanti nomi ma intellettuali e studiosi di destra si sono spesso trovati a lavorare contro il rumore di fondo del movimento a cui facevano riferimento - Julius Evola per esempio. Anche la pervicace opera di arruolamento di Nietzsche tra le file della destra,  in Italia ed in Germania, da parte dei nazifascisti, si è rivelato come un sforzo inutile. Nietzsche per esempio non era antisemita. Credo che nessuno che abbia un minimo di decenza intellettuale, anche se la decenza è merce rara, potrebbe,
per nobilitare i suoi sforzi padani, arruolare Cattaneo fra i suoi progenitori: anche se proprio la Provincia di Milano pare organizzare un convegno a proposito. La commissione di Valditara è formata da esponenti di
un solo crinale politico: per esempio Mario Cervi de "Il giornale", e basta leggere un numero solo di questo foglio per capire quale altezza culturale raggiunga. Insomma grande voglia di rivincita senza grandi possibilità di successo. Ma Milano è anche il luogo dove esiste il provveditorato più richiesto dai precari di tutta Italia, quindi un luogo che attrae  migliaia di speranze da parte di giovani e meno giovani che vogliono entrare a lavorare nelle scuole. La Provincia, attraverso il suo assessore, vuole essere un ente di forte presenza sul territorio e produrre un imponente dose di interventi, soprattutto fisici, nel settore. Infatti questa istituzione vuole collegare altre province in un disegno nazionale, fra l'altro alzando l'importanza di questo Ente locale, da molti considerato inutile, in una ragnatela di contatti che riesca a dialogare con lo Stato. Insomma abbozzi di disegni istituzionali che fanno capire ancora meglio la fame di potere che si annida nella destra. Sempre la Provincia di Milano oltre a questo grande impegno "culturale" vuole mettere in atto forme demagogiche di recupero politico con la promessa di offrire dei rimborsi spese, per ogni insegnante e preside del suo territorio, trecentomila lire al massimo, a fronte di spese per la propria professione, per l'attività di aggiornamento culturale Non è difficile certo prendere atto dei gravi ritardi che stanno soffocando la scuola dagli ultimi decenni a questa parte e che hanno inciso pesantemente sul suo funzionamento. Ma le soluzioni che possono apparire facilmente individuabili e perseguibili hanno bisogno di molta progettazione per raggiungere lo scopo. C'è necessità di molta progettazione teorica per potere intervenire sul territorio e questa deve trovare una sponda di decenza nella proposte. Il lavoro di Storace e soci si configura solo come una provocazione - ed è apparsa evidente la sua posizione ed anche la sua persona, ad esempio in una trasmissione di "Porta a Porta", ormai succursale del Parlamento. Un atteggiamento irritante appositamente prodotto per fare innervosire la controparte e per potere poi passare dalla posizione di bieco reazionario a quella di vittima della propaganda "comunista". I riferimenti sociali di questa operazione sono quanto mai vasti e molto indistinti: si parla di famiglie, uomini liberi, categorie di professionisti, commercianti, imprese, volontari ed ancora il poliziotto di scuola - lista Valditara - dovrebbero entrare nelle scuole. Tutti soggetti con caratteristiche di una certa inconsistenza in quel contesto con capacità lontane dal rapporto educativo. Ma tant'è! La libertà nella scuola ed attraverso i "liberi" libri di testo passa, per la mentalità di destra, che oramai vede totalmente ben inserito in essa anche il celtico Bossi, nell'apprendere un piccolo elenco di offerte da consumarsi presto, un piccolo decalogo di novità dell'ultimo minuto. Per il resto - la riflessione, l'analisi  la rielaborazione - viene rimandata ad un tempo mai da raggiungere. "Tutte le cose si scambiano con il fuoco e il fuoco si scambia con tutte le cose; come le mercanzie si scambiano con l'oro e l'oro si scambia con le mercanzie", così diceva Eraclito (VI-V sec. A.c.) - che giuro non era comunista - in un suo frammento. L'importante pare sia non scottarsi con il denaro ma farlo girare vorticosamente. Apprendere a farlo, per Berlusconi, e replicanti, sembra sia l'unica cosa che serva realmente all'uomo. Profitti rapidi e sicuri. Questa è la nuova pedagogia. Altro non serve. Neppure un libro di storia.