LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
   Prof. Tullio De Mauro

Stimato Professor De Mauro, ci rivolgiamo a Lei direttamente per sottoporLe una questione che riteniamo essere di grande importanza. Siamo docenti di Educazione Fisica nelle scuole italiane, esperti quindi nell'insegnamento dei saperi motori che così fortemente contribuiscono alla completa formazione culturale dei giovani, nell'ottica di una riscoperta della corporeità all'interno di ogni progetto educativo. Obiettivo del nostro lavoro, crediamo sia formare la coscienza dell'utilità di uno stile di vita attivo, condotto secondo ritmi naturali, in armonia con l'ambiente, sia esso naturale che umano. Insieme a questo, pensiamo di concorrere, nell'ambito del lavoro corale che nelle scuole si svolge, allo sviluppo nei giovani di capacità critiche idonee ad affrontare la complessa realtà sociale.

Nel nostro specifico, tale complessità è immediatamente riferibile al mondo sportivo, che tanta parte occupa nell'immaginario collettivo e nel quotidiano di moltissime persone, giovani o meno che siano. Il mondo sportivo (ma diremmo meglio il fenomeno sportivo) è animato, ormai da anni, da trasformazioni imponenti che ne hanno mutato in ampiezza e in profondità i tratti costitutivi, modificandone la stessa fisionomia; un dato per tutti: sono oltre 32 milioni gli italiani che svolgono una qualche attività di tipo motorio e/o sportivo nell'arco dell'anno (dati Istat 1999).

Anche per quanto riguarda lo sport dei giovani, ci troviamo di fronte ad una situazione radicalmente diversa rispetto al passato:

a)     in molte aree del Paese è ormai acquisito, normale, far fare attività di tipo sportivo ai bambini: prima o poi si frequenta per uno o due anni la piscina, li si iscrive a corsi di ginnastica, danza, calcio, pallavolo ecc.;

b)     tra i tredici e i diciotto-diciannove anni le pratiche sportive calano vistosamente, di colpo (drop-out sportivo);

c)      l'impiantistica scolastica è ancora fortemente carente ed inadeguata ai bisogni; scarsa la sussidiarietà con gli impianti non scolastici;

d)     nelle aree più avanzate dal punto di vista socio-economico e culturale si registra da ormai un decennio l'opzione della sedentarietà, ovvero quella scelta deliberata di non fare attività sportiva pur avendone tutte le opportunità, fatta da giovani che orientano i propri interessi verso moduli consumistici e informatici;

e)     i media (la televisione in particolare) tematizzano quasi esclusivamente lo spettacolo sportivo, ignorando lo sportpertutti (così scritto per meglio distinguere e caratterizzare lo sport dei cittadini);

f)        il fenomeno doping si manifesta, oltre che tra i professionisti dello spettacolo sportivo, anche - e più gravemente - tra molti giovani che affollano le palestre delle periferie sociali e culturali; in proposito circolano dati allarmanti.

Se a tutto questo si aggiunge una insufficiente considerazione dei saperi motori, si spiegano le difficoltà nel fornire una corretta socializzazione sportiva ai giovani che nella scuola transitano (non è pleonastico sottolineare che tutti trascorrono nella scuola almeno dieci anni ...): gli insegnanti si trovano di fronte ragazzi e ragazze spesso fortemente condizionati dal modello dello spettacolo sportivo, fatto di campioni, aspettative di successo, clamore. Un mix micidiale che attrae e respinge nello stesso tempo, di fronte al quale le proposte educative di uno sport inteso come partecipazione, gioco, collaborazione, che contempli tutti gli esiti - sconfitta compresa - arrancano vistosamente, riducendo sovente ad uno stanco rito le poche ore scolastiche dedicate. 
Alla radice del problema doping si trova un fenomeno di costume e/o di consumo: il miraggio di una vita bella ed efficiente, porta molti a considerare ogni malanno, anche il più banale, come un ostacolo da rimuovere al più presto invece che come un segnale da interpretare in un processo di omeòstasi; allora ogni più lieve turbamento viene esorcizzato e rimosso mediante la pillola di turno. È la medicalizzazione dell'esistenza, che fa credere a molti di poter influire artificialmente su ogni aspetto della vita.

Quando questa disposizione all'uso dei farmaci (comune a molti giovani), si combina alle suggestioni a buon mercato del campionismo e del successo, si costituisce l'humus ideale sul quale attecchisce il sempre più grave problema del doping giovanile.

Siamo di fronte quindi, con tutta evidenza, ad una particolare rappresentazione della società - quale è la galassia sport - ricca di contraddizioni, che vanno dall'ampiezza del fenomeno dello sportpertutti ai problemi delle pratiche giovanili, dal doping alla pervasività dei media. Al centro di tutto si trova sempre la scuola, nella quale dobbiamo ricercare la soluzione a problemi che sono in primo luogo culturali, di formazione.

Dopo anni di attesa di una riforma del sistema sportivo è ormai in calendario per il prossimo autunno la Conferenza Nazionale dello Sport, che dovrebbe disegnare lo sfondo per i nuovi, successivi assetti del sistema.

Noi crediamo fortemente che la Scuola debba recitare nella Conferenza una parte fondamentale, di prima grandezza, da interprete principale. Questo perché non ci siano equivoci circa il ruolo che la scuola può e deve svolgere nella strutturazione di una nuova, più avanzata cultura sportiva. Perché accanto allo sport delle medaglie - ma non in posizione minore - ci sia lo sport dei cittadini come parte (importante) della cultura del welfare, Le chiediamo, Professor De Mauro, un  impegno in questo senso.

firmatari della lettera: 
Giulio Bizzaglia, Roma -  Luisa Bifulco, Cagliari - Alfonso Bincoletto, Roma - Antonio Borgogni, Ferrara - 
Rodolfo Bressanini, Roma - Livia Brienza, Roma - Francesca Cabiddu, Capoterra - Giuseppe Casagrande, Pinerolo -
Barbara Cavandoli, Firenze - Anastasia Cesarano, Martina Franca - Dario Corona, Roma - Fausta Cubeddu, Cagliari            
Donatella Draghetti, Bologna - Paola Falcone, Torino - Antonio Falleroni
, Roma -  Marisa Filigrani, Roma
Mariangela Foscoliano, Quartucciu - Andrea Fratta, Capoterra -   Simona Geri, Sinnai - Arianna Ghiso,  Cagliari
Enrico Grosso, Torino - Simona Lecca, Pirri - Franca Maciocco, Capoterra - Francesco Magno, Martina Franca
Anna Rita Meloni, Quartu S.Elena - Simona Mereu, Monserrato - Francesca Milia, Monserrato - Marco Mulas,                  Cagliari - Giuseppe Murgia, Cagliari - Mauro Pascolini, Roma - Giancarlo Patella, Martina Franca - Stefano Rasori, Roma
Grazia Sanasi, Martina Franca - Giuseppe Schiavone, Martina Franca - Andrea Selis, Cagliari - Carlo Stassano,       Casalmaggiore - Angela Teja, Roma - M.Francesca Tocco, Cagliari - Vito Zaino, Castellaneta - Francesco Zamparo,           Udine