IN VIAGGIO CON GRANADO
di Julio Schwarsberg

ALBERTO GRANADO, Delia Duque e Alberto Granado Duque in Italia invitati da DP incontrano migliaia di persone (soprattutto giovani).

L’esperienza inizia il 21 di Gennaio a Roma, all'incontro internazionale che DP organizza per proporre un’alternativa non riformista contro il neoliberismo  e l'imperialismo. Oltre le diverse organizzazioni presenti più di 2000 persone ruotano dentro l'Alpheus ascoltando, discutendo, proponendo, conoscendo. Un’energia creativa e convinta che ritiene doveroso continuare a lottare per trasformare lo stato di cose presente: unire, dal basso, non è soltanto uno slogan di partito ma un compromesso rivoluzionario con tutti quelli che soffrono ingiustizie e soprusi in ogni angolo del mondo. Questa è la strada per realizzare il nostro sogno di liberazione. Uniti nella diversità sapendo contro chi dobbiamo lottare, chi è il nostro nemico, coscienti che non ci sono più spazi per proposte riformiste che riducono tattica e strategia ad un “asservimento” al potere. E in tutto questo il "petiso" (significa non eccessivamente alto), di quasi 78 anni ci insegna cosa significa essere coerenti con i propri ideali. Granado: un uomo che lascia il benessere, una buona posizione, il successo personale e la stabilità economica in Venezuela e va a Cuba nel 1961 non solo perché Guevara è il suo amico ma perché crede e rispetta le proprie scelte, le sue idee. Alberto: entra nella rivoluzione con tutta la sua umiltà e disponibilità, risolvendo così quello che a noi sembra essere faticoso: la coerenza tra il dire e il fare.                                             

E a Bolzano, Cava dei Tirreni, Napoli, Rogliano, Reggio Calabria, Bari, Castiglione del Lago, Bologna, Vicenza, Padova, Venezia, Macerata, Sezze Romano, Roma, Iglesias (l’appuntamento di Fabriano è saltato per gravi problemi di salute di quasi tutti i componenti della carovana militante) abbiamo appreso che il Che è stato un uomo in carne e ossa…

Che Guevara, che migliaia di ragazzi e ragazze cercano nelle parole di Alberto, viene riattualizzato con risposte che non lasciano dubbi.

Il Che con le sue "incapacità". Incapace di dire e accettare menzogne, incapace d'accettare quello che non gli appartiene, incapace di tradire se stesso e gli altri. Il Che uomo che scopre L'America Latina insieme a Granado: i disagi, le sofferenze, lo sfruttamento, l'emarginazione dentro un continente che bisogna cambiare. Che Guevara che sceglie l'unica via possibile, per quegli anni, la lotta armata che porta alla presa del potere. Il Che a Cuba Ministro e presidente della Banca e sempre Bolivariano. Cuba dove ha vinto la rivoluzione ma c’è l'America Latina da “liberare”: questo è il compito di ogni rivoluzionario quanto lottare contro l'imperialismo per realizzare il sogno di Martì, di Bolivar. Il Che che, impariamo con Alberto, non è il mito che propone la società del consumo e infatti ognuno di noi può diventare Guevara se prende esempio  e sente sulla propria guancia lo schiaffo che l'imperialismo dà ogni giorno ai poveri, a tutti i popoli che in ogni angolo del pianeta lottano per la loro liberazione.

Alberto Granado in ogni incontro non si stanca mai di affermare che la sua presenza in Italia deve servire a una cosa importante: unire la sinistra contro il nemico principale. E’ questa la ragione principale del suo viaggio e la si verifica in ogni intervento che i compagni della Direzione Nazionale di DP realizzano. Una sinistra frammentata e disunita favorisce solamente la destra ed i padroni. E noi ascoltiamo ed impariamo da questo piccolo grande uomo.

E impariamo anche da Albertico, che ama il suo paese e la sua patria e difende il socialismo e accetta critiche e insidiose domande sulla realtà cubana, costringendoci a vedere oltre i nostri angusti limiti.

Un ringraziamento, infine, ai compagni e alle compagne di diverse organizzazioni che ci hanno ospitato con tanto affetto. A Mara di Venezia che lotta e con la quale continueremo a lottare insieme anche per la “nostra” Milva che ha bisogno di essere curata a Cuba, a Alessio che a Macerata non si è fatto intimorire dalle difficoltà, a Omar, Antonella, Danilo e gli altri che a Reggio Calabria ci hanno offerto la loro allegria ed entusiasmo. A Nicola e Francesco di Bari. A Sergio, Rodolfo e Pino che a Rogliano ci hanno fatto sentire che il tempo di fermarsi con loro doveva essere più lungo. A Emilio e Filippo che a Cava dei Tirreni ci hanno aperto le loro case. Ai tanti nomi e cognomi che ora non ricordiamo e che viviamo come nostri compagni di viaggio, piccoli e grandi partigiani che resistono e lottano per un mondo migliore.

Un “grazie”, ancora, ai ragazzi di Sezze, ai ragazzi e le ragazze di Vicenza, a Carlo e Mauro di Bologna, a Massimo e Sandro e gli altri e le altre di Iglesias e a Red Ronnie che ci ha ospitato e rispettato senza porre limiti alla discussione. A Simonetta e a Peppe che a Napoli hanno inventato un’affollata iniziativa pensando anche alla Palestina e, soprattutto, ai nostri compagni che anche influenzati continuavano a “viaggiare”senza mollare.

E, ovviamente, alla famiglia Granado che rimane nei nostri cuori e nella storia di DP.

Grazie a tutti e a tutte  scusandomi per  involontarie dimenticanze.

Hasta la Victoria Siempre

Julio Schwarsberg