editoriale
di Michele
Capuano
PICCOLI PARTIGIANI
In questo numero abbiamo
deciso di dare ampio spazio al programma minimo di DP (escludendo quello di Roma
leggibile nel sito del partito e in http://www.politicaonline.com).
Nel sito di politicaonline, tra l’altro, cliccando su “partiti” e, poi, su
“sinistra” si accede anche a DP: cliccando sopra il nostro simbolo si ha la
possibilità di votarci in internet. Abbiamo, inoltre, pensato che è importante
diffondere il “documento conclusivo ed aperto” proposto nell’incontro
internazionale del 21 gennaio a Roma. Valorizzare sempre e comunque le rubriche,
lo spazio del forum giovani, gli incontri popolari e di massa in Italia con
Alberto Granado (compagno di viaggio del CHE in America Latina), l’assemblea
con Geraldo Gasparin della direzione nazionale dei Sem Terra svoltasi a fine
febbraio con DP, dare spazio a “voci diverse” nelle nostre pagine aperte, ci
è sembrato utile ed opportuno quanto comunicare il “foglio volante”
dell’assemblea unitaria della sinistra critica e di classe svoltasi a Bologna
e proposta da Contropiano. La copertina e il suo retro vogliono invece
ricordarci gli appuntamenti di domani: le donne, la Resistenza, il 1 maggio. Il
nostro intervento e la nostra presenza in campagna elettorale sarà “fuori e
contro il bipolarismo” e l’arricchiremo di lotte concrete e non strumentali
né occasionali. Abbiamo programmato un sit-in fuori il Comune di Roma, ed
invitiamo tutti e tutte a farlo nelle proprie città, contro l’arroganza del
potere che ci sta invadendo di cartelloni pubblicitari mentre vengono
privatizzati uffici affissioni, i costi diventano proibitivi e gli spazi
elettorali saranno gestiti dal più “forte” e dalla prepotenza dei poli con
investimenti miliardari. (Le liste civetta sono una cosa in più pensata da chi
in politica è abituato a barare). Faremo un sit-in fuori la RAI contro la
gestione antidemocratica dell’informazione politica. Il 24 marzo aderiamo alla
manifestazione nazionale contro la base Nato di Pisignano (Cesena), la guerra e
le aggressioni imperialiste che trovano “asservite” l’Italia e l’Europa.
Il 7 aprile parteciperemo alla manifestazione nazionale di Roma contro
l’attacco alle pensioni, al TFR, al salario e ai diritti sociali che
rappresentano notoriamente l’obiettivo strategico del capitale finanziario ed
un tratto comune ai due schieramenti in lizza. In cantiere, ancora, c’è
un’iniziativa per la difesa della Costituzione e contro l’avanzare di un
fascismo silente che intende seppellire definitivamente la “Carta” nata
dalla guerra di liberazione. Inoltre saremo presenti alle tante iniziative per
la libertà di Silvia Baraldini. In realtà, compagni e compagne, navighiamo tra
molte difficoltà, anche se tanti e tante si iscrivono a DP, aderiscono, ci
aiutano o simpatizzano. Stiamo lavorando duramente per raccogliere le migliaia
di firme che ci servono per indicare una strada alternativa ai processi di
normalizzazione in atto. Soffriamo per i nostri limiti economici (le sedi, la
propaganda, la rivista, i viaggi in Italia e all’estero, i materiali
informativi, gli strumenti per contrastare l’oscurantismo che ci circonda).
Tuttavia non cediamo né indietreggiamo: siamo coerentemente rivoluzionari! Il
vostro sostegno ci è indispensabile pur se circoscritto ad un abbonamento al
periodico, ad una modesta sottoscrizione, all’affissione di un manifesto o
alla distribuzione di un volantino. Invieremo, a chi ne farà richiesta, la
nostra propaganda di lotta e ci auguriamo siano molti e molte a proporcelo.
Rimaniamo fortemente convinti che bisogna “unire quello che l’imperialismo
divide” e a maggior ragione dobbiamo crescere ulteriormente per rendere più
luminoso questo percorso. Il futuro non è affatto roseo e sappiamo che a noi
spetta il compito di accendere mille falò “per resistere ed avanzare”,
dentro nuove strade, per una rinnovata idea di socialismo. I piccoli partigiani
a volte vestono anche di stracci, hanno contraddizioni evidenti, amano volare e
non raramente cadono al suolo, scrivono poesie disordinate e non sempre sanno
inventare linguaggi nuovi, ascoltano musica popolare e la confondono con il rap,
conoscono la realtà e sanno che non basta, amano con intensità travolgente e
con altrettanta forza sanno essere duri, spesso litigano tra di loro e con
qualche difficoltà cercano di cambiarsi, di migliorare: i piccoli partigiani
sono comunque qualcosa di incredibilmente meraviglioso: viaggiatori coscienti
verso una primavera che confonda i colori del mondo con quelli di popoli interi
e che veda sventolare rosse bandiere per, poi, accarezzare l’idea che
finalmente uomini e donne (oltre lo Stato, oltre le classi) hanno conquistato la
libertà, un’uguaglianza fatta di tante diversità e plurale, un mondo dove
una “nuova civiltà” è sempre in sviluppo… I piccoli partigiani non hanno
sempre un nome o un cognome ma li puoi riconoscere dal loro entusiasmo, dalla
loro fantasia, dalla loro voglia di organizzarsi e conoscere o dalle mille
iniziative… pratiche o, forse, anche da una certa tristezza che dovremmo
sconfiggere. I piccoli partigiani, però, sono la gioventù di ogni tempo.