DOPO LE ELEZIONI DEL 13 MAGGIO 2001  
DIBATTITO A PIU' VOCI     

 

Truffe, truffe e…INDEGNITA'
  (nota di E. Giardino)                              

A) ELEZIONI POLITICHE NAZIONALI

Si è appena conclusa la più scandalosa e truffaldina campagna elettorale dell’ Italia repubblicana che ha premiato “oltremisura” – in una specie di referendum plebiscitario - il più grande monopolista commerciale e mediatico europeo, il cavaliere Silvio Berlusconi.

I suoi “avversari” della pseudosinistra (Ulivo) avevano in questi anni, prima protetto il vincitore e le sue “conquiste” illegali  per evitargli la galera, poi  lo avevano anticipato “sul suo terreno”, promuovendo una ideologia mercantile, presidenzialista e privatistica ed una politica antipopolare, antisociale ed anticostituzionale su tutte le questioni nodali.

La legge elettorale “truffa” del 1952 ( Scelba) è un gioco da dilettanti rispetto al livello di truffa e di illegalità anticostituzionale di queste elezioni maggioritarie e bipolari: 

grazie al premio di maggioranza, al maggioritario, agli accordi di cartello, al gioco dei collegi, alle liste civetta,  il ceto partitico “consociativo”  dei due schieramenti (duopolio)  si è fatto beffa della volontà e della sovranità popolare della  nostra Costituzione.  Ha sbarrato il Parlamento a liste “non apparentate” che hanno rifiutato il ricatto “bipolare”  (soglia del 4%); ha rubato seggi e voti a Rifondazione comunista (5%) ed a tutte le liste autonome (Di Pietro, D’Antoni, Bonino, ecc.).

Così  alla Camera, uno scarto del  1,7% tra i due “poli” equivale ad una differenza di   90 seggi, rubati appunto ai partiti esterni al duopolio.

Basta pensare che - secondo la Costituzione e nel proporzionale -  il 5% equivale a 32 deputati alla Camera ( su 630 ) ed a  16 senatori (su  315), per capire la dimensione della truffa elettorale.  

Rifondazione Comunista con il 5% ottiene  3 senatori;  invece  la lista “Biancofiore” (ccd+cdu, Casini-Buttiglione) con il  3,2% (senza quorum)  ha 73 seggi.  Di Pietro nessuno con il 4% circa.

Candidati “eccellenti” bocciati  dall’elettorato, vengono “ripescati “ dalla quota proporzionale,  per accordi di vertice ed in barba alla volontà popolare. I votanti,  fuori dal “duopolio”,  non avevano alcun margine di scelta reale: anche dentro le liste del duopolio la loro volontà è stata largamente “stravolta”.

A questa miseria si è ridotta, nell’era del “neoliberismo”, la volontà e la sovranità popolare!!

Ma la beffa  politica non si ferma al sovvertimento del rapporto voti-seggi oppure al monopolio di due leaders di partito e dei loro “amici–alleati “ (vedremo fino a quando). Non avendo potuto escludere anche Rifondazione Comunista dal Parlamento - come i sondaggi sembravano indicare – i diessini (in  forte calo) imprecano ora contro Bertinotti  (che pure aveva ritirato suoi candidati nel maggioritario della Camera).  Con grande arroganza e stupidità, ne pretendevano solo  i voti, pur escludendolo a priori da una qualsiasi alleanza (di governo e/o di opposizione). Bertinotti è scomodo anche per altre ragioni: è il propugnatore ed il testimone di una pur minima “opposizione istituzionale” al Governo Berlusconi. Una “opposizione” dovuta, nello schema bipolare, dagli attuali leaders dell’Ulivo, ma estranea alle loro intenzioni consociative.

Infatti già dichiarano di voler essere solo i notai “intransigenti” degli impegni governativi: impegni non difformi da quelli della loro agenda politica. Entrambi i “competitori” si preparano ad invertire il gioco di scambio “maggioranza- minoranza”, ma  sempre dentro le rigide e condivise compatibilità dei “poteri forti”, transnazionali e nazionali.

CIA , USA, NATO, Vaticano, FMI,  Confindustria, Polizia ed Esercito sono i compari veri del duopolio “neoliberista”, ieri , oggi e domani…. Ora che la strada è già tracciata, si può “osare di più” in termini di restaurazione, colonizzazione, militarismo, arroganza padronale, repressione.

Quindi il problema vero sarà per noi quello di sapere:

chi dove e come farà opposizione sociale ed istituzionale
chi difenderà la Costituzione e chi la riscriverà
chi difenderà lo Stato, le funzioni ed i servizi pubblici 
chi i  diritti dei cittadini e dei lavoratori

 e soprattutto 
con quali idee, progetti popolari e di classe e con quali forme di lotta

I partiti esclusi o ridimensionati in Parlamento – come i Verdi, Di Pietro o Rifondazione Comunista –  dovranno uscire da ogni ambiguità  e rendersi  più credibili ai soggetti dell’antagonismo e della opposizione sociale che già  sono in campo (opposizione al  governo ed al sistema).

Cresce comunque il divario  e la dialettica tra “palazzo” e Paese reale, tra politica oligarchica e gravità dei problemi sociali e personali. Anche la politica “estera” del duopolio - guerrafondaia ed aggressiva ,  non a caso omessa nella campagna elettorale – rafforzerà lo scontro sociale e di classe a livello internazionale e nazionale. Così la dislocazione di imprese e la fuga di capitali.  

I Verdi sono ancora “interventisti” ? Cosa diranno Verdi e Di Pietro sulle aggressioni prossime venture ? E sui mass-media, Verdi, RC e Di Pietro cosa faranno? Si accontenteranno della pseudo-cessione delle reti del Cavaliere o vorranno altro? E i sindacati confederali chi reggeranno ? Vivremo ancora senza una opposizione istituzionale  e sindacale confederale? Si apre dunque per i soggetti dell’antagonismo e della progettualità sociale una nuova fase politica in cui le contraddizioni tra etichette, proclami ed azioni dei due “poli” cresceranno. Probabilmente ai delusi del “centro sinistra” si sommeranno  presto quelli della “casa delle libertà”. Perciò conflitto e repressione cresceranno e non solo verso gli “extracomunitari”.

B) ELEZIONI COMUNALI E CIRCOSCRIZIONALI

Queste istituzioni sono ormai deputate all’assistenzialismo residuale dei più deboli e degli emarginati, esposti – come tutti gli altri cittadini-sudditi  – alle nefandezze della politica “neoliberistica”: sfratti, disoccupazione, alti costi dei servizi sociali, precarietà, emarginazione, assenza di sedi di dibattito e di incontro, assenza di solidarietà e di sostegno umano e sociale.

Gli eletti  “locali” subiscono – ormai impotenti -  le politiche internazionali e nazionali dei loro laeders di partito (presidenzialismo) e cercano – nel caso migliore - di attenuarne i riflessi più disastrosi sulle categorie più deboli: anziani, giovani disoccupati, sfruttati di ogni etnia.

Tentano di essere la “interfaccia buona” nel rapporto Istituzioni–cittadini, in modo da attenuare la rabbia ed il disprezzo che molti provano per le angherie e le ingiustizie quotidiane. Nelle amministrative erano presenti liste civiche e di matrice popolare e di classe (in particolare ed in diverse città Democrazia Popolare): queste hanno avuto un impatto “istruttivo” da un lato con le persone,  dall’altro con l’arroganza dei mass-media e dei grandi imbonitori elettorali. Sono due esperienze preziose da capitalizzare nella pratica politica corrente e nella lotta sociale di opposizione progettuale.  
Il successo di Rifondazione comunista serve alla causa del comunismo e dei comunisti, contrastando una  diffusa criminalizzazione anticostituzionale di questi ideali e di questi militanti quanto l’interessante affermazione di DP e altre liste alternative.

 

13 Maggio 2001
di Massimo Meloni
Le elezioni che il 13 maggio 2001 hanno sancito la “conquista” del parlamento italiano, e dunque del governo della nazione, ad opera della sedicente “Casa della Libertà” devono essere oggetto di attenta analisi da parte delle comuniste e dei comunisti italiani. Tali elezioni sono state infatti un vero e proprio terreno di lotta, a prescindere dalla maggiore brutalità del centro destra rispetto al centro sinistra, fra le comuniste e i comunisti da una parte (siano essi nel PRC o no) e la coalizione dell’Ulivo; i politici appartenenti a questa coalizione hanno scatenato nei confronti dei comunisti e delle comuniste appunto una vera e propria guerra per il semplice motivo che questi decidevano di non appoggiare la coalizione che sosteneva Rutelli, nonostante i suoi ideatori affermassero la necessità di dare il voto all’ex sindaco di Roma per non consegnare il paese alle destre. Occorre riconoscere che il bersaglio maggiormente colpito dagli attacchi del centro sinistra è stato il PRC, nonostante i massimi dirigenti di questo partito, con il loro segretario in testa, non abbiano mai espresso una volontà definitiva di rompere con l’Ulivo al quale hanno più volte proposto accordi per un’alleanza che potesse avere anche solo minimamente natura politica; la superbia dei massimi esponenti del centro sinistra è stata tale da precludere qualsiasi alleanza con il PRC, che chiedeva in cambio di una maggiore disponibilità nei confronti di Rutelli nient’altro che l’abolizione delle famigerate liste civetta…Risultato delle elezioni, al termine di una campagna elettorale dove gli esponenti dei due poli si sono divertiti a mostrarsi gli altarini a vicenda? Alla Camera la Casa delle Libertà ha ottenuto 368 seggi contro i 242 dell’Ulivo (in realtà 250 considerando quelli ottenuti dai Rutelliani con la SVP) mentre Rifondazione Comunista ha avuto 11 seggi (frutto del 5% di consensi che il partito Bertinottiano ha avuto con i voti della quota proporzionale); al Senato la coalizione Berlusconiana ha 177 seggi contro i 125 dell’Ulivo (ai quali ne vanno aggiunti però altri 3 ottenuti con il SVP), 3 li ha piazzati il PRC, 2 Democrazia Europea mentre 1 lo ha Di Pietro (ora non più per la fuga a destra del suo rappresentante), la SVP, le Liste autonomiste ed “Altri” Il risultato che spicca è ovviamente il grande vantaggio numerico in termini di seggi esistente fra il Polo e l’Ulivo, ma anche il fatto che alla Camera Il PRC è l’unico partito non facente parte dei due poli rappresentanti entrambi i poteri forti del Paese e d’oltreoceano ad avere ottenuto seggi (segno questo che l’invito al cosiddetto voto utile non ha tirato più di tanto) giacché Democrazia Europea così come la Lista Di Pietro non hanno superato la famigerata soglia del 4% per ottenere seggi alla Camera con il meccanismo di attribuzione proporzionale. Tuttavia vi sono anche forze politiche interne ai due poli che hanno preso, “gareggiando” alla ripartizione proporzionale dei seggi alla Camera, risultati prossimi allo 0% che hanno sancito la totale mancanza di autonomia di tali forze rispetto alla logica bipolare: ci riferiamo alla Lega (che ormai non può che consumarsi nel suo verbalismo nazional-padano senza avere il potere di ricatto sul governo Berlusconi che ebbe nel ‘94), allo SDI e ai Verdi (il cui Girasole non è neanche nato, 2% circa è la percentuale di questi due partiti messi insieme) e ai Comunisti Italiani di Cossutta e Diliberto (persi ormai nell’Uliveto di D’Alema, Veltroni & C.). Una novità assolutamente da segnalare è, infine, l’affermazione della Margherita fra le forze politiche del centro sinistra; la coalizione fra Democratici, Lista Dini e Popolari prende il 14% dei voti con la voglia di candidarsi direttamente alla guida dell’Ulivo per le prossime elezioni. E’ indubbio che con i DS che perde più di 2.000.000 di voti (passa da circa il 20% dei consensi a poco più del 16%) la direzione moderata dell’Ulivo non dico tanto che ha finalmente vita, ma che si consolida; fino ad oggi infatti i DS hanno sempre cercato, in quanto partito più forte della coalizione del centro sinistra, non tanto di dare una direzione coerente di sinistra (seppur moderata) alla coalizione ulivista, ma di inseguire l’elettorato moderato ai fini di una vittoria elettorale che dopo la caduta di Prodi diventava sempre più improbabile. Ora, con il fallimento di tale operazione e la conseguente corsa degli Amato e dei D’Alema di turno per trasformare definitivamente i DS in un grande “partito socialista” dove chiunque lo voglia (Cossuttiani e Rifondaroli compresi) potrà trovar posto, non solo l’Ulivo ha natura ancora più moderata ma si apre in prospettiva la possibilità che alla lunga ambedue i Poli si possano sfrangiare proprio in corrispondenza delle loro appendici “moderate” e centriste…..seppure una tale prospettiva sia sul breve periodo da scartare, essa è da prendersi in considerazione sul medio e lungo periodo anche perché mai il progetto di un ritorno al Grande Centro è stato scartato da un Berlusconi così come dagli epigoni vecchi (e nuovi?) della DC. L’ascesa all’interno dell’Ulivo di una forza politica come la Margherita deve essere forte elemento di riflessione per i comunisti e le comuniste fuori e dentro Rifondazione: al momento attuale la natura borghese, piccolo-borghese e moderata dell’Ulivo risulta accentuata rispetto al passato, così come abbiamo visto non sia da escludere la possibilità (difficile da realizzarsi ma non impossibile) di una coalizione o di un partitone centrista, che se si affermasse affosserebbe il bipolarismo (se non il sistema maggioritario)…un quadro politico simile deve rafforzare e non indebolire le ragioni che hanno portato il PRC a presentarsi alle elezioni senza entrare in coalizione con un centro sinistra con il quale francamente era praticamente impossibile, per dei comunisti, allearsi. Come trovare d’altronde un accordo con un coacervo di forze politiche che avevano fatto la guerra imperialista in Serbia, privatizzato gran parte del patrimonio economico nazionale, dato vita a finanziarie lacrime e sangue, manganellato, se non peggio, chi lotta per diritti e un mondo migliore ed infine abolita la gratuità dei processi contro i licenziamenti senza giusta causa? Osservando le vicende pre-elettorali come quelle direttamente legate alla campagna elettorale stessa è facile comprendere che il 13 maggio è stato uno spartiacque per tutti i sinceri comunisti e per il movimento rivoluzionario italiano e se i dirigenti del PRC smettessero di ammiccare ai D’Alema di turno abbandonando la convinzione che si possa spostare a sinistra chi da tempo ha rotto il suo legame con tutta la storia e la tradizione dei lavoratori solo coi richiami all’etica comunista e al buonismo si potrebbe davvero lavorare seriamente (anche con il PRC) alla costruzione di un serio movimento comunista, marxista e leninista, per il rinnovamento Socialista. Momentaneamente il gioco borghese del bipolarismo è rotto e con la rottura di tale gioco sono poste le condizioni per lavorare sulle contraddizioni della borghesia (i suoi due poli non sono compatti, d’altronde il trasversalismo ha fatto il bello ed il cattivo tempo per tutta la passata legislatura) e per essere realmente sponda degli embrioni di movimento che ci sono e che possono crescere solo se diretti verso lo scopo politico del Socialismo. Gli sconfitti di queste elezioni faranno di tutto per sconfiggere a loro volta Berlusconi e soci: riattiveranno i sindacati “svenduti” (scandalosamente zitti durante tutto l’interregno del centrosinistra), si ergeranno a difesa dei poveri (come fatto dal Polo nella passata legislatura) e muoveranno le masse popolari su uno scacchiere dove in realtà, lo si voglia o no, si gioca (già da parecchio tempo) sulla loro pelle. Le comuniste e i comunisti possono  (e devono) lavorare su questo esplosivo quadro politico, ma perché si possa lavorare bene occorre rompere con le ambiguità legate alla ricerca di un rapporto con il centro sinistra per instaurare un più fruttuoso rapporto dialettico con quei lavoratori che incominciano ad organizzarsi per difendere i propri diritti senza deleghe in bianco o mal riposte….tutto ciò non esclude affatto che si possano avere accordi tattici con i DS in alcune e specifiche situazioni (di volta in volta da valutare anche in rapporto alle possibilità di esercitare egemonia sull’elettorato di questo partito e non solo), tuttavia è ormai chiaro che, anche in virtù delle elezioni del 13 maggio, il processo reazionario in Italia è ormai ad un altissimo grado di sviluppo che non potrà essere spezzato da alleanze fittizie con i DS (e tutti i suoi satelliti), magari in nome di una comune provenienza politica…se l’ala economicista del PRC riflettesse su ciò sarebbe la volta che Rifondazione potrebbe essere davvero e pienamente definita una “forza politica comunista”. Bertinotti, Mantovani, Giordano & C. dovrebbero ricordare lo slogan di una vecchia pubblicità sulla birra: “Meditate gente, meditate”.

 

ELEZIONI, PROSPETTIVE, LAVORO
di Tiziano Tussi

Le elezioni sono terminate da poco ma occorre, anche per la temporalità della rivista, cercare di dare al lettore alcune indicazioni di prospettiva. I risultati acquisiti in termini di seggi e percentuali dicono oramai che Berlusconi governerà per cinque anni. Tale deriva si poteva evitare. Ulivo e Rifondazione Comunista con la conoscenza di sondaggi e di umori elettorali avrebbero dovuto porre rimedio a tale prospettiva. Pensiamo cosa sarebbe stato per il panorama politico italiano la non vittoria della cosiddetta “Casa delle libertà”, impattando al Senato. Destrutturazione del centro-destra con possibili scenari di sbriciolamento di tale compagine venendo meno i soldi del padrone che paga. Sarebbe stato un grande risultato comunque. In questo scenario invece ognuno dovrebbe guardare le proprie responsabilità.

Vi è una netta distinzione sempre tra tattica e strategia. La tattica può suggerire certe azioni, mentre la strategia dovrebbe essere più chiara, pur risultando tra i due momenti ovvi gli intrecci.

Sembra proprio che né nell’Ulivo né in Rifondazione vi sia un reale ripensamento di tale intreccio. Ognuno insomma va avanti in fondo senza autocritica ripensando a ciò che è stato fatto.

La sorte di Rifondazione Comunista ci interessa più da vicino, ovviamente. Il partito dovrebbe infatti ragionare anche ciò che è e non solo ciò che vuole vedere. I numeri! Dieci anni fa, al suo nascere, aveva più iscritti e più voti, alle prime elezioni. Solo nell’ultima elezione politica i voti di RC erano circa 3.200.000. Ora sommando Bertinotti e Cossutta - somma quantomeno azzardata – ne mancano all’appello ben 800.000. Non pare un grande risultato. Tutta la campagna elettorale, i temi esposti fanno capire che il partito vive un poco di rimessa. Grandi temi vengono presi e trattati in modo un po’ troppo mediatico. Manca una infrastruttura dello stesso che riesca a produrre risultati politici di rilievo. Forse non ci si indirizza bene alla cosiddetta formazione del partito, restando Rifondazione, in fondo, una somma di correnti. Per questo il segretario è caricato di un compito troppo grande. L’assenza di un gruppo dirigente si fa sentire. La personalizzazione sul leader se crea fideismo dimostra però anche un limite. Infatti Rifondazione è Bertinotti e Bertinotti è Rifondazione per troppi uomini e donne di sinistra. E ovviamente il leader può essere “simpatico” ed “antipatico”. Ma non si è ancora imposto il senso del partito “in sé”. Basti fare i paragoni con il PCI, da cui almeno una parte di RC deriva, per misurare la lontananza di effetti che quel partito faceva su chi lo votava e su chi lo avversava. Vi era il riconoscimento di una complessità che produceva certo un segretario  di partito ma vi erano comunque anche altri uomini, posizioni e voci, che si agitavano in esso, al di là del segretario. Questo è un problema serio che non pare prendere rilievo in RC. Vi è molta più dialettica nei DS ma è oramai legata al solo controllo dell’apparato del partito più che a interpretazioni di esso. Solo a volte la sinistra diessina si meraviglia, si ritrae dalle posizioni del gruppo maggioritario però senza mai prendere decisioni radicali. Gruppi che via-via vi si sono incorporati – pensiamo ai Comunisti Unitari – in pratica sono spariti nel gran (almeno tempo fa) calderone del partito. La politica di D’Alema appare il corno da cui guardare la politica di Veltroni, l’altro corno. Ma qui si ferma la questione.

In presenza di tali limiti, e fermiamoci qui, senza citare Verdi e pseudo-socialisti, margherite e girasoli, è chiaro che un partito che si dice comunista deve operare scelte chiare di azione politica. Per esempio un grande impegno sul sistema del voto – logicamente proporzionale – non si è visto da parte del partito di Bertinotti. Vi è stato un gran baccano sulle liste civetta, con scioperi della fame, prime pagine di Liberazione ecc. Forse simile impiego di energie andava buttato dentro un tentativo di far discutere il Paese sul sistema proporzionale. A parte che la pratica dello sciopero della fame è pochissimo comunista ed a parte che, a bocce ferme, le liste civetta avrebbero fatto perdere a Rifondazione 7 seggi!

Cosa fare per il futuro? Evidentemente un lavoro di costruzione e strutturazione della sinistra comunista va di pari passo con il suo irrobustirsi ad ogni livello. Quello dei media non è di poco conto. Come scrissi a Bertinotti tempo fa – una lettera a cui lo stesso ha risposto sul suo giornale – è necessario costruire ed allargare anche la cultura comunista. Meno feste di Liberazione generiche e più dibattiti, incontri, seminari, scuole quadro: in pratica aperture verso l’esterno. Anche in queste elezioni si è avuto un allargamento della percentuale di astenuti e grande messe di schede nulle  e bianche. Il futuro sta nel rianimare la coscienza di classe, con mezzi e temi chiaramente comunisti. Altrimenti basterà anche una sola ora di televisione, Mediaset o Rai poco importa, per continuare a proporre un’ipocrita modalità di pensiero. Occorre uscire verso l’esterno e spendere i propri pochi  mezzi per obiettivi chiari. Poi la tattica può anche convergere con chi più ci è politicamente vicino. Ma deve risultare sempre ben chiara l’offerta della scelta comunista senza tentennamenti e schizofrenie elettorali che dimostrano in modo palese probabili e possibili schizofrenie strategiche.

 

IL NUOVO STENTA A NASCERE
di Andrea Pettinelli  (Coordinamento Forum Giovani DP)

Anche se è facile con il senno di poi, "perché non c'è bisogno di bere tutta l'acqua del mare per capire che è salata...", ci sembra comunque di notare una sana e buona volontà di autocritica...purché queste analisi non facciano emergere solamente un noioso desiderio represso di trovare i colpevoli di una indubbia crisi della politica e della militanza, soprattutto a sinistra, fra le compagne ed i compagni, più o meno antagonisti, più o meno moderati, più o meno centristi, più o meno a sinistra, più o meno al centro della sinistra, più o meno alla sinistra della sinistra od alla destra della sinistra, o meglio come i Maurizio Costanzo "alla sinistra della destra ed alla destra della sinistra", dei Centri Sociali, ecc. (anche perché "altrove", oltre ai massacri del -terrorismo-, da non confondere con la lotta armata con i suoi gravi errori ed esasperazioni, oltre all'azione cattolica e le a.c.l.i., non ci sembra di aver assistito, prima come ora, dal regime fascista, dagli attendisti alla gioventù del giubileo, ad una fervida militanza...). Ed è davvero uno squallore, anche se con stima e rispetto reciproco, questo rinfacciarsi responsabilità: la colpa è del PRC perché ha fatto crollare il governo Prodi...il PdCI che con i suoi due o tre milioni di voti si sposta in qua ed in là tra il centro e la sinistra, tra la piazza e la poltrona...Di Pietro che per orgoglio personale tenta la fuga da solo perché anche il centro sinistra aveva i suoi riciclati e condannati fra i candidati, pertanto ha preferito glissare sulla trasparenza e sulle questioni giudiziarie...le liste antagoniste sono dei poveri sbandati che disperdono voti...ma dai!!!
 
Da nessuna parte emerge il fatto che uno dei primi rimproveri da farsi è che nei partiti la militanza è diventato un atteggiamento anacronistico e spesso la gioventù, come le compagne ed i compagni con più esperienza, scambiano il frequentare le sezioni, le federazioni per discutere sui massimi sistemi come militanza... con il conseguente fiorire dei personalismi, micidiale per ogni vera organizzazione, e che tale attitudine, difficile da cambiare, porta inevitabilmente al cosiddetto scollamento fra la base ed il vertice...alle correnti di partito, alle cooptazioni, le minoranze e maggioranze nei movimenti, spaccature, io sono meglio di te e via con il tango della faide tra fratelli e sorelle. Pertanto noi siamo di più, più belli e più forti ed allora tutti nell'Ulivo o niente, senza che questa coalizione sia l'espressione di tutte le diversità che la costituirebbero, bensì solo l'espressione e la forma di un ceto moderato...moderato?!
Ma quale base...quale vertice...un'organizzazione è un'organizzazione...che propaga il suo programma, che costruisce il suo obiettivo, che si muove orizzontalmente...lungo ogni direzione. L'importante è che il modello e l'obiettivo da costruire siano i medesimi.
Invece le sezioni sono piene di tanti piccoli manager, dirigenti, capi, leader, con la loro sudditanza...di comodo.
E vai con la sinistra che parla solo di se stessa.
Con una vera campagna elettorale fatta solo da comici ed altri lavoratori nel settore dell'arte e della cultura, fra piazze, teatri, cinema ecc., oltre alle militanti ed ai militanti veri. E con le linee internet stracolme perchè a sinistra c'è un dibattito in corso sulla rete.
Ma, veramente, come si può spiegare ad un adolescente "te devi essere un moderato"!
Moderato per ritrovarsi con ventenni annichiliti dalla noia dei vari segretari-rampanti?...da una politica che è o mafia o martirio? dai professionisti dell'arte del compromesso?
La real politik? E la gioia di vivere e sentirsi vivi? La voglia di fare?
Che fare? Ancora una volta che fare?
Ma quello che hai nella testa!
Ciò che contano sono le idee, il progetto, il programma da seguire nel quale ci si rispecchia, che poi ognuno in funzione delle condizioni al contorno che ha, adotterà dei metodi, perché Corleone non è Frattocchie, Ancona non è Latina, l'Havana non è Roma...ma comunque l'obiettivo rimane quello: il socialismo. E c'è ben poco di socialismo quando l'arroganza, l'intransigenza, la fermezza dei percorsi e delle esperienze di certi compagni, trita entusiasmi, slanci, tentativi, e non sa valorizzare quanto di buono e funzionante ci può essere in una idea che inizialmente nasce spontaneamente e che dopo deve essere valorizzata ricordandogli di organizzarsi e dotarsi di un programma minimo, o che per equazioni chiare si adotta un solo modo di fare proselitismo ed aggregazione, attività politica, con i giovani nelle sezioni, ripetiamo, allevati ad essere tutti dei piccoli dirigenti, arrivando fino allo scollamento tra vertice e base, all'abbandono ed al disinteresse della politica (perché non ci si può fidare di nessuno...) quando invece quello che accade in realtà è che alcuni si fermano e/o si rifiutano di far veicolare informazioni e possibilità che si propagano in maniera orizzontale, costruendo diaframmi invalicabili ed impenetrabili, la partecipazione rimane solo nel proprio immediato intorno, e la coscienza di essere parte di un sistema fisico e psicofisico altamente suscettibile e sensibile alle azioni ed emozioni di tutte e tutti, indistintamente, viene disinteressatamente avallata.
Il socialismo è uno, non ha volti come un Cristo, e non è uno e trino.
Le persone cambiano, le idee no.
Bisognerebbe quasi imparare dal Vaticano, l'unico esempio di instaurazione di un governo che dura da quasi duemila anni, con guerre, massacri, corruzioni, che si trasforma, che si aggiorna, si riforma, ma che comunque dura e che periodicamente riporta al suo ovile le pecorelle smarrite...perché morto un Papa...se ne fa un altro!
 
L'aver inseguito a sinistra il Craxismo del "...basta con le idee, le persone contano!!", l'aver inseguito tecniche e tattiche delle destre, del marketing, delle pubblicità, per cercare di strappare consensi, trattare il popolo come telespettatori e giocare sul terreno dove ci ha portato Berlusconi, inevitabilmente porta alla noia, allo sbando, alla confusione, alla perdita di una identità, fino ad arrivare a confondere destra e sinistra, perché ciò che contano sono i programmi, le cose concrete.
Altro termine dopo moderato che non si capisce: CONCRETO, CONCRETEZZA, RISOLVERE CONCRETAMENTE I PROBLEMI CONCRETI, COSE CONCRETE, PROGRAMMI CONCRETI E COSE CONCRETE. Suscita ilarità: non vi pare?
 
Le idee!
E la volontà nel partecipare per costruirle.
Pensiamo che sostanzialmente ci sia un problema di desiderio, di volontà: quanto desideriamo fare questa cosa?
 
Il mantenere piccoli "equilibri", fare ciò che utile e non ciò che è giusto, come nei tanti casi della storia...la strage di Porzus (da prendere ad esempio perchè c'è anche il film?), per prendere un esempio un pò datato e poco discusso, dove il P.C.I. sapeva che per ovvi motivi di fermezza politica si sarebbe arrivati ad essere costretti giustamente all'assassinio delle truppe dei partigiani bianchi attendisti, e nonostante tutto non autorizzò niente e comunque non ha fatto nulla per evitarlo abbandonando a se stessi i compagni della resistenza rossa collegati al partito.  Per paura di essere additati come troppo ortodossi (o comunisti), si è preferito dedicare 5 anni di governo nel fare cose anche buone, ma nel dimostrare che i "comunisti" (loro)  possono andare d'accordo con capitalisti, commercianti, bigotti, democristiani riciclati, con criminali matricolati...tutto questo per non perdere il governo. Ma perché non aver provato a dare dimostrazione di volontà di immissioni di elementi di socialismo nel nostro paese, come portare le ore lavorative a 35 a parità di salario. Certo si sarebbe fomentato un vespaio enorme. Sarebbe potuto crollare il governo. Ma se è vero che l'Ulivo rispetto al '96 ha aumentato i suoi voti, vogliamo credere che in una ipotetica elezione, dopo il crollo del governo del centro sinistra sulle 35 ore, non avrebbe preso largo consenso, quel consenso che è mancato ora per togliere il governo a Berlusconi ed a tutta la sua confraternita?
 E adesso come allora, dare la colpa ai movimenti antagonisti che fanno perdere le elezioni e che puntualmente si consegna il Paese in mano alle destre, comincia ad essere ridicolo. Perché non pensare che forse queste piccole forze possono andare invece a rappresentare quelle parti del popolo che non si sentono rappresentati e che non votano e quindi colmare una deficienza politica. Il nostro movimento ne è un esempio: le militanti ed i militanti in maggioranza non hanno mai appartenuto a nessun partito e spesso si rifiutavano al voto e gran parte per abbandono e disinformazione votavano, chissà perché, se non per le destre, con il Forum Giovani di DP hanno trovato collocazione politica. E questa prima esperienza permette di poter aver informazioni, apprendere sviluppare e sperimentare, un linguaggio ed un modo di essere per molte e per molti nuovo. Certo è davvero complicato organizzare un movimento che non ha nessuna radice, ma almeno si dimostrano che alcuni "metodi" funzionano.  Evidentemente c'è anche qualcos'altro che non funziona.
E' vero che certi episodi e certi atteggiamenti autonomi possono spostare qualche milione di voti, ma ridurre il sogno della costruzione di un mondo migliore, una società socialista, una donna ed uomo nuovi per una società nuova, ad una strategia per strappare voti e scippare via il governo a criminali matricolati, è un pò poco, per poi fare comunque politiche di privatizzazioni, precarietà per il lavoro, non porre rimedio alla condizione degli studenti e dei giovani e nel frattempo aspettare che muoia un Papa per farne un altro, affinché tutti siano buoni e tranquilli..
Fino ad arrivare a dire che adesso che si sta per realizzare il Governo Berlusconi II è inutile appoggiare Veltroni a Sindaco di Roma: è tardi. Bisognava pensarci prima,  perché tanto oramai la CIA DIGOS, la mafia e tutta la Confraternita dei pidduisti come Berlusconi ci stanno alle calcagna e che da l'anno prossimo sui libri di storia si leggerà che Craxi è una vittima degli Italiani e che Previti non sa neanche cosa sia la droga e che non ha mai avuto figlie arrestate in Turchia per spaccio e detenzione di stupefacenti e che non hanno fatto i programmi di recupero per i tossico dipendenti presso la comunità di don Pierino e che Iva Zanicchi merita di essere ricordata come la GIOVANNA D'ARCORE del nuovo millennio.
 
Fare i rivoluzionari quotidianamente, essere contro il bipolarismo ed un "centrosinistra", non significa, tra i due, rifiutare un Sindaco della propria città perché Kennedyano e pertanto augurarsi ed attendere un altro fascista vero al governo delle nostre città.
 
Ci preme specificare che diciamo queste cose senza verità in tasca, ma con tutta la disponibilità e l'entusiasmo  di scoprire e conoscere, del fare esperienze, e che nessuno è contento che al governo ci siano persone ispirate dal piano di rinascita della P2, ma comunque le idee si costruiscono se e solo se si è in movimento, con il chiaro desiderio di costruzione di una società sempre migliore nella quale la frequenza delle attività in genere siano sempre maggiori, dove internet, l'autocritica ed il chiacchierare su rivoluzioni e responsabilità sono anche necessari ma non sufficienti.