I comunisti francesi ad un bivio?
di Marco Quagliaroli

Le decisioni prese nel corso del ventottesimo congresso ed il crollo elettorale nelle recenti elezioni amministrative di marzo hanno accelerato una (a mio avviso) salutare scissione nelle fila del  cosiddetto Partito Comunista Francese. Inizialmente, i compagni e le compagne ancora leali verso i valori della lotta per il socialismo nelle condizioni mutate, in minoranza all’interno del partito, hanno condotto una vigorosa opposizione interna diffondendo in tutte le istanze e, principalmente alla base, un “manifesto per il rinnovamento del Partito Comunista”, poi, hanno necessariamente dovuto intraprendere l’unica strada rimasta e possibile, per quanto dolorosa, ovvero quella della separazione politico-organizzativa. In tal modo è nato il “Coordinamento Comunista di Francia” il cui organo di stampa è “Intervento Comunista” e che si sta dando una struttura adeguata in molte regioni del Paese: per quanta fatica comporti. Il Coordinamento Comunista denuncia “scientificamente” l’involuzione socialdemocratica e puramente riformista degli affiliati di Hue (un percorso già iniziato con l’ultimo Marchais): rifiuto del socialismo come fine strategico e conseguenti iniziative, rifiuto del centralismo democratico senza precisare la democrazia interna, abbandono della consapevolezza della funzione storica della classe operaia e dei suoi alleati organici, adesione alla guerra dei Balcani, stretta e non raramente acritica alleanza di vertice con il Partito Socialista, partecipazione al governo non come processo tattico e strategico ma accentandone il programma neoliberista e la sua politica di cedimento ai poteri dominanti internazionali. Il responso elettorale è stato chiaro (come del resto in Italia nonostante qualcuno finga di gioire): dispersione di voti verso il nulla o verso liste di migranti, rosa o Lotta Operaia. Inoltre va segnalato il crollo di iscritti ed iscritte e militanti (come accade alla nostra sinistra) trasformando il PCF in un’organizzazione di intellettuali da salotto impregnati di idee piccolo-borghesi nella migliore delle ipotesi. Compito del Coordinamento Comunista in Francia è quello di recuperare alla politica migliaia di persone che in questi ultimi anni hanno optato per l’astensionismo, il semplice ribellismo o, peggio, il disimpegno totale. Le lotte sindacali di questi ultimi anni dimostrano che vi è uno spazio politico non indifferente per un vero Partito Comunista. E’ questa una situazione per molti aspetti simili alla nostra e, quindi, noi di DP dobbiamo seguire con simpatia questi avvenimenti e stabilire stretti ed utili contatti per scambiare esperienze con i comunisti e le comuniste francesi: abbiamo un fine in comune: l’edificazione di una società socialista ripartendo dal basso…