TALIBAN(S)
di Luciano Bezeredy-Ferdinando Dubla

a cura di Fabio M. Vernillo

 

Dinanzi alla morte di migliaia e migliaia di vittime inconsapevoli, di un’inerme popolazione assassinata in massa senza alcuna difesa, i comunisti non possono che abbrunare le loro bandiere. I comunisti lottano per l’uguaglianza e la vera libertà, sono con le masse popolari, con le loro sofferenze ed umiliazioni, così come con il loro anelito alla liberazione. I comunisti sono per la vita e contro la morte: nella concezione marxista la violenza è una dura, durissima necessità della lotta di classe, non un cieco strumento di terrore menato a caso. Nella concezione marxista non c’è terrorismo, c’è la lotta dei popoli, la lotta delle classi. L’ideale comunista è un ideale solare, di speranza e di riscatto, i principi marxisti sono laici e antidogmatici, aperti alla creatività nemica di ogni integralismo. Ogni integralismo, appunto: che può vestire le religioni “della rivelazione” così come le religioni “civili”. Il popolo degli USA è stato vittima dell’integralismo: ma quale, appunto? Prioritariamente di quello che riveste il dominio del suo sistema imperialista: un fanatismo ideologico torvo e ripugnante, quello del mercato e del capitale, della mercificazione e del profitto, la religione del denaro e del consumo a tutti i costi. E’ per questa religione, è per questo fanatismo ideologico che gli USA hanno seminato odio e terrore, bombe e distruzioni, hanno fatto terra bruciata di intere popolazioni, hanno dettato le leggi di altri Paesi, hanno messo in piedi regimi reazionari e sanguinari, quando in maniera palese quando in maniera occulta, hanno limitato la sovranità nazionale di altri Paesi, hanno affamato e aggredito. L’integralismo religioso del dollaro non ammette né altri modelli né sostanziali correzioni al modello stesso: neanche quelle necessarie (“l’ambientalismo compatibile”) alla sopravvivenza, effimera, dello stesso sistema. Un sistema (non il popolo, generoso laborioso e forte come tutti i popoli) che conosce solo un linguaggio: seminare altre distruzioni e altri lutti per vendicare l’onta subita sul proprio territorio, senza nessuna pietà per le proprie stesse vittime, ma sensibile solo al mito della propria ”invincibilità” infranta. E così i nemici apparentemente senza volto, ma con lo sguardo dei bambini e delle mamme jugoslave, irachene, iraniane, vietnamite e di tre quarti dell’umanità, sono tutti quelli fuori del dominio imperiale. E gli alleati sono sudditi, non amici, dalla parte dell’America ma dovunque vada l’America. E’ la sudditanza verso il più forte, il più prepotente, il più arrogante. I sistemi capitalisti sono pervasi da una colossale mistificazione, che cerca di ingannare le masse: la concezione secondo la quale “questo livello di benessere” non dipende dal lavoro, quanto duro, della classe operaia e del proletariato, classico e moderno, ma dal capitale e dalle virtù della sua accumulazione e riproduzione. Ma il denaro chiama denaro, come diceva Marx, così come la morte chiama la morte. E l’integralismo di questa nefanda religione “incivile” della borghesia imperialista chiama alla resistenza aggressiva e gravida di disperazione dell’integralismo cieco, ottuso e suicida del terrorismo. Che non ha speranza come non ne ha il modello imperiale: l’alternativa che ci vorrebbero imporre è il ritorno al Medioevo, al peggior Medioevo, altro che progresso e modernizzazione “globalizzante”, bisognerebbe scegliere tra le icone sacre del dollaro o di Maometto! Ma l’alternativa vera è nei desideri delle masse popolari, degli USA come dell’Afghanistan: la pace e i livelli dignitosi di vita, la fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, una vera “pianificazione globale” delle risorse e dei mezzi, dell’ambiente sociale e dell’ambiente naturale. Cioè il comunismo. E siamo noi comunisti che abbiamo la responsabilità di spezzare le catene, di rompere la tenaglia della disperazione mercificante dell’imperialismo e del fanatico integralismo religioso. Tenteranno di limitare l’espressione del libero pensiero, i taliban della borghesia capitalista, imitando al peggio i loro ‘nemici’ da loro armati ai tempi dell’URSS. Dal 1848, i nostri 150 anni di storia confermano e rafforzano la necessità dell’unica civiltà possibile per sconfiggere i taliban, tutti i taliban’(s) che arrecano orrore e morte, che uccidono uomini, donne e bambini e mirano ad uccidere insieme ad essi la libertà, la democrazia sociale, l’autodeterminazione politica dei popoli: la civiltà socialista.