Conferenza antimperialista di "Democrazia popolare"

Roma Alpheus -21 gennaio 2001- Contributo di Enrico Giardino - Forum DAC

 

1.      L'imperialismo armato e menzognero : 

Ricorre in questi giorni il 10^ anniversario dell'aggressione USA all'IRAK, cioè del genocidio  in corso di un popolo e di una Nazione araba evoluta, non  omologata agli " stilemi" del " neoliberismo occidentale. Un genocidio "rimosso " fatto di bombardamenti con armi nucleari e chimiche messe al bando dalle norme internazionali, di un embargo crudele che uccide ogni mese 5000 bambini. Sull' IRAK i governanti USA hanno scaricato in un solo anno (1991) bombe  all'uranio impoverito per 315.000 tonnellate, i cui effetti nocivi dureranno milioni di anni, ed  esporranno al rischio di cancro almeno il 44% della popolazione irakena.

Si tratta di un " salto di brutalità" della barbarie imperialista che Bush- come Clinton-  vuole festeggiare con un altro piano anti- Saddam da 24 ML di lire (Corriere della Sera del 15-1-2001).

Analoga la ricetta USA-NATO applicata alla  aggressione nei Balcani ed alla disintegrazione pianificata della ex Jugoslavia di Milosevic iniziata appunto nel 1991 e presentata  cinicamente come "missione umanitaria".(*)

Si tratta di aggressioni condotte nel cuore dell'Europa- con il concorso subalterno di governanti europei divisi -  a 10.000 Km dalle coste statunitensi, sfruttando le basi NATO, le portaerei USA, i caccia supersonici che insidiano continuamente (4 casi dichiarati a dicembre 2000),  abbattono  impunemente  aerei civili italiani (Ustica )o cavi di cabinovie (Cermis 1999).

Questa aggressiva politica estera USA- che trova in U.K ed in Italia i suoi partner principali - richiede all'interno dei Paesi europei e del G8 "modelli" militari, polizieschi e clericali della stessa natura per azzerare dissenso sociale ed opposizione politica.

In questo contesto i grandi mass-media giocano un ruolo decisivo  di preparazione e di copertura delle varie aggressioni imperialistiche che ormai investono tutti i continenti e con maggiore  frequenza ed efferatezza.

Così i più grandi terroristi della storia umana- assassini  spietati e bugiardi  - fingono di indignarsi  (chiudendo le loro ambasciate diplomatiche), criminalizzando la lotta armata (artigianale) di una piccola minoranza di coloro che  essi opprimono con arroganza.

Mentre tutto questo accade, i grandi mass media occidentali mitizzano il "modello USA" o parlano d'altro. Chiamano "pazze" le mucche che essi stessi hanno reso "contaminate", dicono che studenti e professori fumano "spinelli", ci propongono stupidi quiz TV , finti dibattiti o la  sciocca "vita privata" di una "gioventù bruciata ed arrivista" che funge da esca fasulla.

Il " Corriere della Sera" arriverà presto in 3732 classi della  scuola pubblica  italiana- nella quale stanno da tempo altri mercanti e docenti cattolici- mentre Romiti (Confindustria) condannato- libero  dichiara spudoratamente : " Il giovane attraverso il giornale (quale ?!) si avvicina alla vita".

E' lo stesso Corriera della Sera che nel suo inserto domenicale sulla SALUTE ci promette  che nei prossimi 20 anni scompariranno 10 malattie (USA-NATO permettendo !) e intanto ci aiuta a convivere con "dieci anni di sospetti su uranio e virus letali" (in Irak e dintorni).

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(*) Esiste ormai una sterminata e certa bibliografia sulla sporca aggressione USA all'Irak e nei Balcani (ved. Jugocoord, Scienziati contro la guerra, Tribunale Clark ed altri ). Molto documentati  i rischi e gli effetti dell'Uranio impoverito e dell'uso di armi bandite dal diritto internazionale, usate a proposito da USA, vertici Nato e governanti USA ed UE.

La commissione di inchiesta istituita dal Governo italiano servirà - come tutte quelle nominate in questi anni - per differire, affossare, far dimenticare….Anche grottesco  e falso il ruolo del Tribunale dell'Aja (UE) che fino a pochi giorni fa voleva si incriminare i crimini di guerra …ma quelli di Milosevic (!!?!).

Per embarghi e disastri istruttivi i due video di Fulvio Grimaldi "Serbi da morire" e "popoli di troppo".

Dopo il fasullo stupore-clamore di questi giorni sull' Uranio impoverito, i  grandi mass media taceranno o mistificheranno- come hanno fatto finora - innescando campagne mediatiche "diversive".

 

 

Si l'Uranio impoverito - insieme a vaccini cancerogeni , manipolazioni genetiche, radiazioni ionizzanti, fa parte dell'inquinamento …naturale (ed inevitabile) della " vita moderna".

Se vuoi l'automobile, il cellulare, la TV ed altri privilegi della vita moderna devi anche accettare le logiche e le pratiche di chi te le garantisce.. è il rovescio della medaglia.. prendere o lasciare…

E' ormai tempo di reagire collettivamente a  tanto cinismo, a tante mistificazioni ed a tanta imbecillità : sono armi politiche usate per sottometterci, confonderci e rincretinirci sempre più.

Con riferimento ai mass-media , le analisi e le proposte del nostro Forum DAC-  riprese anche nei primi 4 numeri della rivista "Democrazia popolare"-  ed i due video "MEDIAtic redemption" e "Missioni umanitarie" possono servire a questo scopo.

E' anche ora di demistificare l'imbroglio delle sigle partitiche in lizza solo elettorale.Con la sola eccezione di "Rifondazione comunista", tutti i partiti italiani hanno sponsorizzato e sponsorizzeranno aggressioni, tecnologie e modelli militari aggressivi e mercenari, disastri umani ed ambientali , politiche "neoliberiste" in nome del cosidetto "mercato" occidentale globalizzato.

E lo stesso partito della "Rifondazione comunista" rimane "intruppato" nelle logiche elettorali , maggioritarie e consociative, della "politica-mercato", per cui non riesce a decollare come soggetto parlamentare della opposizione e dell'antagonismo sociale e di classe.

Gli USA ed i loro alleati riservano ai popoli di tutti i Continenti - con particolare riferimento a quelli del Centro e del Sud America, dell'Asia e dell'Africa (Libia)- la stessa ricetta inumana.

Solo nel Medio Oriente è Israele il gendarme atomico- sterminatore, alleato degli USA ed impunito massacratore del popolo Palestinese, da decenni.

Non a caso , USA ed Israele sono i Paesi che non firmano le Convenzioni sulle armi chimiche e nucleari, che beffano le risoluzioni ONU e le usano a proprio comodo, che bloccano il funzionamento (appena democratico) dell'Assemblea generale e del Consiglio di sicurezza.

In Italia, la scadenza elettorale vicina spinge alcuni candidati a far finta di voler apportare qualche improbabile (ed impossibile) "correttivo" a questa barbarie imperialista : costoro chiedono voti per "contrastare dall'interno i processi imperialistici". E' un ritornello "storico" usato da molti partiti di "sinistra"- dai socialdemocratici ai socialisti "craxiani" fino ai comunisti italiani di oggi- per mantenere uno spazio elettorale e di sopravvivenza partitica.

In realtà la restaurazione fascista, padronale , militare e clericale italiana -  sorretta dalla CIA e dagli occupanti USA fin dal 1944, dallo stragismo, dalla mafia e dalla P2,dal Vaticano e  dai cedimenti dei partiti di sinistra tutti - è andata via montando fino ai nostri giorni. Illuminante, a questo proposito , il video di Silvano Agosti "1968-1978: dieci anni di lotte popolari in Italia" che ripercorre 10 anni della storia italiana più significativa.

E' mia personale convinzione che, per ritrovare in Italia il bandolo della matassa "antimperialista", occorra ripartire dall'analisi degli anni in cui il movimento partigiano  ha "delegato" alle Istituzioni repubblicane,ai mass-media di Fanfani,  agli Industriali, al Vaticano ed ai partiti  la applicazione della Costituzione antifascista e la gestione della politica interna ed estera del nostro Paese : un Paese "occupato"pesantemente, non liberato- come si dice- dalle truppe USA.

Mi sembra che il libro di Filippo Gaia "Il secolo corto"- basato sui dati del Pentagono e della Amministrazione USA de-secretati dopo 30 anni (1975) - sia decisivo per ricostruire gran parte di questo percorso restauratore.

Perciò ripartirò da qui, cercando le vie progettuali dell'alternativa piuttosto che gli esempi e  le prove - ormai provate- dei crimini e della pericolosità dell' imperialismo oggi.

 

2. Indicazioni e proposte antimperialiste

 

In Italia- come in ogni parte del mondo- esistono gruppi e movimenti che- sia pure divisi ed in ordine sparso- si battono seriamente contro l'imperialismo (comunque camuffato e battezzato), cioè contro le sue nefandezze  e le sue menzogne.Ma  non esiste ancora un programma ed una strategia comune e condivisa di approccio al problema centrale di questo secolo (e di quello che ora inizia).

Anzi i vari gruppi sono divisi ed anche in lotta tra loro in nome di una presunta "verità sacrosanta" e di una "bandiera" di gruppo che non tollera commistioni, soprattutto con quelli più vicini.

I partiti italiani - grazie ai vantaggi che ricevono dal sistema in misura più o meno grande - non tollerano gruppi sociali che "fanno politica", essendo la politica il loro monopolio esclusivo: ciò è radicalmente anticostituzionale, ma nessuno dei partiti  italiani ha interesse a porvi rimedio.

I sindacati confederali "propaggini passive" di quei partiti tollerano e coprono, osteggiando- insieme ai padroni -la giusta lotta dei sindacati autonomi e di base (finora divisi)

Occorre invece rientrare nella Costituzione, riscoprire il ruolo pubblico e collettivo dello Stato, rivendicare un nuovo modo di fare le elezioni- legandole a scelte di programma vincolanti ed alla sovranità popolare; riservare una quota % degli eleggibili , dei finanziamenti pubblici e degli  spazi radiotelevisivi ed editoriali,  ai movimenti ed ai gruppi sociali attivi . Strutture edili e risorse comunicative e telematiche debbono essere messe a disposizione gratuita dei gruppi e delle comunità che fanno politica per impegno civile (dovuto).

Utopie ? NO, esigenze elementari di democrazia sociale e popolare che trovano esempi operanti in altre realtà del mondo : è il caso della città di Porto Alegre in Brasile - che ospiterà tra pochi giorni il Forum sociale mondiale-   retta dal partito dei lavoratori (PT). In essa si attua da 12 anni il "bilancio partecipativo" cioè si decidono democraticamente le spese del bilancio comunale.

Da noi invece perfino i gruppi che si richiamano a sigle affini hanno approci teorici distinti e conflittuali. Anche l'approccio marxiano e marxista- storicamente determinatosi-  sembra essere oggi in difficoltà dopo l'insuccesso dei tentativi sovietici europei e per la crisi (?) del sistema cinese (in realtà poco e male indagato finora). Si tratta  di un approccio- con molte varianti-  anche criticato o avversato da altre componenti antimperialiste ed antistataliste  storiche (Anarchica, Trotzkista) e che trova spesso divisi i sostenitori della varie personalità marxiste: es Lenin- Stalin- Mao. Le stesse esperienze rivoluzionarie latino-americane  (Cuba, Nicaragua, Cile, ecc.) - pur richiamandosi al socialismo marxista- hanno addottato schemi e strategie di matrice "popolare" più che proletaria : spesso hanno avuto la ostilità di partiti "comunisti " o "marxisti" dichiarati.

La teologia della "Liberazione" latino-americana dimostra poi che una alleanza antimperialista ed anticlericale tra merxisti e cattolici è possibile e necessaria. Anche in Africa - ad es.- la matrice rivoluzionaria  (ed antimperialista) islamica di Gheddafi è stata "popolare" ed è altra da quella dell' URSS o della Cina o di Cuba.

Anche altre componenti sociali - potenzialmente o realmente antimperialiste (Verdi, costituzionalisti ) - rimangono "fredde" o critiche rispetto all'approccio marxista vissuto.

Ciò dipende anche da una scarsa conoscenza della teoria marxista e dal fatto che essa va adattata - non essendo un dogma rivelato- alla fase attuale dell'imperialismo globalizzato.

In ogni caso, sia i movimenti di matrice marxista che quelli di matrice cattolica o ambientalista devono fare i conti -nei Paesi più ricchi o più potenti - con  " l'edonismo consumistico" e dei suoi riflessi : è la lezione principale del Pasolini politico . Se non si adottano  presto modelli di consumo più razionali e più "spartani"- a partire dai  Paesi opulenti - si produce una ingiusta catastrofe ambientale ed umana, proprio quella che l'imperialismo ci impone. Come ci ricorda Fidel Castro, ci rimane ormai poco tempo per fermare le logiche aberranti della barbarie imperialista.

Nel mio scritto " Riflessioni marxiste alla fine del 1991 " esprimevo l'ipotesi di una "dilatazione"- qualitativa e quantitativa-  della contraddizione fondante di MARX (Capitale-Lavoro) . La nuova contraddizione - dicevo- è tra proprietà privata dei mezzi (Capitali; risorse ambientali, produttive e biologiche ; tecnologie; conoscenze e mass media) ed i  bisogni elementari -umani e sociali-  dell'umanità intera (interdipendente).

In questo modo, la LIBERAZIONE - che ormai può essere solo globale- coinvolge l'umanità intera,  nel rispetto e con l'insegnamento di tutte le esperienze e gli approcci rivoluzionari praticati.

Vi è anche un'altra condizione "nazionale" : che la teoria propulsiva  o l'impianto teorico cui riferire la liberazione - mondiale  enazionale- sia nota e condivisa (assimilata) dalla grande maggioranza del popolo attivo (lavoratori, studenti, contadini).

Per l' Italia la "teoria propulsiva" - più avanzata ed assimilata, disponibile a breve termine su un piano di massa - mi sembra essere solo quella della COSTITUZIONE antifascista, della SOVRANITA' popolare e della democrazia/giustizia sociale (pacifica, laica e cosciente).

Questa teoria propulsiva  costituzionale (tattica), guida e prepara una teoria ed una strategia antimperialista di massa, più evoluta, che - a mio avviso- è quella di matrice marxista, nella versione  attualizzata e più affine alle nostre tradizioni popolari e storiche . Penso possa trattarsi della versione latino-americana e mediterranea (greco-spagnola), che include la componente cattolica di base :  anticlericale , antidogmatica ed antiburocratica.

E' anche evidente che nessuna sovranità popolare cosciente potrà attuarsi senza la conquista preventiva dei diritti comunicativi e di conoscenza di massa - attivi e passivi (Forum DAC).

Seguendo questo percorso si approda ad una società socialista più evoluta e più democratica di quelle finora sperimentate . E' matura l'esigenza di trattare i processi di conoscenza e comunicazione di massa come IV^ funzione istituzionale (statuale), al servizio della sovranità popolare diretta e della democrazia sociale (Forum DAC e tesi partito operaio ungherese HSWP).

Si userebbe così il marxismo -non come dogma- ma per quello che è : scienza sociale al servizio della trasformazione anticapitalistica , rispettosa delle diversità e delle storie dei popoli.

 

E tuttavia non basta indicare  soluzioni, obiettivi e percorsi  : poiché in Italia  partiamo dallo stato di "disgregazione" descritto sopra, dobbiamo trovare anche " schemi organizzativi " compatibili e praticabili nell'immediato. E' la questione del SOGGETTO che possa stimolare e guidare la trasformazione voluta. Alcuni compagni rispondono che questo seggetto è il PARTITO e solo il partito, come ci diceva Lenin. Pur ammesso (ma non è scontato),quale partito ? Come organizzato ? In quale rapporto con la società e la sovranità popolare ?

Gli stessi che- militando nel sociale-  indicano come soluzione il partito, aggiungono subito che nessun partito italiano è adeguato o capace di stimolare e guidare tale trasformazione. Perché ?

Sono solo limiti soggettivi ed "ambientali " (palude borghese) o anche limiti oggettivi ?

Sono solo difetti di analisi e di proposta o anche limiti organizzativi e di democrazia interna ?

Quanto conviene ed a chi l'uso della DELEGA al leader di turno ?

Le risposte sono difficili, ma  necessarie.

A mio avviso, vi è un insieme di cause, limiti e difetti - soggettivi ed oggettivi- che lo schema organizzativo deve considerare per tentare di minimizzarle.

Propendo per una struttura organizzativa "a rete " in cui  più soggetti ,diversi ma affini, stabiliscono - tra loro e con l'esterno-  rapporti di comunicazione e di azione coordinata rispetto a fini dichiarati.

Occorre poi una verifica sistematica e collettiva dei risultati, dei fini e dei mezzi usati per raggiungerli, senza mai dare nulla per scontato. La strada del socialismo non è scritta a priori, una volta per tutte : è una ricerca teorico-pratica collettiva che si misura su risultati  sociali.

Ritorna qui il ruolo decisivo degli strumenti della comunicazione e del loro uso "appropriato ai fini ed alla natura "del socialismo scientifico e partecipativo.

E' una questione sottovalutata o addirittura "omessa" in tutti i Paesi del socialismo realizzato : di quelli che ancora lo mantengono, come di quelli che lo hanno già perduto.

Se- da minoranza cosciente-  sapremo parlare alle maggioranze e coinvolgerle attivamente,

la nostra globalizzazione - come dice ancora Fidel Castro- sarà solidale, socialista, comunista.