CENTRO
STUDI DI INGEGNERIA BIOSOCIALE
A cura di Carmelo
R. Viola, biosociologo
(deputato e consigliere
diplomatico del Parlamento Mondiale per la Sicurezza e per la Pace)
C.P. 65 – 95024, Acireale/CT = Italia –
Tel. e fax n: [0039] (095) 763 19 81
E-mail:
crviola@mail.gte.it. - Sito Internet: http://members.tripod.com./~biosociologo/home.htm
COMUNICATO
su uranio impoverito e dintorni…
L |
a gazzarra della servitù
continua…Anche la commissione cosiddetta scientifica del Ministero della
Difesa ha dimostrato quello che può dimostrare un avvocato difensore investito
anche della funzione di pubblico ministero!
Nella primavera del
1999 la NATO ha inflitto 79 giorni di aggressione gangsteristico-terroristico-genocida
ai popoli della ex Jugoslavia e al loro habitat naturale (con incontrollabili
possibili riflessi sull’intero Pianeta) chiamandola “guerra
umanitaria” con il pretesto di punire-colpire Milosevic ma in realtà per
estendere i tentacoli del proprio dominio mondial-feudale anche su residui
territori di influenza ex-sovietica.. Per far ciò ha disapplicato la prassi
legale per la dichiarazione di guerra (come già per il Vietnam e per l’Iraq)
e violato tutte le convenzioni internazionali relative al ricorso alla guerra
stessa, compresa la risoluzione della 48° sessione dell’ONU del 30 agosto
1996, la quale recita: “…le armi di
distruzione di massa e in particolare le armi nucleari non devono avere alcun
ruolo nelle relazioni internazionali e quindi devono essere eliminate. (…)
Tutti gli stati (…) devono essere guidati, nelle loro politiche nazionali,
dalla necessità di eliminare la produzione e la diffusione di armi di
distruzione di massa o con effetti indiscriminati e in particolare le armi
nucleari, le armi chimiche, il napalm, le bombe a frammentazione, le armi
biologiche e le armi contenenti uranio impoverito”.
Gli
Stati-vassalli, etichettati di “alleati”, non hanno fatto che “credere,
obbedire e combattere” e il nostro, in nome della democrazia, ha perfino
calpestato orgogliosamente l’art. 11 della Costituzione secondo cui: “L’Italia
ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e
come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; (…)”
Sulle
proprietà fisio-chimiche dell’uranio impoverito c’è tutta una letteratura
scientifica, e quindi apolitica, che non lascia dubbi. E’ certo che esso, a
certe condizioni, provoca danni anche mortali all’organismo di chi ne
viene contaminato. Non potere dimostrare l’eventuale causa-effetto nei
riguardi di alcuni casi isolati, verificatisi a pochi anni di distanza, peraltro
relativi a soggetti trovatisi nelle zone interessate a operazioni belliche
compiute, non nega la natura patogena – talora cancerogena – ormai di
dominio della scienza, semmai richiama le condizioni all’interno delle quali
la nocività dell’uranio impoverito si manifesta.
Il Tribunale dell’Aja,
prodotto casareccio della ditta USA-NATO, ha chiesto l’archiviazione delle
denunce contro di questa senza negare gli effetti di contaminazione dei gusci di
uranio ma SOLO perché “non entrano
nella lista delle armi probite” (mentendo anche a questo proposito).
Questo, in ogni caso significa che, se non è espressamente vietato strangolare
un uomo, lo si può fare legittimamente alla prima occasione.
Che cosa ha
dimostrato la commissione italiana? Ha detto che il numero delle neoplasie
maligne riscontrate sui militari italiani impegnati in Bosnia e in Kosovo è “significativamente
inferiore a quello atteso”, il che può significare una sola cosa facendo
un esempio analogo con un uomo che, cadendo da un alto ballatoio, si rompe una
sola gamba invece di tutt’e due, come ci si sarebbe aspettato e, pertanto
(sentite!), la rottura di una sola gamba non può essere stata causata dalla
caduta.
Ammette l’esistenza
di un numero superiore di casi di “linfoma
di Hodgkin e di leucemia linfatica acuta” ma considera tale eccesso “statisticamente
non significativo”, il che significa, sempre per rigorosa analogia, che
l’imputato è innocente sia nel caso che abbia infierito meno di quanto ci si
aspettava, sia nel caso che l’abbia fatto anche troppo!
E non è tutto.
Mentre un esercitato di banditori e ciarlatani massmediatici (stampa e
televisione) urla che la “sindrome dei
Balcani non è dimostrabile” (anche quella superdocumentata “del
Golfo”, che ha colpito anche decine di migliaia di soldati americani?!) e
che la questione va considerata chiusa, si scopre che il rapporto in causa non è conclusivo sul piano generale, il solo che
conti per via delle condizioni richieste perché l’effetto patologico si
manifesti. Suppposto, e solo per ipotesi di lavoro, che i casi riscontrati
non abbiano alcun nesso con l’uranio impoverito, la circostanza non nega né
il carattere illegale e barbarico dell’aggressione ai Balcani né il potere
patogeno dell’ uranio impoverito e di altre sostanze tossiche usate per
consumare il “megacrimine umanitario”.
Infatti,
la stessa relazione dice che “La
valutazione dell’eventuale esposizione all’uranio nei nostri soldati che si
sono recati in Bosnia e in Kosovo verrà comunque effettuata con analisi tuttora
in corso che richiederanno alcuni mesi di tempo”. Quanto all’eccesso di
casi di linfomi di Hodgkin “merita
comunque di essere valutato attentamente, per cui si ritiene necessario seguire
nel tempo il gruppo di militari impiegati in Bosnia e/o Kosovo. E’
indispensabile pertanto un accurato monitoraggio per individuare eventuali nuovi
casi di neoplasie maligne da effettuare anche su altre popolazioni a rischio”.
Dunque, viene ammessa
l’esistenza di “popolazioni a
rischio” e riconosciuta l’importanza della condizione-tempo nella
manifestazione degli effetti patogeni dell’uranio impoverito il quale, per
ammissione della stessa fonte, “dal
punto di vista radiologico ha una rilevanza sanitaria nel caso di esposizione
interna, attraverso l’inalazione, l’ingestione o l’incorporazione
attraverso ferite”.
Conclusione: nulla di veramente dimostrato se non la fretta (non solo,
per la verità, delle varie Emma Bonino) di assolvere i padroni, i quali
potrebbero arrabbiarsi e aggiungere, agli ordigni inesplosi scaricati nel Mare
Adriatico, anche bombe attive, naturalmente intelligenti
e umanitarie. E i padroni, ricordate, sono coloro che, per sperimentare la
bomba atomica in corpore vili ovvero a
costo dell’olocausto totalmente inutile di due città inermi, si sono
guadagnati sul campo il titolo onorifico di “Barbari di Nagasaki” a cui, a quanto pare, tengono
non poco non essendosene mai pentiti e persistendo nell’esibirsi in sempre
nuove bravate “yankee-doc”.
Il tentativo servile di volere ridurre la somma dei crimini padronali
contro l’umanità, consumati nella primavera del 1999, a singoli casi di
vittime, non necessariamente dimostrabili, dell’uranio impoverito (e solo di
questo!) non può che aggiungere altre pagine di vergogna alla storia dei nostri
tempi. Secondo la leggenda Giuda avrebbe venduto Cristo per trenta denari: in
epoca di imperialismo neoliberista e feudal-globale, la verità si vende per
molto meno.