LA SINISTRA PER IL MOVIMENTO
di Mauro Pascolini


Nell'ultimo numero della rivista abbiamo definito lo sport, ovvero i vari tipi di sport (agonistico, professionistico, dilettantistico, per la salute, sociale, amatoriale, giovanile, scolastico), e individuato le attività connesse all'evento sportivo. Tutte queste differenziazioni hanno, però, un comune denominatore: l'amore dell'uomo nei confronti del movimento e, più precisamente, il bisogno fisiologico, culturale e psicologico di muoversi e di conoscere più approfonditamente i grandi parametri motori del mondo: lo spazio ed il tempo. Ricordiamoci, sempre, che anche se la nostra specie è "privilegiata" apparteniamo al regno animale e non a quello vegetale e, conseguentemente,
il movimento fa parte della nostra natura: la nostra intelligenza, che (talvolta) ci contraddistingue dalle altre specie animali, ci aiuta a renderlo armonico e produttivo. Viviamo, oggi, in una società nella quale l'individuo pratica sempre meno movimento nella vita di relazione e per il lavoro. Il lavoro manuale sarà sempre più ridotto (anche quello artigianale) e la dura conseguenza sarà che
le abilità manuali, conquistate attraverso il lavoro di milioni di anni, diventeranno ormai patrimonio di "pochi eletti". Dove, allora, e come si può istillare nell'uomo lo stimolo al movimento?
La risposta, in realtà, è semplice: l'educazione del fanciullo avviene nei primi anni di vita e di conseguenza è la famiglia, fin da quando il bambino o la bambina si muovono a carponi, a stimolare il suo movimento e a favorirlo. Dovrebbe essere, poi, la scuola materna e quella elementare a continuare e ordinare questi stimoli ed ad attivare l'educazione motoria del
fanciullo. Purtroppo questo non viene sempre fatto: non raramente per inerzia o per timore o per incapacità o, molto spesso, per la sottovalutazione dell'importanza del movimento. Signori direttori didattici, presidi, onorevoli e governanti, uomini e donne che rivestite ruoli sociali e pubblici importanti, lo sapete che l'Italia è l'ultimo Paese nella Comunità Europea a non realizzare l'Educazione Motoria e Ludico-Motoria nelle scuole elementari e materne come attività curricolare-obbligatoria e a demandare questo fondamentale intervento pedagogico e formativo alla volontà e alla disponibilità degli insegnanti più attivi? Dobbiamo invertire questa tendenza e dobbiamo convincerci, tutti e tutte, che il movimento non è un "optional" ma una necessità assoluta e vitale per l'Uomo.

Un'indagine realizzata dall'Istituto di Medicina dello Sport di Torino, su una popolazione di 130.000 alunni undicenni e che ha considerato un  periodo di dieci anni (dal 1983 al 1993), fornisce dati allarmanti: sono diminuite alcune patologie classiche (morbillo, epatite A, interventi di tonsillectomia) mentre sono in forte aumento i deficit visivi, le carie dentarie e le fratture ossee. Per quanto riguarda il livello di efficienza fisica si riscontra una diminuzione della forza muscolare dell'8%, una diminuzione della capacità cardiocircolatoria del 3% e, invece, un aumento ponderale notevole: il 33% dei maschi e il 38% delle ragazze sono in sovrappeso ma la loro  "forza" è, addirittura, diminuita. Tra il 1994 e il 2000 la situazione non è migliorata.

 

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