SCUOLA: NON E' SOLO UNA QUESTIONE DI SOLDI
di Tiziano Tussi
Gli scioperi che si sono svolti in ottobre mettono in giusto rilievo la
questione salariale nella scuola: ma non è solo una questione di soldi.
L'autonomia scolastica, entrata quest'anno a pieno regime nelle scuole, è
iniziata in un mare di dubbi e timori per il futuro per una scuola che si
prevede sempre più destrutturata e a quasi totale discrezione di una nuova
figura che assume molte più responsabilità di quelle che aveva in
precedenza: il preside, diventato ora "dirigente scolastico". Da
quest'anno
scolastico le sue competenze si sono allargate e toccano integralmente anche
il piano economico che era prima di pertinenza del segretario, ora
"direttore amministrativo". Oltre a questo la nuova figura di
"imprenditore
scolastico" va ad intaccare le prerogative dei decreti delegati, approntati
all'inizio degli anni '70 con la coda di possibili riscorsi ai TAR. Ed
ancora: la Giunta amministrativa, organo di una qualche importanza sino ad
ora, in pratica si scioglie; il Consiglio di Istituto non è più l'organo
decisionale finale che segnava la politica di ogni istituto scolastico,
decidendone le linee economiche e didattiche, in compartecipazione con il Collegio docenti, che si trova anch'esso ad essere svalutato. Anche la
scelta del vice preside e dei collaboratori della presidenza da ora è tutta
nelle prerogative del dirigente scolastico. È evidente come questa nuova
prerogativa riduca drasticamente l'importanza degli insegnanti stessi nella
conduzione politica della vita scolastica. I presidi svincolandosi dal
parere della base possono così proporre "team dirigenziali" in aperto
contrasto con la maggioranza interna della scuola e/o con la sua dialettica
interna. I Consigli d'istituto, espressione di studenti, genitori, personale
ATA e professori, sminuiti nelle loro capacità decisionali, rimangono ancora
sulla scena ma come entità molto più di facciata. Il dirigente scolastico
deve certo dimostrare di saperci fare ma per le eventuali manchevolezze
rispondono economicamente utili assicurazioni che lo possono salvaguardare.
Per altre errori non può essere licenziato. Insomma un imprenditore
scolastico senza rischio d'impresa. Si cerca di fare delle scuole delle
"monadi" indipendenti che dovrebbero lavorare isolatamente, sul
territorio
per carpirsi i clienti-studenti, con seducenti Piani dell'Offerta Formativa (POF) producendo progetti di
sperimentazione di ogni tipo, per i quali i
fondi sono sempre pronti, estendendo le proprie capacità organizzative ad
orari, programmi di studio, loro strutturazione, rispettando solo certi
minimi parametri di riferimento centrale, corsi i più vari ed appetitosi,
materiale scolastico ed infrastrutture immobiliari modernissime: insomma a
"tutto quanto fa spettacolo". All'opposto, per la normale vita
scolastica
arriveranno alle scuole dotazioni che saranno molto inferiori a quelle
dello scorso anno scolastico.
Ma perché tutto questo? Una domanda che avrà bisogno di ulteriori
chiarimenti per potere trovare una risposta certa. Resta sullo sfondo una
sorta di americanizzazione-privatizzazione della scuola pubblica che deve
seguire la china di ogni altra parte sociale. Il centrosinistra lavora a
pieno ritmo anche in questo settore. Con i soliti tempi morti burocratici.
Si aspettano eventi futuri. Non è solo una questione economica!